64-La fine di un viaggio durato 64 pagine.

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-Mamma...

Accesi la luce e mi stropicciai gli occhi. Mi voltai dalla parte da cui proveniva la vocina di Axel.
Lo guardai: era in piedi con addosso il suo pigiamino azzurro e verde un po' ammaccato durante il sonno, il peluche del cavallo che adorava tanto era stretto tra le braccine e gli occhi lucidi.

-Tesoro, hai la febbre? Vieni qui. Tua sorella?

In quel momento Astrid comparve da dietro l'uscio della camera da letto.
Sembrava non essere molto in forma nemmeno lei.
Non parlavano e mi stavo iniziando a preoccupare.

-Che è successo?

-Ho fatto un incubo e quando mi sono svegliato Astrid mi ha detto di averlo fatto anche lei.

"Che dolci..." pensai.

-Forza, venite a dormire nel lettone di mamma!

Sapevo quanto li avrebbe resi felici, amavano stare nel mio letto, dicevano che era «più sicuro dai mostri».
I piccoli corsero verso il letto e saltarono su tra risatine e cigolii delle molle.
Alla fine ci sistemammo: io in mezzo, Axel a destra verso la finestra e Astrid  a sinistra.

-Adesso state bene? Qui i mostri scompaiono!

Risero angelicamente.

-Vi va di raccontare alla mamma cosa avete sognato? Astrid?

Lei cucì le labbra e scosse la testa.

-Eh va bene. Ax?

-Ho visto una nave spaziale, come quelle di Star Wars, però un po' diversa. Ad un certo punto esplode e tutte le persone che erano dentro iniziano ad urlare.

Raccontò Axel con la noncuranza dei bambini. Trovai il sogno inquietante, un brutto ricordo del passato. Erano passati più di cinque anni dall'attacco di Thanos alla nostra nave. Ormai Loki era solamente un'ombra viva nel mio cuore, l'avevo intrappolata tra dolore e rabbia. Aveva detto che sarebbe tornato il prima possibile, ma ancora dopo più di cinque anni non si era fatto vivo.
Qui, sulla terra si svolsero tante battaglie contro Thanos, lui distrusse metà della popolazione dell'universo mandando in crisi l'altra metà sopravvissuta, poi ci fu un'altra battaglia ancora più epica e gloriosa dove sta volta il Titano perì.
Io ero stanca e non ricordavo nemmeno come si usavano i poteri magici, ero diventata una midgardiana...non partecipai nemmeno alle lotte contro Thanos sia per i miei figli, sia perché dopo Loki qualcosa smise di funzionare dentro di me, non avevo più la voglia di azione che avevo prima, semplicemente non mi interessava più nulla in quell'ambito.
Quindi iniziai la mia vita midgardiana, trovai un'appartamento economico, un lavoro da cameriera e continuavo così.
Non avevo notizie di nessuno.
Pensavo di essere l'unica asgardiana su Midgard e forse anche l'ultima in vita...

-Be' hai una grande fantasia, figlio mio. Un po' inquietante ma è sempre una qualità. Dai, adesso dormite piccoli e non pensate più a nulla.

Purtroppo, di dormire non se ne parlava.

-Mamma, Fenrir vuole una storia.

Diceva Axel. Fenrir è il suo cavallo di peluche, aveva deciso di chiamarlo così.

-La vuole Fenrir o tu?

Gli solleticai la pancia con entrambe le mani e lui scoppiò a ridere.

-Mamma ho freddo.

Sta volta era Astrid ad avere parlato. Smisi di fare il solletico ad Axel e mi voltai verso la bambina.
La sua pelle aveva assunto un colorito cianotico e gli occhi le diventarono più tendenti al bordeaux che al marrone scuro.
Sinceramente non mi allarmai, tanto quei giorni Astrid stava sperimentando involontariamente i suoi poteri. Mi alzai dal letto e presi subito una coperta in più e ci involtolai la bambina che era fredda come il ghiaccio.

Crush on Mr. Bad BoyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora