Capitolo 17

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Arrivo a casa che sono grondante di sudore e furiosa col mondo intero. Non perdo nemmeno tempo a vedere se C'è la macchina di Nate o quella dei miei genitori.

Prendo le chiavi dalla mia borsa e apro velocemente la porta di casa catapultandomi in bagno e in seguito sotto la doccia.

Mi faccio travolgere dal getto dell'acqua bollente che fa bruciare e arrossare la mia pelle ma me ne frego perchè ho bisogno di farmi del male in questo momento e sono consapevole del fatto che farò lo stesso anche alla festa di Jenna. 

So che vedrò e sentirò cose che non mi piaceranno per nulla ma ho fatto quella telefonata ad Alyssa proprio perchè voglio vedere e sentire le peggio cose per poter avere la scusa di sfogarmi con chiunque ostacoli il mio cammino. 

Esco dalla doccia quando sento la porta di casa sbattere facendomi capire che i miei hanno fatto ritorno a casa e che mi aspetta una bella ramanzina. Indosso l'accappatoio e faccio in tempo a strizzare i capelli privandoli delle gocce che grondavano dalle punte che la porta del bagno si apre in un tonfo e ne fa il suo ingresso mio padre che ha esattamente lo sguardo che mi aspettavo...è furioso. Ma non mi faccio trovare impreparata. 

"Cosa cazzo vi è passato per la testa?" dice subito "Non so di cosa tu stia parlando" rispondo indifferente iniziando a pettinarmi i capelli "Non sai di cosa sto parlando? Oh ma davvero? Quindi ho piantato io tutte quelle scenate imbarazzanti?" sussurra lui rabbioso assottigliando gli occhi cercando di intimorirmi fallendo miseramente "Puoi anche smetterla di fare il padre incazzato e minaccioso. Non riceverai nessuna scusa per ciò che è successo oggi perchè non c'è nulla per cui chiedere scusa." rispondo a mia volta alzando le spalle come se la cosa non mi toccasse minimamente. 

"Non so cosa sia preso a tutti e tre oggi ma dovete darvi una regolata. Da Nate mi posso aspettare un tale comportamento ma da te e Leo proprio no" mi dice lui ed è qui che scoppio. Faccio sbattere la spazzola sul lavandino provocando un tonfo che fa spaventare  mio padre il quale sbarra gli occhi e fa un passo indietro. 

"Qua volevo proprio arrivare caro papà. Cos'abbiamo io e Leo di diverso da doverci comportare sempre seguendo il bonton?  Nate prova lo stesso senso di impotenza e dolore che provo io. Non cambia un cazzo. Non usare due pesi e due misure. Quella notte non c'era solo Nate. C'ero anche io,sono stata io la prima a soccorrere il mio ragazzo nonostante fossi stordita e avessi un pezzo di vetro conficcato nella gamba. IO l'ho visto mentre respirava a fatica,IO l'ho visto preoccuparsi per me nonostante fosse consapevole di quello che stava succedendo e sempre IO l'ho tenuto tra le braccia mentre si spegneva lentamente lasciandomi un vuoto dentro che nessuno sarà mai in grado di colmare. Mi sono ritrovata con il corpo senza vita del ragazzo che amavo stretto a me mentre vedevo il sangue che usciva da tutte le parti. IO papà!! ma a qualcuno frega qualcosa di questo? qualcuno se ne ricorda? " urlo iniziando successivamente a tremare come una foglia 

"Kath..." prova a dire mio padre mentre vedo dietro di lui mia madre in lacrime con la mano sulla bocca che cerca di calmare il suo respiro cosa  che io non riesco a fare perchè dire tutto questo ad alta voce ha riportato tutto a galla colpendomi in faccia come uno schiaffo. 

"NO! Non voglio sentire niente. Voglio essere lasciata in pace. Stasera esco e non aspettatemi svegli,se mi gira potrei anche non tornare a casa." dico sorpassandoli ma mi incespico sui miei passi quando vedo Nate e Leo che mi guardano con li occhi sbarrati,ma quando incontrano il mio sguardo abbassano il loro colpevoli. 

"Bravi. Non guardatemi in faccia. Mi fate schifo entrambi. Siete tutti una banda di egoisti che non sanno quando fermarsi" sputo acida 

"Kath" mi chiama Nate alzando la testa e puntando i suoi occhi verdi nei miei trasparenti e freddi come il ghiaccio. 

TRUTH OR DARE?Where stories live. Discover now