19-Troppo vero.

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Poco tempo dopo il suono di zoccoli di un cavallo al galoppo anticiparono l'arrivo di Heimdall, non lo avevo mai visto, o almeno non ricordavo di averlo visto. Io continuavo a morire dentro, la gola mi bruciava e le lacrime continuavano a sgorgare a fiumi. Perchè? Perchè provavo tutta quella tristezza e sofferenza per aver perso colui che mi aveva mentito spudoratamente? Perchè ero così distrutta per aver perso quella persona che mi aveva incantato sin dal primo momento? Mi vennero in mente tutti i momenti con lui: quando lo vidi per la prima volta nudo nel mio bagno, quando mi mostró il tesseract, quando  mi vide a terra ferita e quando mi disse quelle due ultime glaciali parole:
Addio Andromeda.
Il mio pianto si intensificó, mi sarei voluta lanciare nell'abisso e raggiungerlo. Mi sentii accarezzare i capelli, riuscii ad parire leggermente gli occhi: un uomo era inginocchiato vicino a me, era di una bellezza antica, la sua pelle così scura e lucente, gli occhi erano di un raro arancione scintillante, sul mento una barbetta curata era leggermente visibile. Supposi che fosse Heimdall.

-Andromeda ascoltami, devi farti forza. Sei una ragazza forte, figlia mia. Supererai anche questa. Fidati di me: tutto si sistemerà.

Figlia mia? Tutto si sistemerà?! Avevo appena perso un pezzo di cuore, come poteva mettersi tutto apposto??

-Di cosa stai parlando!? NIENTE SI SISTEMERÀ! NIENTE TORNERÀ MAI COME PRI..

La trachea si contrasse mozzandomi il fiato. Ricaddi nel pianto disperato di prima e portai il braccio buono intorno al collo di Heimdall. Non so perchè lo feci, ma avevo bisogno di affetto e supporto. Piano piano la distruzione interiore andó scemando e inizió quella esteriore. La ferita alla scapola inizió a pulsare terribilmente. Quasi svenni dal dolore. Heimdall mi aiutó a rimettermi in piedi.

-Ti porteremo da un guaritore, cerca di rimanere sveglia.

Mi cedettero le gambe, ma fui presa al volo prima che arrivassi a terra di faccia.

-Heimdall vuoi una mano?

Chiese Odino, non ricordavo che fosse ancora lì.

-No mio Re, la porteró al castello a cavallo. Voi dovrete pensare alla vostra famiglia ora.

Rispose Heimdall, che mi prese per i fianchi e mi tiró su, per poi farmi sedere sulla sella del cavallo. Con un gesto atletico salì anche lui e si mise seduto dietro di me. Odino era scomparso.

-Ora se vuoi appoggia la testa sul mio petto e riposati, piangi, sfogati. Non cadrai, ci sono io con te.

Quelle parole mi scaldarono il cuore. Non appena posai la testa sul suo petto mi addormentai.

Mi svegliai il mattino seguente. La testa mi faceva male e avevo un ricordo sfocato: Laufey, Odino, Thor, Heimdall e poi c'era Loki che cadeva dal ponte del Bifrost e— no impossibile, era stato soltanto un incubo. Allungai le braccia in alto per stiracchiarmi, ma appena alzai il braccio destro provai un dolore accecante che mi fece gemere. No,no,non poteva essere vero. Una fasciatura partiva dal gomito, fino ad arrivare alla spalla, poi un' altra andava dalla spalla sinistra alla penultima costola a destra, passando fra i seni, come se fosse una borsa da portare a tracolla. Mi alzai barcollante dal letto, non c'era una parte del mio corpo che non dolesse. Il bel sole mattutino mi colpì in faccia appena mi avvicinai alla finestra. Il mio sguardo si soffermó sul Bifrost, o almeno dove avrebbe dovuto essere (sforzo incredibile di neuroni). Il ponte dell'Arcobaleno finiva bruscamente insieme alle cascate di Asgard. Una lacrima solitaria scese dal mio occhio sinistro. Andai verso il bagno e mi sciacquai il viso, ficcai la faccia nel morbido asciugamano di spugna e mi asciugai, poi mi guardai allo specchio, avevo un aspetto..terrificante? Gli occhi azzurri erano arrossati, non avevo la solita bella cera scura ed ero piena di taglietti e ferite superficiali, una abbastanza profonda che divideva il sopracciglio destro in diagonale. Sentii bussare. Uscii dal bagno e aprii la porta. Era Thor e aveva un aspetto terribile, non secondo al mio.

-Posso?

-Entra pure.

Si chiuse la porta alle spalle. Mi chiesi se aveva dormito almeno qualche ora, dato che sfoggiava delle occhiaie spaventose.

-Ti ho svegliato? Perdonami non era mia intenzione, me ne vado subito se..

Lo interruppi.

-No, ero sveglia. So che è una domanda inutile, ma te lo chiedo comunque: come stai?

Scosse la testa.

-Già mi manca. Sai, quando eravamo piccoli si trasformó in un serpente, e lui sapeva quanto io amo i serpenti, così quando mi avvicinai, lui saltò su e mi pugnalò urlando "Aaah sono ioo". Avevamo otto anni a quel tempo.

Sorrisi, immaginandomeli così piccoli. Loki non era cambiato, da lui ci si poteva aspettare di tutto, tranne che morisse in quel modo.

-Anche a me manca. Parecchio.

Thor si sedette sul mio letto, sospirando.

-E tu invece,come stai?

Io mi strinsi nelle spalle.

-A parte qualche ferita, sono ok. Però lui..cioè io..

Thor si alzò dal letto di scatto, si avvicinò e mi abbracciò. Sentii ogni muscolo cedere e iniziare a bruciare, però un bell'abbraccio serviva ad entrambi.

-Quanto mi sei mancata...

Si staccò e guardai il pavimento, imbarazzata. Thor non sapeva della mia perdita di memoria e io non ricordavo assolutamente niente di lui, o noi.

-C'è qualcosa che non va? Sembra che tu non mi riconosca più.

Sussurrò il Dio del Tuono.

-Siediti. Devo dirti qualcosa, ma prometti di non arrabbiarti?

Chiesi cautamente. Gli occhi di Thor scintillarono.

-Certo, dimmi tutto quello che vuoi.

Iniziai la mia storiella su Loki che mi cancellava la memoria, ma non entrai troppo nei particolari. Finito di raccontare l'atmosfera nella camera parve diventare più cupa, anzi diventò più cupa. Guardai fuori dalla finestra e il sole era coperto da una spessa coltre di nuvole grigie e tempolaresche. Iniziò a piovere, prima piano e poi sempre più forte, trasformandosi in un vero e proprio temporale dotato di tuoni e fulmini. Guardai Thor che era seduto sul letto con nonchalance, certo turbato per ciò che era successo. Sicuramente era colpa sua del brusco cambiamento di tempo. Accesi la luce e poi lo raggiunsi.

-Terribile. Mio fratello ti ha fatto delle cose terribili. Giuro che se fosse qui io lo avrei già...ma purtroppo non è qui. Fammi capire una cosa: dopo tutto ciò che ti ha fatto tu continui ad amarlo?

Avvampai.

-Io non lo amo e non lo amavo.

Thor scosse la testa.

-L'ho capito dal tuo pianto. Era la cosa più straziante e piena di dolore che avessi mai visto e sentito. Le lacrime che hai pianto erano amare e piene di sentimenti nascosti.

Si alzò dal letto e mi accarezzò il braccio sinistro, poi sta volta toccò a me abbracciarlo, mi lanciai tra le sue braccia, ignorando ogni dolore. Piansi silenziosamente. Con delle pacche sulla schiena Thor si congedò, ma poco prima di uscire dalla stanza disse:

-Qualcuno vuole parlarti. Mettiti qualcosa e scendi al piano terra. Certo, non che non mi piaccia la maglia del Team Valchirie, sai dove posso trovarne una?

Strizzò l'occhio destro e poi chiuse la porta. Perchè tutti giudicavano la mia Team Valchirie?? Comunque, con più difficoltà o meno mi vestii, mi detti una lavata e poi uscii dalla stanza. Scesi le scale aggrappandomi allo scorrimano.

Crush on Mr. Bad BoyWhere stories live. Discover now