Capitolo XXIII: Misjon

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Matthew

-Quindi dov'è?-

-Non penso sia il caso dirtelo via telefono.

Stasera prenderò un aereo e tornerò nella mattinata di domani-

Matthew annuì a quelle parole, mentre appoggiava il telefono e metteva il vivavoce, permettendo anche a Steven di ascoltare.

-Perdonami ma penso che sia meglio se tu ce lo dica via telefono, eviterebbe uno spreco di tempo ad entrambi-

-Sono d'accordo con te, ma, come ti ho già detto prima, non penso sia il caso di parlare di cose che hanno questa elevata importanza via telefono.

Dobbiamo parlare faccia a faccia-

Matthew scambiò uno sguardo con Steven.

Entrambi erano d'accordo.

-Come vuoi Jane, allora ci vediamo domani-

-Perfetto, a domani-

-Ah, e Jane..-

Si sentì silenzio per un secondo, poi la voce della ragazza mormorò un -si?-

-Stai attenta, voglio rivederti sana e salva-

E Matthew attaccò, non permettendole di rispondere, incurante che, dall' altra parte, Jane stesse sorridendo.

Jane

Velocemente si nascose dietro il tronco di un albero, evitando così di essere vista.

Ci è mancato poco

Era tutto calcolato....

Certo, come no

Jane sbuffò, ignorando la sua voce interiore, mentre si sporgeva lentamente e osservava se le guardie se ne fossero andate.

Ma perché ti vengono sempre in mente queste missioni suicida??

Che vuoi farci?
Le vite monotone mi annoiano.

Una volta che si fu accertata che le guardie si fossero allontanate, Jane strisciò fuori dal suo nascondiglio e, con passi lenti e attenta a non fare rumore, si avvicinò alla struttura in pietra.

-Cosa hai intenzione di fare Jane?-

Dopo aver messo giù a Matthew, era salita in camera sua e si era cambiata.

Ma non aveva intenzione di andare all'aeroporto.

-Per te cosa voglio fare?-

Mentre parlava caricava le pistole, prendendo alcune cariche di riserva.

-Ti farai uccidere lo sai?-

Jane ghignò mentre recuperava i coltelli, l'arco e le frecce.

-Sai benissimo che anche se venissi catturata, non mi ucciderebbe mai, gli servo molto più viva che morta-

-Jane ti prego, fai attenzione-

Jane si girò verso il maestro, mentre indossava la giacca e recuperava le armi.

-Starò attenta promesso.

Dopo che avrò liberato Asya tornerò dritta a Mitthus, sottoforma di lupo.

Ti chiamerò quando sarò là-

-Va bene Jane.
Ricorda...-

E mentre lo diceva chiudeva una mano a pugno e piegava il gomito.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora