Prologo

37.3K 845 171
                                    

Varmthus, Bielorussia 11 anni prima

Anne

Varmthus era un piccolo paese disperso sulle montagne, là dove il verde gli alberi andava a ricoprire i profili delle case, dove i boschi, la natura, diventavano luogo di pace e di protezione per i pochi abitanti di quel villaggio.

Per i paesani non c'era cosa più bella che ammirare il tenue e colorato riflesso che il sole, calante, rispecchiava sul lago Grynas; ascoltando il dolce canto degli uccelli e l'illusionistico richiamo della natura.

Quella sera però c'era qualcosa di strano.

Erano solo le cinque del pomeriggio ma il buio era sceso d'improvviso, portando via con sé la naturale e consueta fonte di luce, cosa molto insolita, dato che, in quel periodo il sole tramontava più tardi.
Con il buio era sceso anche il vento, freddo, pungente, che, scendendo dalle montagne, provocava un sibilo e un fruscio di foglie alquanto fastidioso.

Una prospettiva tetra e spaventosa, ma non era il buio o il vento a rendere di per sé quella situazione anormale, era il silenzio.

Il bosco non era mai stato così silenzioso; c'era qualcosa che non andava e Anne lo sapeva benissimo.

Dentro il suo cuore sperava di sbagliarsi, ma sapeva che non era così, il suo intuito non sbagliava mai, ed era sicura che anche questa volta aveva fatto centro.

Continuava a domandarsi, alternando lo sguardo dalla porta al bosco, visibile dalla finestra a cui era affacciata, come avessero fatto a trovarla.

Era sicura di aver fatto perdere le sue tracce, aveva vissuto per sette anni in pace, e allora perché proprio adesso doveva succedere l'inevitabile?

Si mangiucchiò l'unghia della mano tremante, mentre la sua mente progettava con frenesia un possibile piano di fuga.

Se provasse a..... no, troppo rischioso, e se invece....no, la prenderebbero certamente.
Anne era talmente inglobata nei suoi pensieri da non sentire il rumore di passi che, con velocità, scendevano le scale.

-Mamma- la voce melodiosa di sua figlia fece sobbalzare Anne, immersa nei suoi pensieri, che si girò di scatto verso la fonte di quel suono.

Ed eccola lì sua figlia, il più raro dei fiori, la più luminosa delle stelle, il suo angelo sulla terra, la sua stessa ragione di vita

Perché si, lei sarebbe morta pur di fare vivere sua figlia Jane, che in quel momento la stava guardando con un cipiglio alzato, domandandole, in una muta domanda, cosa stesse facendo.

Anne si portò una mano al cuore, che batteva frenetico sotto il suo palmo a causa dello spavento.

Si fermò un attimo ad ammirare quell'angelo che era sua figlia, con i suoi capelli biondi, i suoi dolci, ma
allo stesso tempo definiti, lineamenti, e con i suoi occhi azzurri.

Quegli occhi azzurro ghiaccio, che ad ogni sguardo sembravano leggerle l'anima, sembravano capire i suoi pensieri prima che Anne stessa li capisse.

Quegli occhi che la facevano sentire sempre a casa, perché per quanto sua figlia le somigliasse, gli occhi erano identici a quelli del padre.

Più cercava di non pensarci più lui tornava e si faceva strada, prepotente, non solo nei suoi pensieri, ma anche nel suo cuore assopito da tempo.

Lui, l'unico che avrebbe mai amato.
Lui, colui che l'aveva tradita.

Ragnor

Anne scosse la testa per allontanare quei nostalgici pensieri.
Si concentrò sulla figlia, ancora immobile davanti a lei, con le braccia incrociate sotto il seno, che aspettava una risposta con impazienza.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 ✓Where stories live. Discover now