Ferite aperte.

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A guardarlo bene, Michael sembrava un fantasmino con solo i capelli visibili.

-Non ho ancora capito bene... ma noi qua cosa ci facciamo?- chiese a un certo punto Marta guardandolo di soppiatto.

-Bè... guardiamo il mondo, non ti basta?

Erano seduti sopra il guardrail da almeno mezz'ora a osservare le luci che si accendevano sotto i loro occhi. Quelli di Michael verdi, quasi grigi e sottili, quelli di Marta color cioccolata, grandi, all'insù. Lui insicuro, timido, chiuso e bisognoso di attenzioni, lei forte e sfacciata, con tutta la vita che le esplodeva dentro ancora da vivere. Si erano incrociati per strada e... o meglio, lui l'aveva quasi messa sotto con la bicicletta poi le aveva proposto un passaggio a casa ma si era perso.

-Sei un disastro Michael!- aveva riso lei indicando poi quella collinetta che dava sulla città. E ora erano lì seduti, sopra il tetto del mondo, insieme. E lui più la guardava, più si innamorava, era davvero troppo bella.

-Mi sento stupido a dirtelo, però mi ha fatto male che quella sera, dopo che Sophia e Luke hanno rotto, tu sia andata da lui ad abbracciarlo. Mi sentivo un peso, mi sentivo di troppo... come mi sento sempre quando c'è anche il biondo nei paraggi...- buttò fuori il ragazzo tutto d'un colpo, toccandosi i capelli che ora erano di un verde abbagliante.

-Cosa intendi dire? Io l'ho abbracciato solo per consolarlo...- mentì Marta. L'aveva fatto perchè era felice che Luke ora fosse single, le piaceva l'idea di avere almeno una possibilità su un millesimo di poter riuscire a stare con lui.

-Marta lo so che ti piace...si vede dagli occhi che ti brillano quando lo guardi, si vede dalla risata che hai con lui che non è la stessa che usi con me... è chiaro come il sole.

-Mi riferivo al fatto che ti senti un peso e fuori luogo...- cercò di sviare il discorso la ragazza portandosi le ginocchia al petto e abbracciandosi le gambe, con un fare innocente che non era per niente suo. Era più una mossa da Eveline quella, ma in quel momento decise di rubargliela.

-Io e Luke ci odiavamo, non lo potevo vedere l'anno scorso. Poi è nata l'idea del gruppo e dato che Calum ha insistito tanto perchè ne facessi parte anche io, ora mi ritrovo a suonare nella sua stessa band, però... non ho mai accettato il fatto che lui sia migliore di me in tutto.

-Michael ma cosa dici!? Lui non è migliore di te!- Marta detto questo si avvicinò di più a lui e gli carezzò una guancia. Non sapeva manco lei perchè lo stava facendo, ma sentiva che non ci sarebbe stato attimo migliore per farlo. Aveva la pelle liscissima, niente barba, niente graffi, solo pelle, come quella che si ha da piccoli. E Michael lo sembrava, piccolo, anche in quel momento, dal carattere fragile che si sarebbe potuto frantumare in un secondo.

-Ques'anno sarà l'ultimo anno di liceo e sono felice di scappare da quella merda. Ho passato i quattro anni peggiori della mia vita lì dentro. Luke è sempre stato il divo, quello amato da tutti, quello che sembra stronzo e che alle ragazze piace da morire proprio perchè E' STRONZO ESATTAMENTE COME SEMBRA. E io sai chi ero, Marta? Sai chi ero prima dei 5sos? Io ero l'escluso. Ero l'emarginato, quello che a ricreazione e a pranzo stava sempre solo perchè nessuno voleva sedersi vicino a uno strano che si tinge i capelli, si fa i piercing da solo e ama i tatuaggi e il rock puro. Uno così è da tenere alla larga, e io infatti stavo alla larga da tutto. Mi chiudevo in camera per sere e notti intere a stare sveglio ascoltando musica e suonando. Ma io non suonavo per gli altri, io suonavo per me e basta, perchè è l'unica cosa che mi ha sempre fatto stare bene. Luke invece suona per gli altri, per piacere, e infatti piace un casino, e sai cosa mi fa più rabbia? Che anche a me piacerebbe per una volta piacere almeno un briciolo in più di quanto piace lui. Ma non agli altri, degli altri non mi importa. Mi riferisco solo, ed esclusivamente a te.Marta perse un battito e smise per un attimo di respirare, come se le avessero dato una pugnalata allo stomaco, o forse un po' più su, a sinistra, nel petto.

Lo baciò. Fece in fretta, durò solo un minuto, il tempo di poggiare le sue labbra rosse di rossetto sopra le sue, rosse di ferite e screpolate di mancanze, e poì se ne andò via, senza nemmeno salutarlo.

Scappò da lui perchè sapeva che gli avrebbe fatto male, sapeva che lo stava illudendo e basta, o forse, in fondo, era solo lei a illudere sè stessa, di non iniziare ad amarlo.

☾A inchiodare stelle | 5sos☽Where stories live. Discover now