6.1 A piedi scalzi

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Erik avanzava sul lastricato che costeggiava la spiaggia, senza spronare il cavallo noleggiato; non aveva alcuna fretta di giungere presto, nonostante l'urgenza della sua missione. Vedeva stagliarsi poco a poco le mura che circondavano il palazzo reale e ad ogni passo il battito del suo cuore accelerava il ritmo. Come spiegare la sua presenza lì? Sapeva che Dante aveva ragione: in molti si aspettavano che lui un giorno domandasse la mano di Ariel Dal Mare. Ma il giovane principe non voleva, e per più di una ragione: oltre alla sua ferma decisione di rimandare il suo matrimonio finché non l'avrebbero costretto, non conosceva abbastanza Ariel da sapere se, in futuro, sarebbe stata la donna ideale da avere al proprio fianco. Inoltre non aveva intenzione di trattenersi alla ricerca di una moglie, almeno per il momento; la scelta sarebbe stata delicata e vincolata ai benefici che ne avrebbe ottenuto, ne era ben consapevole. I genitori sarebbero stati molto attenti per quanto riguardava il suo futuro, così come lo erano stati nel programmare quello della sorella.

Per un momento, i suoi pensieri corsero al giovane di Nilerusa amato da Flora, diretto nel regno delle Foglie insieme alla futura sovrana, ed Erik si chiese se per i due sarebbe stato possibile un futuro insieme. Scosse il capo, mestamente: certo che no, piuttosto che correre il rischio Alcina avrebbe fatto qualsiasi cosa, tanto più che la principessa Primavera era già stata promessa a un altro.

E lui? Come si sarebbe comportato Erik se non fosse stato concorde con le scelte dei genitori? Di una sola cosa era sicuro: che qualsiasi azione avrebbe compiuto, sarebbe stata il frutto di una lunga riflessione, valutando quale fosse il bene del regno. Ma quale regno, poi? Oltre al regno d'Inverno che gli spettava per nascita in quanto erede maschio, avrebbe governato lui nel Defi, o questo sarebbe passato sotto il controllo di Flora, in modo da annetterlo allo Cmune?

Viaggiava troppo con la fantasia e la vasta gamma di possibilità che gli si affacciavano alla mente lo confondevano, quasi al punto da sopraffarlo: già non udiva più il suono del mare, che lo aveva accompagnato fino all'ingresso delle alte mura, che, obsolete, ricordavano un passato oscuro e pieno di tensione; tuttavia quella prima impressione era mitigata dal colore chiaro della sabbia, che ricopriva le superfici esteriori del castello e i cui granelli risplendevano alla luce solare, ferendo gli occhi di chi li posava in direzione della dimora dei regnanti.

Il principe Inverno entrò, salutando cordialmente alcuni dignitari di corte, intenti a passeggiare nel cortile sabbioso che separava la reggia dal mare. Notò a malapena l'assenza di soldati ai varchi delle mura, ben consapevole che lì erano una precauzione non necessaria: i Dal Mare erano benvoluti in patria, come lo erano negli altri luoghi di Selenia.

Erik conosceva le stravaganti usanze di quella corte, presso cui ognuno era libero di comportarsi a suo piacimento. Se fosse stato tanto audace, avrebbe potuto spingersi sin nelle stanze più intime della regina per chiedere un colloquio privato e nessuno lo avrebbe trovato bizzarro. Ignorando gli sguardi dei cortigiani che si posavano inevitabilmente su di lui, si diresse alla sala del trono, sperando di incontrarvi il re: nonostante gli usi locali, riteneva giusto domandare il permesso per conferire con la principessa.

Lo spazioso salone in cui giunse era pieno di cortigiani che chiacchieravano allegramente tra di loro. Alcuni chinarono il capo nello scorgere l'Inverno, ma senza prestargli molte attenzioni. Il principe si fece largo tra la folla, alla ricerca del Re Amintore, un uomo dalla statura non imponente e dall'espressione bonaria. Lo individuò presso una delle ampie vetrate, tutte spalancate, che si affacciavano verso il mare e da cui entrava la luce del sole rifranta dalle onde, in grado di illuminare a giorno ogni angolo della sala senza ulteriori artifici. A qualche passo dal re Erik intravide una tavola imbandita e apparecchiata con dolci e squisitezze di ogni genere, da cui dedusse di essere capitato nel regno in occasione di qualche festa particolare. Forse una ricorrenza importante di cui non aveva memoria?

Selenia - Trono rovesciatoWhere stories live. Discover now