Capitolo 44

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L'amicizia è uno dei termini più complicati da identificare e da comprendere. Probabilmente al riguardo ci sarà addirittura una teoria filosofica che possa spiegare questo elemento mistico.

Se si chiede ad un bambino il significato della parola amicizia sicuramente risponderà pronunciando il nome del bambino con cui gioca e passa la maggior parte del tempo,se si chiede ad un adulto nella maggior parte dei casi rimarrà per un attimo in uno stato di trance,probabilmente troppo preso dai numerosi flash di ricordi che lo staranno invadendo in quel momento, ma subito dopo ti racconterà della sua amicizia passata facendotela passare come la migliore mai vissuta e avuta...ma si può definire "migliore" qualcosa che non c'è più? Possiamo davvero continuare ad affermare con estrema certezza che qualcosa sia stato uno straordinario periodo nonostante ora,nel presente,o magari tra qualche mese o anno,cesserà di esistere?

Io appartengo decisamente alla categoria dei bambini...alla domanda "Qual è il significato di amicizia?" io risponderei senza esitare con un solo ed unico nome

Ed è proprio quel nome che da giorni mi tormenta senza sosta;

"Nate piantala o giuro che ti pianto una forchetta nel palmo della mano" urla ridendo Leo facendo scoppiare a ridere anche il biondo in una fragorosa risata liberatoria che raggiunge anche gli occhi facendoli brillare di luce propria.

"Dammi una cazzo di patatina e ti lascerò in pace razza di egoista ingrato di un fratello" risponde Nate ridacchiando e assestando uno schiaffo dietro la testa al mio migliore amico che prende ad agitare la mano per schiaffeggiarlo di conseguenza senza successo


Alzo gli occhi al cielo per la loro infantilità e mi sollevo dallo sgabello sporgendomi sul tavolo della cucina raggiungendo la pizza di Leo...afferro ben 3 patatine mentre lui è ancora intento a battibeccare con Nate e torno al mio posto molto tranquilla

Nate volta lo sguardo scioccato da questa mia azione attirando cosi anche l'attenzione del mio migliore amico che mi guarda serio per poi scuotere la testa e scoppiare a ridere

"Ma scherziamo?" urla Nate guardandomi mentre io infilandomi una patatina in bocca alzo le spalle disinteressata

"com'è che dice il proverbio? Tra i due litiganti il terzo gode" concludo la mia teoria fiera di me stessa infilandomi in bocca anche la seconda patatina rubata

"Fratelloo non dici niente? Lei può e io no? Sono io il sangue del tuo sangue" rincara la dose il biondo sconvolto

"quando avrai la figa potrò pensarci su,fino ad allora lei potrà rubarmi tutte le patatine del mondo e tu potrai continuare a tentare invano  di ottenerne anche solo una briciola" sogghigna il fratello minore facendo così irritare Nate ancora di più.

una suoneria Rock invade la stanza circostante facendo voltare me e Nate verso Leo consapevoli dell'appartenenza

Leo posa il trancio di pizza nella scatola e afferra dalla tasca del pantaloncino della tuta il cellulare.

Non appena i suoi occhi si posano sullo schermo illuminato la sua espressione al principio serena ed ancora divertita tramuta oscurandosi e aggrotta la fronte quasi confuso e leggermente scosso.

Lancio uno sguardo lascivo al biondo seduto vicino a lui che, senza il bisogno di aggiungere nulla, allunga il collo in un vano tentativo di vedere chi sia il mittente della chiamata...ma prima che i suoi occhi riescano a posarsi sul telefono Leo si alza goffo e un po' agitato

"Tutto bene Leo?" domando prontamente

"Cosa?" chiede lui confuso come se fino a quel momento non avesse sentito una sola parola e si fosse isolato concentrandosi solo ed esclusivamente su quella chiamata

TRUTH OR DARE?Where stories live. Discover now