Capitolo XXIV: Mark

10K 435 9
                                    

Matthew

Soltanto la rabbia scorreva nelle sue vene in quel momento.

Come aveva potuto fare qualcosa di così folle e avventato?

Va bene che aveva salvato sua sorella e le era assolutamente riconoscente per questo, ma avrebbe potuto chiamarlo, fare questa cosa assieme a lui.

Come avrebbe fatto qualsiasi følges.

Ma loro erano davvero compagni?

Lui non l'aveva ancora marchiata e lei non cercava il minimo contatto con lui, a malapena quello visivo.

Anche in quel momento, mentre erano nel suo studio, seduti attorno al fuoco.

Asya aveva una coperta sulle spalle, mentre era seduta sulla poltrona di pelle, Steven dietro di lei, le teneva una mano sulla spalla.

Da quando Asya era tornata, lui non l'aveva presa di vista neanche un secondo.

A causa del timore che potesse sparire nuovamente e lasciarlo da solo in balia dei suoi demoni che lo corrodevano da dentro.

A Matthew questa cosa aveva dato un po' fastidio, Asya era sua sorella minore, la sua dolce e tenera sorellina, per lui c'era sempre stata, e pensare che adesso avrebbe avuto altre priorità...beh lo lasciava un po' con l'amaro in bocca.

Spostò lo sguardo sulla figura di Jane, che si trovava in piedi vicino al camino con una tazza di tè tra le mani.

Fece scivolare lo sguardo dalle sue mani che stringevano la tazza in una presa decisa, alle sue, esili ma allo stesso tempo forti, braccia, coperte da un maglione bianco, fino a terminare sul suo viso, dove appariva il segno di un taglio sullo zigomo.

Matthew strinse i denti mentre sentiva la rabbia tornare.

Si sentiva impotente per aver lasciato che la sua compagna si ferisse, per averla lasciata andare da sola, per non aver neanche lontanamente pensato che Jane potesse anche solo immaginare un'impresa del genere.

Non si è fidata di me...

Jane appoggiò la sua tazza di tè sul mobiletto di fianco al camino, e prese un'altra tazza dal tavolino posto davanti a esso, offrendola ad Asya.

-Grazie-

Jane tornò al proprio posto, mentre Asya beveva il suo tè con calma.

Steven e Matthew aspettavano che una delle due parlasse.

Asya sospirò, prima di allungarsi e di appoggiare la tazza sul tavolino, ai suoi piedi, rimettendosi seduta l'istante dopo.

-Non so come sia potuto succedere.

Quella mattina ero uscita verso le otto, Matthew eri già fuori, volevo andare in centro a fare un giro per poi uscire con Steven.

Ho deciso di non usare la macchina ma di correre un po', tanto sarei arrivata nel giro di qualche minuto.

Poi all'improvviso è diventato tutto nero.

Mi sono svegliata in quella cella, non sapevo neanche dove mi trovassi.

Pensavo che sarei rimasta lì per sempre, non sapevo quanto tempo fosse passato.

Poi Jane è venuta a prendermi-

Quando Asya finì di parlare, il silenzio cadde nuovamente nella stanza.

Un silenzio fatto di domande, di plausibili risposte, di spiegazioni che soltanto una persona poteva dare.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora