Amnesia.

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Calum aveva l'intenzione di fare una festa appena tornati a Sydney, ma le circostanze non erano esattamente piacevoli. Sophia migliorava lievemente, ma i medici sembravano sempre e comunque preoccupati per le sue condizioni, e Luke stava con lei giorno e notte. Michael restava a dormire con me, che ero corrosa dentro dai sensi di colpa. L'avevo sempre detestata, Sophia, che colpe non ne aveva manco una. Ma la odiavo perché era la ragazza di Luke, e, se non fosse stato per Mikey, non l'avrei mai potuta perdonare. Ora mi sentivo un mostro, e pensavo ogni secondo che se fosse morta sarei sicuramente finita all'inferno per non averle chiesto scusa in tempo.

Stavamo giocando alla play con Michael e Ashton mentre Eveline preparava un the, quando il telefono squilló.

-Pronto?

-Marta? Marta, Sophia si è svegliata...- mi sussurró con un filo di voce Luke all'altro capo del telefono. Gettai un urlo e scattai in piedi mollando il joystick che finì in testa al mio ragazzo che mi morse un polso per vendetta.

-ODDIO RAGAZZI MARTA SI È SVEGLIATAAAAA

Eveline rovesció il the per terra e corse ad abbracciare Ashton che le baciava la fronte, il naso, gli occhi, ridendo come una school girl.Michael si mise in piedi accanto a me e mi strinse una mano dolcemente.

-Luke, veniamo subito!

-Si.

Non sembrava tanto entusiasta a giudicare dal suo tono di voce pallido e spento.

-Va tutto bene?

-Sbrigatevi.

Misi giú e afferrai una giacca distrattamente prima di correre alla macchina con gli altri. Un brutto presentimento mi prese alla gola, e Michael se ne accorse. Mi carezzó una guancia con un dito freddo e mi sorrise malinconicamente.

-Cos'hai, babe?

-Ho un brutto presentimento Michael.

-Cosa?

Click.

-Non... Non ricordo, lascia perdere.

**

AMNESIA.

Una parola, sette lettere, un incubo.

Sophia non riconobbe nemmeno il volto di Luke, che fu il primo a vedere al suo risveglio. Eveline le aveva addirittura portato il peluche del leoncino che le aveva regalato il suo ragazzo, ma non ricordava nulla. Carta bianca.

-È un effetto collaterale dell'incidente.

È un effetto collaterale del morire, pensai alle parole di John Green osservando il tubicino che passava dal braccio della ragazza a una sacchetta di liquido giallastro.

-Sophia, mi dispiace..- le sussurrai, carezzandole una mano.

Mi guardó con la fronte corrugata.

-E di cosa?

Scoppiai a piangere, crollando in ginocchio al suo fianco.

-Di tutto. Tesoro, mi dispiace per tutto..

Eravamo felici che si fosse svegliata, ma ci sarebbe stato davvero tanto lavoro da fare, tante cose da cancellare e riscrivere da capo. E Luke, per primo, era insicuro di riuscirci. La ragazza fu dimessa pochi giorni dopo, e andavamo praticamente ogni giorno a farle visita, fingendo che fosse tutto normale. Ma le cose com'erano un tempo sapevamo che non sarebbero più state le stesse. E lo si poteva percepire anche solo dalla freddezza del corpo di Sophia quando sfiorava accidentalmente quello di Luke. A quanto io possa ricordare, non si presero più per mano, non si baciarono più, non si toccarono più.

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