Capitolo IX: Reglex

14.6K 606 12
                                    

Jane

Sentì le mani sudarle, il fiato venire meno.

Il ragazzo davanti a lei continuava a guardarla e lei faceva altrettanto.

Rimase immobile davanti a quel corpo atletico, quei capelli scuri e quegli occhi....

Rimase incantata da quegli occhi color dell'oro fuso, così diversi dai suoi.

Il suo sguardo le bruciava la pelle, mandandole centinaia, forse migliaia di scosse, si sentì arrossire sotto quello sguardo così intenso che non perdeva di vista nessuna sua mossa

Spinta da chissà quale forza di volontà, fu lei a distogliere lo sguardo per prima; spostandolo sulle persone accanto a loro che si erano messi a guardarli pieni di aspettativa e di speranza, bisbigliando tra di loro e lanciandosi occhiate.

Improvvisamente un silenzio imbarazzante scese tra di loro.

E fu lui a rompere il ghiaccio.

-Grazie per aver riportato a casa mia sorella, eravamo tutti abbastanza preoccupati- e poi, vedendo che lei non rispondeva continuò -Sono Matthew, penso che Asya ti abbia parlato di me, lei mi ha parlato molto di te....-

E allungò una mano verso di lei, riservandole una muta domanda.

Jane spostò lo sguardo dalla mano a lui, con un cipiglio alzato.

-Isabelle, e l'ho fatto con piacere.

Dovresti stare attento a che posti frequenta tua sorella, Matthew-

E mentre diceva il suo nome, la sua voce aveva tremato un po'.

Il cuore di Matthew perse un battito quando la sentì pronunciare il suo nome, sentì qualcosa farsi strada dentro di lui, anche se non sapeva ancore bene cosa.

Ricordandosi di aver ancora la mano tesa, la riportò giù leggermente amareggiato e imbarazzato allo stesso tempo.

Cercò di mantenere il contatto visivo con la ragazza davanti a lui ma non ci riuscì.

-Se vuoi possiamo offrirti una stanza per stanotte per sdebitarci con te e poi non è saggio per una bella ragazza andare in giro tutta sola a quest'ora della notte-

Sul suo volto si era formato un sorriso spavaldo.

Jane sorrise, anche se, probabilmente, il suo sorriso era più simile ad un ghigno.

-Grazie per l'offerta ma non posso accettare, e poi so badare a me stessa da sola, non mi succederà niente-

Cercò di salire in macchina, ma prima di riuscire a sedersi, qualcuno l'aveva afferrata per il braccio e l'aveva rialzata.

-Insisto-

I loro volti erano vicini, a dividerli solamente una decina di centimetri.

Jane si perse nuovamente in quegli occhi così rari e pieni di coraggio e di qualcos'altro che Jane non sapeva identificare, o magari non voleva farlo....

Si perse nel pensare a come sarebbe stato bello vedere quegli occhi di prima mattina, appena sveglia, a come sarebbe stato vederlo dormiente di fianco a lei, mentre le sorrideva e...

Jane si diede uno schiaffo mentalmente.

che diavolo sto andando a pensare??

Sarà la stanchezza, sicuramente, sono solo stanca.

Jane stava per ribattere nuovamente un'abitudine , quando dalla casa branco uscì una persona piuttosto familiare.

Era esattamente uguale a quando l'aveva visto due giorni prima al cimitero.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora