Crash.

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A volte capita che le cose più inaspettate ci accechino quando avvengono. Non te le aspetti, non sei preparato, non sai che da un momento all'altro la tua vita potrebbe cambiare. È così che andò, anche quella volta, ma, a differenza del passato, scavó un solco profondo, una ferita rossa e vuota, sanguinante, dentro l'animo di Luke.

Luke, mi senti?

Era successo tutto così in fretta, che non se n'era nemmeno accorta.

Erano passati quasi quattro mesi dalla partenza dei ragazzi, e il tour era finalmente finito. Sophia stava andando all'aeroporto a prenderli, perché il ragazzo l'aveva avvisata che sarebbero tornati proprio quel giorno, quella mattina di febbraio, quella dannata mattina, ma le altre non lo sapevano. Ashton e Michael volevano fare una sorpresa alle ragazze, mentre Luke non si era trattenuto e l'aveva voluto dire alla sua leoncina a tutti i costi. Le aveva comprato i fiori, un peluche e una maglietta dell'Hard Rock di Las Vegas, che lei collezionava da anni. Sarebbe stato tutto così perfetto.

Luke, sto male. Cosa faccio adesso?

Era partita la mattina presto, Sophia. Si era messa in macchina, aveva allacciato la cintura, aveva mandato un messaggio a Ev dicendole che a scuola non sarebbe andata perché aveva mal di pancia, 'cose femminili si sa.'

La strada era libera, ma la nebbia si insinuava ovunque, tra gli alberi, tra le case, sull'asfalto freddo, tra gli occhi. Sophia stava congelando e, mentre accendeva il riscaldamento

Click.

Una frenata, un camion, l'autista che grida, l'ambulanza, il rosso.

È un colore che piace a Luke, il rosso. O forse era il blu. Non ricordo bene. Qua é tutto così incolore, così triste senza di lui.

L' ambulanza era arrivata pochi minuti dopo, ma già la situazione era sembrata critica. Eveline e Marta corsero all'ospedale in preda al panico, e, quando videro l'amica intubata, pallida, con i capelli sporchi di sangue e la mascherina che le copriva più della metà del viso, piansero inginocchiate accanto a lei.

Tesoro, come sei bella... Respira, tesoro, non smettere. Resisti, che sei forte tu, Sophia. Sei molto più forte di me e Marta messe insieme. Resisti, tesoro, ti prego. Fallo per Luke...

Eveline non sapeva nemmeno se poteva sentirla, ma poco importava. I medici dicevano di parlarle, di farsi sentire, e ciò bastava. Quando poi videro dalla porticina bianca della piccola stanza della ragazza entrare quattro figure bianche di paura e già abbattute dal dolore, Eveline si precipitó da loro. Marta rimase concentrata a carezzare i capelli di Sophia, mentre Michael le baciava dolcemente la fronte, e le carezzava le spalle per farsi forza a vicenda. Eveline abbracció Luke che crolló in un pianto soffocato, insieme a Calum che non resse la situazione e uscì subito dalla sala, mentre Ashton prendeva una sedia e la affiancava a quella di Eveline. Non era così che doveva andare, non era quello il ritorno che avevano sognato. Luke si avvicinó a Sophia e le bació la poca pelle che aveva scoperta o non ricoperta da ferite e lesioni, e si sedette proprio al suo fianco, dalla parte del cuore. Eveline si strinse nella giacca di Ashton mentre lasciavano l'ospedale, preferendo lasciare i loro spazi a Luke e alla sua ragazza, che aveva bisogno così tanto di lui in quel momento. Michael e Marta tornarono a casa con gli altri, mentre Calum era praticamente sparito. Faceva tanto il forte, ma era stato un duro colpo per lui. Mostruosamente duro.

Durante il tragitto verso casa, non si erano scambiati nemmeno una parola, non ce n'era bisogno. Ma arrivati a casa di Michael, si coricarono tutti sul parquet lucido, coi loro sacchi a pelo, e si addormentarono le une fra le braccia degli altri, sorreggendosi a vicenda.

Dall'altra parte della città, Luke stringeva Sophia come poteva, a cercare di non farla morire.

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