Capitolo VII: Følges

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Jane sospirò, ancora 60 minuti e poi sarebbe stata libera.

La prof. incomincio a spiegare.
Avrebbe mostrato alcune piante e poi avrebbe interrogato qualcuno su di esse.

Jane sbuffò, era cresciuta in mezzo ad un bosco, e aveva visitato molti continenti, sapeva quasi tutti i nomi delle piante a memoria.
Sarebbe stata una passeggiata per lei.

Si girò indossando i guanti, mentre recuperava una piantina verde, dallo stelo sottile, e dalle lunghe foglie verdi.

-Qualcuno per caso sa dirmi cos'è questa pianta??-

Jane, dopo quella domanda, sentì i grilli cantare.

La classe si era ammutolita di colpo.

La professoressa ghignò in modo sinistro, come se fosse felice che nessuno lo sapesse.

-Eccellente, qualcuno di voi, sa che estratto vegetale si forma con la combinazione di diversi tipi di liane con lo Strychnos??-

La classe rimase in silenzio, nessuno osava fiatare, solamente una mano si alzò.

La sua.

La professoressa apparve sorpresa.
- Signorina Blow, dia alla classe la sua risposta, visto che lo sa-

-Si tratta del curaro, un estratto vegetale tossico, che viene ancora oggi utilizzato nella foresta amazzonica dalle popolazioni indigene come veleno per la caccia-.

La professoressa la guardò stupita, probabilmente non si aspettava che qualcuno conoscesse quel tipo di estratto.

La docente stava per dire qualcos'altro, forse un'altra domanda, ma la campanella suonò, e tutti uscirono di corsa.

Jane fu una delle prime ad uscire.
Appena giunta nel parcheggiò, corse verso la sua moto e schizzò direttamente a casa.

Senza sapere che dall'ingresso della scuola, Asya la fissava allontanarsi confusa e anche abbastanza triste.

******

Ore dopo Jane era stesa sul divano, con le gambe sopra lo schienale e la testa rivolta verso il basso.

Si stava annoiando e anche tanto.
Sbuffando prese il telefono e guardò che ore fossero.
Erano passati solamente tre minuti da quando aveva controllato l'orario per l'ultima volta.

Sbuffò ancora, lanciando malamente il telefono sul divano, mettendosi seduta composta.

Erano solamente le otto di sera e il giorno dopo era domenica, quindi non ci sarebbe stata scuola.

Decise di andarsi a fare una doccia fredda, così magari si sarebbe svegliata un po'.

Svogliatamente, si trascinò fino al bagno, dove aprì il box doccia e girò la manopola dell'acqua sul freddo.

Dal doccione incominciarono a cadere gocce d'acqua.

Si tolse tutti i vestiti riponendoli nella lavatrice, togliendosi anche le lenti a contatto e la catenina d'argento che aveva al collo.

Entrò nella doccia, lasciando cadere le mille gocce fredde sulla sua pelle, che subito divenne piena di brividi.

Sciolse la crocchia disordinata, con la quale aveva legato i capelli appena era tornata a casa, e si bagnò i capelli.

Lasciò andare la testa sotto il doccione fin quando non sentì tutti i muscoli rilassarsi.

Non seppe quanto tempo rimase là dentro, ma quando uscì si sentiva decisamente più sveglia. Ma adesso che si era lavata, si stava annoiando di nuovo.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 ✓Where stories live. Discover now