Capitolo 47

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Durante il pomeriggio di quel lunedì decisi di voler andare da Stefano una volta finiti i compiti. Non avevamo ancora effettivamente parlato dopo la sua uscita di domenica con Annalisa e non sapevo bene come comportarmi. Parlarne forse era la cosa migliore.
Uscii di casa indossando semplicemente i jeans, la maglia dell'Hard Rock di Las Vegas e le converse blu. In una piccola borsa misi il telefono e il portafoglio, mantenendomi leggera visto che non avevo molta voglia di portare troppo pesi.
Con l'autobus arrivai a casa di Stefano in 20 minuti, ma rimasi ferma davanti al palazzo presa dall'indecisione: ero forse stata troppo impulsiva?
Non era saggio restare lì fuori correndo il rischio di essere vista da qualche conoscente, perciò mi feci coraggio e attraversai il portone che era stato lasciato aperto da qualcuno; avevo bisogno di muovermi, così feci le scale fino al suo piano e mi sorpresi quando notai che non avevo il fiatone. Quando fui davanti alla sua porta, rimasi lì impalata per almeno cinque minuti: e se avesse qualche ospite? E se Annalisa fosse lì? Se semplicemente non gli andasse di vedermi?
Prima di lasciarmi convincere dalle mie paranoie, bussai delicatamente.
In meno di venti secondi venne ad aprire alla porta, senza maglietta "Elena? Che ci fai qui" era sorpreso, ma era ovvio visto che non lo avevo avvisato.
"Volevo vederti" dissi innocentemente "Ma se sei impegnato.." provai a vedere oltre le sue spalle se ci fosse qualcuno, ma era alquanto impossibile visto che era senza maglia, lasciando i suoi addominali in bella vista, nonostante non fossero tanto scolpiti.
"No" si affrettò a dire "Ho appena finito di correggere alcuni compiti" si spostò dall'entrata per farmi entrare, ma prima di diede un bacio.
Non potevo iniziare la conversazione parlando direttamente di Annalisa, ma in quel momento era l'unica cosa che riuscivo a pensare e così sperai che lui iniziasse a parlare.
Mi distrassi un attimo osservando il suo fisico, ma poi lui si alzò per prendere una maglietta e indossarla, per poi avviarsi verso l'imponente libreria stracolma di libri"Sai, l'altro giorno stavo comprando dei libri e vedendo questo ti ho pensata" prese un libro e me lo porse "È un libro coi migliori aforismi della letteratura"
Ammirai quel libro sfogliando attentamente le pagine, intravedendo alcune citazioni di Wilde e della Austen "Stefano..È fantastico" non avevo ancora staccato gli occhi da quel libro "Ma non dovevi comprarmelo"
"Invece si"
Alzai gli occhi su di lui e gli sorrisi "Grazie, davvero"
"E non è finita qui!" si alzò tutto contento "Ti ricordi il libro che stavo scrivendo?"
"Quello sul gruppo di ragazzi e sull'amicizia?"
"Esatto, ho scritto i primi tre capitoli"
"Posso leggerli?"
Stefano mi sorrise felicemente "Certo" prese dei fogli spillati sulla sua scrivania "È solo una prima stesura, devo modificare ancora tante cose e sono indeciso sul titolo. Ma quello che stai per leggere è lo scheletro della storia"
Mentre mi parlava del suo libro, dimenticai il motivo per cui ero venuta e lo ascoltai rapita dalle sue parole. Il fatto che ero la sola persona con cui ne aveva parlato mi faceva sentire speciale e il pensiero di lui e Annalisa sparì momentaneamente dalla mia testa. Iniziammo a leggere insieme in silenzio, entrambi seduti sul divano.
Stefano era un bravo professore e sapevo che era un bravo scrittore, ma non pensavo così bravo: la lettura era scorrevole e non diventava mai pesante, lo stile era semplice e comprensibile, la storia era davvero, davvero avvincente e nonostante quella fosse solo una prima stesura, era assolutamente fantastica.
Stefano, una volta finito di leggere quei primi capitoli, mi guardò serio e mi chiese cosa ne pensassi, così io gli dissi tutto e parve sollevato "Sono contento che ti piaccia, significa molo per me"
"Non mi piace, Stefano. Lo adoro" gli presi la mano "Quando scrivi i prossimi capitoli? Voglio sapere come continua! Ma non dirmi tu cosa vuoi che succeda, voglio scoprirlo leggendo"
"Sei fantastica, Elena" ed ecco lo sguardo che mi faceva scogliere.
"E tu sei tremendamente bravo a scrivere"
Si avvicinò a me e mi baciò dolcemente, per poi stringermi tra le sue braccia "Quando sei arrivata ho avuto l'impressione che volessi parlarmi di qualcosa"
Sgranai per un secondo gli occhi "Si, ecco.." uscii dalla sua presa "Volevo solo sapere.." le parole mi morirono in gola e il suo sguardo insistente non aiutava "Volevo sapere come fosse andata la tua uscita con Annalisa"
"Come mai?"
Perché quella ti mangia letteralmente con gli occhi ma tu non lo capisci "Semplice curiosità"
"Bene, abbiamo parlato e passeggiato, anche se più volte ha cercato di capire se avessi una fidanzata"
"Ah" esclamai seccamente "E tu?"
"Non potevo certo dirle di essere impegnato, così le ho detto di no"
"Ah"
"Ma per il resto è andato tutto bene, è molto in gamba e simpatica, ora capisco perché è tua amica"
"Mmh" mormorai "Si, amiche.."
"Mi ha raccontato anche alcuni aneddoti su di me"
"Se erano su di me allora voleva dire che esaltavano lei.." sicuramente gli ha raccontato di qualche situazione imbarazzante in cui lei mi ha aiutata, oppure su qualche cosa che io non sapevo fare ma che lei era in grado di fare. Annalisa non diceva mai niente per caso.
"Mi ha raccontato di quando ad una gara di tiro con l'arco tu sei arrivata ultima e lei prima, e non le hai parlato per una settimana"
Mi misi subito sulla difensiva "Avevo otto anni! E poi arrivai quarta su venti! Non ultima!"
"Avrà esagerato un po' la storia, ma è stato così carino sentire cose sulla piccola Elena!" Stefano rise divertito, ma io non ridevo affatto "Non credere a niente di quello che dice su di me"
"Mi ha anche detto che c'è stato un periodo in cui odiavi la matematica, in seconda media, così mi ha detto che grazie a lei hai riscoperto il valore delle materie scientifiche e che se ti sei iscritta allo scientifico è anche un po' merito suo"
Ero indignata, sicuramente avrà esagerato tutte le storie perché non pensava che io avrei parlato con Stefano apportando delle correzioni ai suoi aneddoti "Non odiavo affatto la matematica! Non l'ho mai odiata! Semplicemente avevo difficoltà su alcune cose e lei mi ha aiutata a capirle"
Stefano scrollò le spalle "Non ho dato tanto peso a quello che mi ha detto, immaginavo che tu non avessi mai odiato la matematica"
"Voleva fare bella figura con te" dissi velocemente, come quando si strappa un cerotto "Perché è attratta da te"
Stefano non sapeva cosa dire e io continuai a parlare "Non so come tu abbia fatto a non notarlo, visto che l'abbiamo notato tutti. Dai commenti che ha fatto quella sera al bar, alla richiesta improvvisa di uscire.. Insomma, dai!"
"Pensavo che volesse essere amichevole"
"Amichevole si, ma per poi sfociare nel romantico"
"Ma non mi interessa che lei voglia qualcosa di più dell'amicizia, perché i miei sentimenti per te non muteranno"
"Ma a me interessa! Non sai quanto mi angoscia saperti con lei, in più io la conosco bene e so fin dove può arrivare"
"Mi stai dicendo che non posso vederla? Perché se mi stai dicendo questo, mi deludi" si era fatto tremendamente serio e temevo di essermi spinta un po' troppo oltre.
"E anche se fosse? Tu non la conosci come la conosco io. Se lei vuole qualcosa, la ottiene."
"Tu devi fidarti di me!" scandì bene ogni parole e si alzò.
Mi alzai anche io "Io mi fido di te!" alzai leggermente la voce "Ma non mi fido di lei!"
"Non c'entra, Elena" strinse i denti "Tu sai quello che provo per te"
"Allora prova a capire come mi sento!"
"Io.." fu interrotto dal suo telefono che squillava, così controllo il nome sul display e riuscii a leggere come ciliegina sulla torta Annalisa.
Non pensavo che rispondesse, ma conoscendola se non avesse risposto si sarebbe presentata direttamente sotto casa sua "Annalisa, ciao" fece lui "Non posso parl-" fu interrotto di nuovo ma non riuscii a sentire cosa diceva lei dall'altro capo del telefono "Non credo di poterti incontrare" mentre parlava mi osservava infuriato "Devo finire di preparare la lezione per domani e.." lei parlò per molto, poi Stefano si strofinò il viso con la mano "Un caffè?" mi guardò pensieroso "Non so, io-" non volli più sentire o discutere con lui, perciò presi la borsa e mi avviai verso la porta, poi però lo udii dire bruscamente "Scusa devo andare, se riesco ti chiamo dopo"
Mi girai a guardarlo, nonostante odiassi vedere il suo sguardo infuriato rivolto a me "Io non riesco a crederci" fu quello che disse "Non puoi andartene così!"
"Beh, se devi incontrare Annalisa ti devi preparare, anche se la vista di te a petto nudo non le dispiacerebbe affatto" risposi io ancora più arrabbiata "Perché non la inviti nel tuo appartamento? Ne sarebbe davvero felice!" forse stavo esagerando, ma la rabbia aveva preso il controllo.
"Elena.." sospirò il mio nome come un rimproverò.
"Non puoi biasimarmi! Io-"
"Tu sei gelosa! Ecco la verità" sicuramente stava pensando che era di fronte ad una bambina, perchè visto da un altro punto di vista, il mio poteva anche essere un comportamento scorretto, ma avevo degli ottimi motivi "E tu dici che mi ami ma non riesci a capirmi"
In una frazione di secondo, qualcosa cambiò nel suo sguardo e mi fece desiderare di sparire "Credo che ora dovresti andare" mi disse con distacco aprendomi la porta.
Deglutii "Con piacere" non lo intendevo davvero, ma le parole uscirono da sole dalla mia bocca, forse per via della rabbia o della tristezza. Uscii dall'appartamento, fiondandomi nell'ascensore. Avevo pure dimenticato il libro che mi aveva regalato, ma poco importava adesso.
Non volevo perdere Stefano, ma forse era esattamente quello che stava accadendo.

Amore ProibitoWhere stories live. Discover now