9.3 Silenzio

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Il sole si avviava a tramontare mentre Erik e Ariel erano di ritorno verso il palazzo reale. I colori del giorno sfumavano nelle tonalità dell'arancio e il mare si preparava ad accogliere la sfera luminosa, che ne tingeva le increspature di ambra. La distesa placida accompagnava i due lungo l'ampia via lastricata di marmi chiari che riflettevano il gioco di colori del tramonto.

«E quindi pensi davvero di sposarla? Erik, tu devi essere completamente pazzo!» esclamò Ariel, per l'ennesima volta.

Lui sospirò, con il sole che illuminava i suoi capelli chiari e che gli donava un'aria, se possibile, ancora più nobile di quella che già i lineamenti decisi gli conferivano.

«Convincerò mio padre, ne sono sicuro» disse soltanto, senza abbassare lo sguardo. Era più che certo delle sue parole: avrebbe trovato il modo di sposare Iris, a qualsiasi costo. Non c'era altro di cui gli importava, in quel momento. Persino il mistero dell'uccisione di Guglielmo Lotnevi era passato in secondo piano, di fronte alla sua determinazione nell'avere quella fanciulla al suo fianco per sempre.

«E come pensi di fare? Se tu parti per l'Estate, io non potrò venire con te!» esclamò lei. «Tancredi ha convocato te, di certo andrà su tutte le furie se mi presentassi anche io!»

Erik annuì. «Hai ragione. Ma non è necessario che tu venga.»

La principessa sbuffò, sarcastica. «E come pensi di convincerlo, senza il mio aiuto?»

«Non sei l'unica ad avere sempre un piano» ribatté lui, posando lo sguardo sulle onde serene, risplendenti di un bagliore soave che poneva la giusta pace e sicurezza nel suo cuore. Sebbene Ariel si fosse dimostrata abile di ingegno, il suo aiuto con il padre non era indispensabile; e se a lei non era stato chiesto di unirsi, non era il caso che lo facesse. Mai prendere iniziativa con Tancredi Inverno.

«Non ti darà mai ascolto!» insisté la Dal Mare. «Iris è davvero di umilissime origini, non ti concederanno mai di sposarla!»

«Vuol dire che aspetterò il momento giusto per poterlo fare» disse Erik, senza pensare.

«E quale? Aspetteresti che Alcina e Tancredi muoiano? Ma sei uscito di senno?» lo assalì di nuovo lei. «Che Vudeli li aiuti a vivere ancora a lungo, su Selenia c'è bisogno di loro! Con la minaccia degli Autunno, come puoi pensare anche solo che...»

«Un momento» la interruppe lui. «Tu cosa sai degli Autunno?»

Ariel aggrottò la fronte e si concedette un sospiro grave. Arrestò il suo passo e appoggiò la schiena al muretto costruito ai lati del lastricato. Il suo sguardo marino si disperse tra le onde ambrate, e non osò porlo in quello glaciale dell'altro.

«Cosa credi?» gli domandò in un mormorio. «Che non sappia cosa succede al nord? Dante mi tiene aggiornata su quello che fa Raissa Autunno, dei suoi spostamenti... che ora non ci sono perché è da giorni che è ferma nel Loavi.» Con una mano si scompigliò la chioma fulva e sospirò, amareggiata. «Anche tu, come tutti gli altri, pensi che io sia solo una frivola ragazzina?»

Erik deglutì, incapace di parlare. Il tono mesto della fanciulla lo aveva disarmato: quella serietà che traboccava dalle parole di Ariel gli giungeva inaspettata alle orecchie. Lui non la riteneva affatto una principessa frivola; certo, si era dedicata alle solite attività della corte Dal Mare, ma doveva ammettere che anche lui non aveva saputo resistervi. Nonostante le incombenze che avrebbero dovuto occupargli cuore e mente, anche il giovane Inverno si era lasciato coinvolgere dalla spensieratezza di quel regno. E la promessa data poche ore prima a Iris ne era la testimonianza.

«Io mi sto preparando per governare quando arriverà il mio turno» asserì lei a bassa voce, sollevando gli occhi chiari e posandoli in quelli del principe. «E questo non significa solo organizzare feste e banchetti, ma anche occuparsi di qualcosa di molto più importante.»

Selenia - Trono rovesciatoWhere stories live. Discover now