Capitolo 11

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"Sai...io e Aaron non siamo sempre stati così distanti come due anni fa. Eravamo dei veri e propri gemelli,nessuno ci poteva separare" dice ridacchiando al ricordo e io con lui "si mi ricordo,eravate l'uno l'ombra dell'altro" confermo io cacciando via una lacrima sfuggita al mio controllo dal viso con la mano. "Si esatto. Poi però siamo cresciuti e abbiamo intrapreso due strade diverse,e poi c'è stata l'aggravante papà Axel" dice alzando gli occhi al cielo facendo una smorfia,io nel frattempo mi sporgo verso di lui poggiando la testa sulla sua spalla e lui me lo lascia fare depositandomi un bacio sulla testa. "Nostro padre adorava Aaron,era il suo cocco,un po' come lo è ora Leo,nonostante tutti i casini...io sono sempre stato il brutto anatroccolo per mio padre,e questo ci ha portati a far nascere una sorta di rivalità tra di noi. Io volevo continuamente avere tutto ciò che aveva Aaron perché lo vedevo come la causa della perdita del rapporto con nostro padre." Mi dice stringendo una mano intorno al volante. "Sono stato così stupido...ho perso mio fratello due volte" mi dice inspirando l'aria circostante per poi spalancare lo sportello ed uscire dal veicolo come se stesse soffocando. Io scendo a mia volta e gli vado in contro,lo vedo mentre alza e abbassa il petto con affanno mentre si tira i capelli e riconosco questa reazione. I sensi di colpa lo stanno mangiando vivo,rimugina sulla sua vita continuamente trovando sempre un motivo in più per il quale sarebbe dovuto essere lui al posto del fratello. Continua a ripetersi nella mente che è lui che ha sbagliato,che avrebbe potuto chiedergli scusa più spesso e avrebbe potuto dirgli più spesso che gli voleva bene,e lo capisco perché io penso Tutto questo di continuo.

Mi avvicino a lui e gli poso le mani a coppa sul viso e faccio toccare i nostri nasi "so tutto quello che ti sta passando per la testa e no Nate,non devi arrabbiarti perché non ci sei stato tu al suo posto quella sera,perché è stata colpa nostra,noi non ci siamo allacciati le cinture,lui era posizionato sul sedile posteriore centrale,tu non potevi prevedere che..." mi blocco per prendere aria e per lasciare alle lacrime la possibilità di scorrere indisturbate perchè mi serve,lui posa a sua volta le mani sul mio viso e con i pollici inizia a togliermi le lacrime facendo dei cerchi perfetti sui miei zigomi "non potevi prevedere ciò che sarebbe successo di li a poco Nate,nessuno avrebbe potuto vederla arrivare...quella macchina era elettrica,non faceva alcun suono,e le luci erano spente,non avresti potuto accorgerti di nulla" continuo io alzando di poco la voce mentre continuo a stringere il suo volto tra le mie mani "io ero quello con la patente,io dovevo essere quello responsabile..." inizia lui ma lo interrompo "non è stato responsabile nemmeno lui quella sera! Stavamo andando a divertirci,stavamo andando a casa di Jenna! Nate erano 200 metri! Come potevi preoccuparti di una cintura e dell'incrocio se si trattava di 200 merdosi metri??" Inveisco io "perché dovevo pensare ad ogni evenienza" mi dice staccandosi e tirando su col naso asciugandosi a sua volta le lacrime "sei così testardo cazzo! È morto perché la vita è stata ingiusta Nate! Ma non sei tu l'assassino di tuo fratello cazzo! Non lo sei! Ti adorava Nate...amava tutto di te,voleva tanto essere spensierato come te,diretto come te,diceva sempre che avrebbe voluto avere il coraggio che avevi tu di ribellarti a vostro padre. Tu non hai idea dell'ammirazione che provava per te! Ma come te,non esprimeva i suoi sentimenti alle persone. Non te lo avrebbe mai detto perché era orgoglioso!" Gli dico io e lui trasalisce per poi voltarsi verso di me con gli occhi sbarrati,per un attimo sembra addolcirsi il suo sguardo ma poi torna furioso "io sono il secondo assassino...sappiamo entrambi chi è l'altro. Perché io ho portato via la vita di mio fratello...ma quella persona ha ucciso tutti noi. Non hai idea del dolore che ho provato in quelle settimane in cui sei stata in coma...dovevo sopportare il fatto che tu fossi bloccata in un fottuto letto mentre noi stavamo su quelle sedie a soffrire...e sarò sincero,a volte ho sperato non ti risvegliassi perché sapevo che avresti preferito morire piuttosto che sapere una verità così orribile." Mi dice lui mozzandomi il fiato. "Anche io ho pregato di morire in quel letto quei giorni,ma poi ho capito che dovevo lottare per qualcosa,o meglio qualcuno. E ho capito che dovevo prendermi cura di voi,per lui e per me" gli dico avvicinandomi nuovamente a lui il quale fa un passo indietro "non farlo ti prego..." sussurro io "che cosa?" Chiede lui titubante "non allontanarti da me." Gli dico "non sarò mai lui Kath...non mi avvicinerò mai lontanamente a lui. Sono un disastro,amo scopare,bere e andare alle feste...e amo anche stuzzicarti. Non sono fatto per te" mi dice "perché lo pensi?" Gli domando già ferita "perché non posso pensare di stare con te...penserei costantemente che tu cerchi lui in me e non posso permettertelo...devo preservarmi" mi dice "volevo solo che ti aprissi un po' con me per essere pronta per domani,e io avevo bisogno di sfogarmi un po'...e comunque alla fine ti avrei detto che quel bacio te lo devi scordare perché non capiterà più...te lo prometto non ti toccherò più" continua lui infilandosi le mani tra i capelli e mordendosi il labbro. "Capisco...beh non ne avevo bisogno io,avrei preferito rimanere a casa a rimuginare per conto mio. Ora vorrei tornare a casa e ti sarei grata se non mi rivolgessi la parola per tutto il viaggio possibilmente" gli dico allontanandomi definitivamente da lui,ma prima di salire in macchina mi volto a fissare il marciapiede e rivivo tutto nella mia mente,sento il botto,la macchina cappottarsi,i vetri rompersi in un suono sordo e ovattato,la testa girava,il cuore batteva piano,e poi lo vedo...mi volto alla mia sinistra e lo vedo,ha gli occhi chiusi,il sangue che gli ricopre il viso tumefatto,ma respira,respira ancora,e poi le sento,sento delle mani che mi afferrano e... "KATH! PORCA TROIA KATH TORNA CON ME!!" Mi sento chiamare e torno in me e guardando davanti a me osservo gli occhi verdi spaventati di Nate "hai ragione...non sarai mai lui,perché tu sei ancora vivo e ti rifiuti di esserlo,lui è morto e non si può opporre perché le scelte di altri hanno influito nella sua vita portandolo alla morte. Tu sei vivo perché hai sempre scelto di vivere,con le tue regole,coi tuoi pensieri,indipendente dal mondo...lui no" sussurro guardando poi ancora una volta quel marciapiede. Mi volto e salgo in macchina aspettando che Nate faccia lo stesso.

Poco dopo siamo davanti casa,la macchina di Axel parcheggiata nel vialetto.
Succede tutto in pochi secondi. La porta di casa mia sbatte violentemente e ne esce mio padre furioso che con ampie falcate raggiunge Axel,il quale sta scendendo dalla macchina in quell'esatto momento,ma viene bloccato da mio padre che gli si scaraventa addosso sbattendolo contro l'auto.


Piano piano sto facendo venire fuori delle verità ma c'è ancora molto da scoprire! Buona letturaaaa❤️

TRUTH OR DARE?Where stories live. Discover now