2.2 Intrighi di corte

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Appena uscì dalle stanze della madre, Nicola congedò le due dame spiegando loro che la regina necessitava di ulteriore tempo per elaborare il lutto. Dunque le donne si allontanarono, lasciando soli lui e Luciana. I giovani nobili si scambiarono una rapida occhiata complice: parlare era della massima urgenza.

«Non qui» sussurrò lei, con gli occhi vivaci che lasciavano trasparire la sua fretta.

Il principe annuì, comprendendo che quello non fosse il luogo più sicuro per la loro conversazione, e mormorò di dirigersi ai giardini della reggia: lì c'era una zona privata in cui i cortigiani non li avrebbero disturbati.

Dopo aver oltrepassato il lungo corridoio che collegava il resto del palazzo alle stanze della regina, i due scesero una maestosa rampa di scale che abbracciava l'atrio sui due lati. A fiancheggiare la loro discesa, delle grandi vetrate che affacciavano su uno dei cortili interni.

Non appena i cortigiani presenti si accorsero della presenza di Nicola, tacquero e si allontanarono a piccoli gruppi, come se complottassero qualcosa. Qualcuno abbassò la testa e si mostrò crucciato, ma il principe non seppe interpretare quel gesto: forse era finta empatia nei suoi confronti, forse erano davvero dolenti per la scomparsa del re.

Il Lotnevi fece cenno con solennità alla Lugupe di proseguire verso un ampio corridoio che conduceva fino al cortile esterno.

Vi sbucarono quando il sole era alto a sud e illuminava i prati ben curati e le aiuole di tulipani, bagnati da esperti giardinieri. La luce del tardo mattino non feriva i loro occhi, ma sembrava accompagnarli lungo i viali acciottolati e vegliare sul loro silenzio. Varcarono un piccolo cancello ferrigno, che delimitava una zona privata dei giardini, e si ritrovarono in un piccolo spazio rialzato, al cui centro era piantato un salice, circondato da panche in ferro battuto con delle rifiniture in oro. I rami del salice, vecchio di ormai molti anni, scendevano come formando una cupola per riparare dalla calura estiva, mentre l'edera era cresciuta arrampicandosi sul metallo che chiudeva quel piccolo angolo di paradiso, che Guglielmo e Felicita utilizzavano per nascondersi dalla corte quando erano più giovani.

Nicola sospirò, ricordando il racconto di un vecchio servo, che non aveva avuto nessuno scrupolo nel riferirgli quello scorcio di passato quando era ancora un bambino. Poi posò lo sguardo su Luciana e la vide scura in volto.

«Che cosa succede?» le chiese, fissando dritto innanzi a sé il tronco ombreggiato dell'albero.

«La scadenza per poter trattare con gli Autunno era fissata per ieri» mormorò la principessa di Dzsaco. «Ma Melissa mi ha scritto che potevamo ritenerci al sicuro, perché non ci avrebbero attaccati. La lettera è arrivata ieri sera. Non so cosa abbia in mente Raissa, ma non vuole attaccare lo Cmune da due fronti, altrimenti avremmo già ricevuto una dichiarazione di guerra.»

Il suo tono di voce mostrava la stessa agitazione che traspariva dai lineamenti delicati di Nicola, che indirizzò lo sguardo verso occidente. Sebbene non potesse vederlo, sapeva che in quella direzione si trovava il regno di Dzsaco e che al di là di questo, il Ruxuna era una minaccia di cui era obbligato a tenere conto. Un doppio attacco da nord e da ovest era la mossa più intelligente da fare, soprattutto con il gran numero di soldati che componeva l'esercito degli Autunno, al cui confronto le armate che Dzsaco e Cmune potevano schierare impallidivano.

«Aveva ragione» riprese Luciana con un sussurro, come se nessuno all'infuori di Nicola dovesse udirla. «Dal confine ci hanno detto che non c'è neanche l'ombra di un soldato. L'unica cosa che Melissa ha ribadito è che Raissa voleva che tuo padre morisse, anche se non ne sappiamo il motivo.»

Nicola scosse la testa, non perché non credesse alle parole della Lugupe, ma perché non riusciva a trovare un senso alle azioni e alle intenzioni di Raissa Autunno, principessa di Ruxuna. «Quindi tu pensi che il suo scopo fosse quello di dichiararci guerra sperando di poterlo uccidere in battaglia? È follia!»

Selenia - Trono rovesciatoWhere stories live. Discover now