Capitolo 20

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In quello sgabuzzino è calato un silenzio assordante dopo che le nostre labbra hanno esalato l'ultimo pizzico di voce per sussurrare l'uno il nome dell'altro.

Io sono totalmente immobilizzata sul posto e non riesco a fare altro che far sgorgare lacrime silenziose dai miei occhi mentre il mio respiro si fa sempre più incalzato e la testa inizia a girare senza sosta ponendomi continuamente domande su domande alle quali non trovo risposta.

Nate sembra più confuso di me e continua a stringere il braccialetto in un pugno con gli occhi stretti in due fessure mentre si morde il labbro inferiore in maniera sconnessa e nervosa.

Mi asciugo le lacrime e controllando il mio respiro mi soffermo ad osservare il meraviglioso ragazzo difronte a me dall'anima nera e tormentata come la mia.

Mi soffermo ad osservare la sua mano stretta intorno all'incubo in cui siamo entrati senza averlo chiesto e noto delle gocce di sangue cadere al suolo creando un rumore più potente ed insopportabile dei nostri pensieri che ci stanno mangiando vivi mozzandoci il respiro e non facendoci pensare minimamente a quello che si trova fuori da queste quattro mura.

"Nate,ti stai facendo male smettila" dico strattonandogli il braccio.

Molla la presa e il braccialetto cade sul sangue versato dal biondo. La sua testa scatta nella mia direzione

Inizio a scuotere la testa "non lo so Nate non ci sto capendo più nulla. Che cazzo ci fa qua questo bracciale?? Siamo sicuri che sia quel bracciale?" Chiedo disperata e confusa infilandomi le mani tra i capelli e tirandoli dalla base per sentire più dolore piegandosi successivamente sulle ginocchia.

Sento un tonfo ed un ringhio.

Volto la testa e vedo il ragazzo cosi uguale a me scagliare un pugno contro il muro di fronte a lui aprendo nuovamente le ferite sulle nocche appena cicatrizzate.

"Non può essere cazzo! Me lo avrebbe detto! Non può non avermelo detto!" continua a ripetere schiantando un altro pugno contro il muro che non mi spaventa minimamente perchè stavo aspettando che lo facesse.

Guardo l'ora illuminando lo schermo del telefono di Nate che ha lasciato appoggiato al tavolo e mi accorgo che i 15 minuti sono scaduti e che quindi dobbiamo uscire di li prima che qualcuno venga a cercarci insospettendosi.

Mi avvicino al corpo teso di Nate e gli Poggio una mano sulla spalla. Al mio tocco sembra rilassarsi,afferra la mia mano e si volta avvicinando il suo viso al mio baciandomi.

È un bacio dolce ma intenso che esprime a pieno la sua rabbia,la sua frustrazione e il suo senso di impotenza e di mancata conoscenza del quadro completo di tutta questa storia.

Si stacca mordendomi il labbro per poi lasciarlo andare e appoggiare la sua fronte contro la mia.

"Verremo a capo di tutto questo. Non devi farne parola con nessuno però piccola,chiaro? È importante che tutto questo rimanga tra di noi" mi dice afferrandomi dai fianchi e e attaccandomi a se

Annuisco mordendomi il labbro per poi dare voce ai miei pensieri "tu pensi che lui abbia..." inizio ma il biondo fa schioccare la sua lingua sul palato e inizia a scuotere la testa ripetutamente
"Dobbiamo uscire,cerca di sistemarti alla bene meglio e usciamo da questo buco. Sta pur certa che verrò a far visita a questa fottuta casa molto presto" sussurra voltandosi tenendomi sempre per mano avvicinandosi alla porta ma io resto inchiodata al terreno 

Lui si volta a guardarmi e capisce dove sono andati a parare i miei pensieri e si riavvicina a me afferrandomi il viso a coppa tra le sue mani grandi e calde

"Piccola dobbiamo comportarci normalmente. Tu non vuoi che si sappia di noi ma io non posso smettere semplicemente di frequentare Jenna sarebbe sospetto. Ma ti prometto che non andrò oltre" mi dice alludendo al sesso

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