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Dopo quella sera i ragazzi le invitarono ad andare alle loro prove a casa Hood ma solo dopo aver strappato a Marta la promessa di non picchiare nessuno stavolta. Eveline assicurò loro che non ci sarebbero state vittime e così le ragazze andarono come concordato a casa di Calum.

Le prove erano un momento più di gioco che di lavoro, Ashton rideva ogni cinque secondi, Michael faceva le linguacce a Calum che ogni tanto gli tirava un calcio sugli stinchi per farlo stare buono e Luke cantava con più energia del solito. E' l'amore, pensava il batterista osservando lo sguardo azzurro dell'amico perdersi in quello color cioccolato di Marta.

Eveline si alzò dal divano improvvisamente per andare a sedersi su uno sgabello accanto ad Ash.

-Vuoi che ti insegni, baby?

-Se la smetti di fare queste voci improponibili si!- rise lei prendendo le bacchette. Dopo due minuti Ashton la fece smettere perchè stava praticamente sfondando la batteria.

-SEI PICCOLA OKEY MA LA DELICATEZZA NON E' IL TUO FORTE CAZZO!- gridò il ragazzo riprendendo il suo posto mentre tutti ridevano davanti alla scena.

-Sei uno stronzo, Ash!- rise Eveline dandogli un pugno sulla spalla e lui fece finta di svenire dal dolore.

-Ehy Ev, che ne dici di cantare?- propose Luke sorridendo alla ragazza che inizialmente si rifiutò ma Calum la prese per un piede e la trascinò fin davanti al microfono.

-Ecco, ora alzati e cammina e canta. Amen.- concluse Michael provando qualche accordo con la chitarra prima di cominciare.

Il duetto con Calum fu disastroso perchè finirono per cantare Jingle Bells, ed erano appena agli inizi di settembre. Quello con Luke ancora peggio, si misero a fare i versi degli animali della bella fattoria ma bisogna dire che Michael imitava il maiale perfettamente. Marta sul divano li guardava e rideva come una disperata.

Poi la situazione tornò rilassata, le ragazze si misero buone buone ad ascoltarli mentre cantavano la cover di She will be loved dei Maroon 5, e Ash insistette per avere un microfono pure lui.

Ev sorrideva mentre lui cantava I don't mind spending everyday
Out on your corner in the pouring rain
Look for the girl with the broken smile
Ask her if she wants to stay awhile
And she will be loved
And she will be loved...

Marta anche ascoltava Luke cantare, e poi Michael, e poi di nuovo Luke, e poi Michael ancora.

Alla fine della canzone i ragazzi andarono a mettere a posto gli strumenti e a preparare la cena. Ashton prese invece Eveline per mano e la portò fuori in giardino. Si sedettero sui gradini e subito la ragazza gli scompigliò i capelli.

-Sembri un cagnolino bagnato ahahha sei tutto sudatoo

-Sudato è sexy!- si difese Ash mettendole un braccio attorno alle spalle.

-Ashton...

-Eh?

-I'm happy- sussurrò con l'accento più australiano che riuscì ad assumere.

Il ragazzo sorrideva, e aveva ancora più caldo di prima. Si sarebbe tolto volentieri la maglietta dei Nirvana ma non gli sembrava il caso.

-Ev..?

-Eh?

-Me lo dici da cos'è che ti dovevo salvare?

Eveline lo guardò con aria interrogativa e il ragazzo le spiegò del biglietto. Dava per scontato che l'amica gliel'avesse detto, ormai erano passati quasi due mesi dal concerto, ma evidentemente non era così. Quando glielo raccontò Ev sbiancò.

-Non so cosa intendesse Marta...forse dalla mia fragilità. O forse, da me stessa.

Ashton la guardò senza dire niente. Sembrava così piccola ma ne aveva dovute passare tante, si vedeva dai suoi occhi, così belli ma così tristi.

-Io vengo da Milano. Mio padre e mia madre sono londinesi che si sono trasferiti in Italia per lavoro, ma originariamente vivevano qua, a Sydney. Studiavo pianoforte alla Scala, ho iniziato da piccola, è stata mamma a trasmettermi la passione, e avevo davanti una carriera brillante laggiù in Europa, o almeno ci speravo, ci credevo davvero. Stavo per completare gli studi, poi la nonna australiana si è ammalata, ha cominciare ad avere dolori, non mangiava, stava per andarsene. E da lì cominciò il calvario, e le valigie da fare, e il corso di inglese accelerato, e i passaporti, e il casino. Avevo un saggio da portare a termine prima di partire per l'Australia e un esame. L'esame fallì e non ottenni il mio diploma, e il saggio fu uno schifo, mi sono fermata a metà esibizione perchè stavo facendo solo una figuraccia, mi tremavano le mani, avevo la testa piena di troppe cose e..e non ce l'ho fatta. Sono venuta qua in Australia con lo spirito della perdente e con una rabbia incredibile contro non so chi esattamente, che la colpa in fondo non è mica di nessuno se non forse un po' mia, per essermi lasciata andare, per essermi arresa. I primi mesi qua sono stati un inferno, poi è arrivata Marta e poi siete arrivati voi e... e, Ash, mi avete davvero salvata.

Ashton sorrise, non le aveva chiesto nulla e quella confessione valeva più di tutto l'oro del mondo per lui. Era la prima volta che lo raccontava, che si raccontava, e lui lo capì. Le carezzò i capelli e glieli mise dietro l'orecchio.

-Ev, ti va se ci diamo una mano?

-A fare?

-A crescere insieme. Ne abbiamo di strada da fare, noi due, no?

-Insieme?

-Insieme.

Si sorrisero e Ashton la baciò. Sentì le sue labbra schiudersi e la tristezza scivolarle via di dosso, lungo le guance sotto forma di lacrime, che bagnavano anche il viso del ragazzo e si mischiavano al loro sapore, al sentimento di solitudine che lentamente andava via, si consumava, come loro si consumavano le labbra, la lingua, i denti tra morsi e baci, e non ne avevano mai abbastanza.

-Ehy Ev...

-Eh?

-Sei tu che mi hai salvato.

☾A inchiodare stelle | 5sos☽Where stories live. Discover now