Capitolo 6

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"Tu..." parlo io quando lo vedo mettere un piede sul primo scalino del portico di casa Black. L'uomo alza lo sguardo confuso per poi alzare un sopracciglio e fare un sorriso cattivo alzando lo sguardo su Nate "Katherine Donovan...cavoli figliolo,sei uguale a lui" dice provocatorio rivolto a Nate che lo sento irrigidirsi dietro di me mentre stringe i miei fianchi,io intanto sono pietrificata sul posto incredula...
"Beh? Avete intenzione di stare qua a guardarmi o mi fate entrare in casa MIA?" Chiede scorbutico sottolineando il "mia"
Io riprendo il controllo del mio corpo e poggiando il peso su di una gamba ed incrociando le braccia lo guardo con puro odio mentre lui ci ha già raggiunti ed è ad un passo da noi "non sei mai stato il benvenuto non vedo come tu possa diventarlo ora" gli dico io "sono Axel Black,padre del ragazzo dietro di te,e la soglia della porta su cui poggi i tuoi graziosi piedi è la soglia di casa mia,direi che posso permettermi il lusso di entrarci quando voglio" mi dice lui spingendomi di lato ed entrando in casa. "Non ti azzardare mai più a toccarla e a parlarle in questo modo,sono stato chiaro?" Sento finalmente la voce di Nate furiosa mentre mi fa entrare in casa e sbatte la porta dietro di se violentemente "non ne hai prese già  abbastanza ieri Nate? Non pensi che possano bastare?" Gli dice lui posando la giacca poco più in là di quella di Nate "avevi ragione bestione,è decisamente messo peggio di te" dico io facendo un sorriso diabolico e provocatore osservando la grande chiazza viola che circonda il suo occhio nero come la pece,il labbro gonfio e tagliato e non oso immaginare come possa essere messo il resto del suo corpo,sento Nate dietro di me afferrarmi un fianco e depositandomi un bacio tra i capelli "zitta piccola,non è il momento giusto questo" mi dice sottovoce "non sei più terrorizzata da me vedo,hai già dimenticato tutto?" Mi chiede l'uomo che più odio "esistesse un'ordinanza restrittiva anche per i morti saresti il primo al quale penserei in questo periodo dell'anno,solo che durerebbe fino alla fine dei tuoi giorni Axel." Dico io con la rabbia che monta dentro di me facendomi fare un passato avanti verso di lui "sei diventato molto sfacciata signorina,vedo che tua madre e tuo padre continuano a farti fare quello che vuoi,eri maleducata allora e lo sei tuttora" mi dice lui ridendo e facendo un passo verso la cucina "io almeno ho dei genitori che si prendono cura di me,non mi voltano le spalle quando mi trovo con la merda fino al collo mentre sono costretta a vivere realtà che non so come affrontare a quattordici anni,mio padre non ha lasciato mia madre da sola a crescere i suoi figli e a dover lavorare per poter dare loro un futuro" sputo acida mentre sento già le lacrime salire ma le ricaccio indietro non permettendo a questo mostro di vedermi debole "tu,con me,in camera subito" continuo io rivolgendomi a Nate che mi guarda compiaciuto e fiero di me. Axel non muove un dito,si volta e va in cucina,io afferro Nate dal polso e lo conduco in camera sua.

Lo faccio sedere sul letto in malo modo e mi precipito in bagno a recuperare del cotone,disinfettante, garze e ritorno dal bestione. Nessuno dei due parla io mi piazzo in piedi in mezzo alle sue chilometriche gambe e inzuppando il cotone di disinfettante inizio a passarlo sul suo labbro vedendo che ha nuovamente aperto la ferita lambendo il labbro coi denti. Gli afferro il mento con il pollice l'indice e sollevo il suo viso verso il mio mentre inizio a tamponarli il taglio e lo vedo fare una smorfia "piano pancake,mi brucia" mi dice "e tu smettila di morderti il labbro per il nervoso così non si aprirà più la ferita" gli rispondo io continuando a curarlo "come stai?" Mi sussurra ad un tratto,con un soffio quasi inudibile "non avere paura di chiedermelo Nate lo sai che non starò mai bene,a maggior ragione se spunta tuo padre come un fungo dopo tutto questo tempo,cosa pensa di fare?" Chiedo io "vuole partecipare sabato alla cerimonia..." Mi risponde timoroso osservandomi mentre gli dico di sfilarsi la maglietta "perché vi siete picchiati?" Chiedo io acchiappando la garza vicino a lui ignorando appositamente l'ultima sua frase perché mi vengono i brividi solo al pensiero di averlo intorno e lui lo capisce. Intanto Nate sospira e si tira il ciuffo per poi poggiare la stessa mano intorno alla mia gamba facendomi partire una scarica di brividi che raggiungono la spina dorsale "perché si è presentato a casa il giorno stesso in cui ti ho accompagnato da Leo al campo,una volta averti lasciata la sono tornato a casa e ho visto la macchina nel garage che era aperto lasciandola in bella vista ,ho assunto la tua stessa espressione di terrore e stupore quando l'ho vista parcheggiata li,ho fatto un salto nel passato,è tornato tutto come un pugno dritto in faccia,ho parcheggiato e ho afferrato il telefono in mano componendo il numero di Leo avvertendolo,sapevo non avrei sopportato la sua vista da solo. Sono rimasto in macchina,ma immaginando che ci saresti stata pure tu con lui sono sceso e ho chiuso il garage per poi aspettare l'arrivo di Leo,dopo di che abbiamo fatto il nostro ingresso in casa,la mamma grazie a Dio non c'era...abbiamo iniziato a litigare,ha provato ad alzare le mani su Leo e non ce l'ho fatta più,sono scoppiato come una mina,gli sono saltato addosso e l'ho pestato,me ne sono prese anche io come puoi dedurre,poi è arrivata la mamma e ha fermato tutto quanto..." mi racconta tutto d'un fiato fermandosi facendo una smorfia di dolore quando gli Poggio la mano ghiacciata sulle costole per sentire se sono incrinate "scusa,ma devo capire se hai tutto al posto giusto" gli dico io arricciando il naso facendo un piccolo sorriso di scuse,lui sorride e annuisce per poi osservarmi mentre gli giro le braccia intorno al busto per posizionargli la garza "non sono incrinate per fortuna ma devi metterti la pomata,e devo farti questa cosa con la garza per tutta la settimana" gli dico io bloccando il pezzo di garza con il pezzettino di metallo appuntito che serve per fermarla. "Grazie" mi sussurra afferrandomi per i fianchi e facendomi sedere sulle sue gambe "lo sai vero che non ti sfiorerà con un dito fino a che avrò vita?" Mi dice ancora lui poggiando la sua testa sul mio petto come un bambino "si...lo so energumeno" gli rispondo io baciandolo sulla testa per poi prendere ad accarezzargli i capelli "lo adorava quando lo facevi a lui...diceva che nulla contava più per lui quando iniziavi ad accarezzargli i capelli" mi dice lui alzando di poco la testa verso i miei occhi che in poco tempo si riempiono di lacrime che iniziando a scendere copiose sulle mie guance "mi manca così tanto...a volte mi si mozza il fiato quando mi fermo a pensare che non c'è più...mi sembra di annegare ogni volta,è orribile...poi ti guardo e..." dico io non riuscendo a finire la frase rendendomi conto che stavo dicendo una cosa bruttissima "ma poi mi guardi meglio e ti senti ancora peggio,senti di morire totalmente...lo so Kath,lo so da sempre...anche io mi guardo allo specchio e mi sento male e manca anche a me come l'aria...era la mia metà" risponde lui facendo un sorriso triste per poi farmi sollevare dalle sue gambe e alzarsi avvicinandosi alla finestra "non volevo dire questo Nate lo sai...siete così diversi,non pensarlo minimamente." Dico io cercando di sistemare le cose ma lui mi blocca "hai ragione...io sono sempre stato un completo disastro,era lui quello che mi tirava fuori da guai sempre,era quello responsabile,per bene,serio e con le idee ben chiare fin da piccolo...come Leo. Io invece sono sempre stata la pecora nera della famiglia" dice ridacchiando con rabbia. Io mi avvicino a lui e sollevandomi sulle punte lo abbraccio da dietro depositandogli un bacio sulle spalle larghe e muscolose "sei bello così,non cambierei nulla di te Nate,perché sei tu,riconoscibile tra mille,come te ci sei solo tu. Non dimenticarlo." Gli dico prima di staccarmi da lui e uscire dalla sua camera e da casa sua per andare nella mia dove non trovo nessuno e mi rifugio nella mia stanza buttandomi sul letto a pensare che la mia vita non poteva essere più complicata...
potrò sopportare la visione di Axel alla cerimonia? Potrò mai andare avanti? Riuscirò a tenere a bada Nate con Axel nei paraggi? Come starà Leo? Mi sento così in colpa per come l'ho trattato! Mi riprometto che lo chiamerò per vederci fuori,in un luogo neutrale dove non debba incontrare quegli occhi neri così uguali a quelli di Aaron.
"Mi manchi,mi manchi come l'aria...ho bisogno dei tuoi consigli..." mi ritrovo a sussurrare al soffitto prima di addormentarmi...



Ecco il nuovo capitolo! Aleggia ancora tutto abbastanza nel mistero ma penso che qualcosa capirete certamente! Buona lettura e a presto col prossimo capitolo!😘

TRUTH OR DARE?Where stories live. Discover now