Capitolo 3

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Erano passate due settimane dall'inizio della scuola; per un paio di giorni ero riuscita a non pensare a Ferrari o ai suoi bellissimi capelli o alle sue labbra o... No, dovevo smetterla. Ogni volta che provavo a non pensarci, ci pensavo, quindi avevo deciso che avrei smesso di provarci. Mi piaceva, non potevo farci niente; d'altronde non ero la prima alunna ad innamorarsi di un professore vero?
"Elena? Ci sei?" Luca mi richiamò sul pianeta Terra "Ti ho fatto una domanda" quando era entrato in camera?
"Scusa" dissi "Ero sovrappensiero"
"Come al solito, ma che ti prende? Da quando è iniziata la scuola sei strana"
Strana? Davvero? "É questa la domanda?"
Sospirò "No, ti volevo chiedere se potevo dare il tuo numero di telefono a Cristian Cassa"
"Cristian? Quello che al tuo 18esimo compleanno si ubriacò fino a svenire?" non dovevo aggiugere nient'altro
"Già... pessima idea" concordò lui.
Stava per uscire dalla mia camera, poi si fermò "Sta succedendo qualcosa?"
"No, perchè me lo chiedi?"
"Perchè sei sempre sovrappensiero"
"Solo perchè penso non significa che abbia qualcosa che non va" dissi.
"É una mia sensazione, ok? Non ho qualcosa per dimostrarlo. Comunque, se vuoi che io faccia qualcosa o se vuoi parlarne.."
"Luca" sorrisi "Va tutto bene, ok?" mi alzai "Sono solo un po' stanca perchè sto studiando tanto"
Aggrottò le sopracciglia "Ti piace qualche ragazzo?"
Lo spinsi via dalla stanza "Ok, fuori ora. Devo prepararmi"
"Dove vai?" perchè era così protettivo?
"É sabato sera! Esco con Teresa e le altre"
"Le altre?"
"Monica, Ludovica e Stella" dissi
"Stella? Quella che ti sta un po' antipatica?"
"L'ha invitata Monica, non fare domande"
Lui alzò le mani in segno di resa e uscì dalla stanza chiudendo la porta mentre io mi ero già precipitata nella cabina armadio per iniziare a riflettere su cosa mettere; era sabato sera e non faceva estremamente freddo, quindi decisi di mettermi una gonna nera con le calzamaglie nere e un maglioncino rosa da dentro. Mi misi la mia inseparabile collana d'argento con un ciondolo a forma di cuore che mi regalarono i miei genitori per il mio 16esimo compleanno; mi infilai degli stivali neri col tacco di 6 centimetri e poi mi truccai mettendomi solo un po' di mascara e il lucidalabbra.
Presi il telefono che misi della borsa e scesi al piano di sotto, dove incontrai mia sorella che guardava la mia faccia stupita "Neanche un po' di eye-liner?"
Sbuffai e presi la giacca dall'appendiabiti "Valentina, no. Non faccio tardi, per le 23.00 sono a casa"
"Tesoro, resta fuori almeno fino a mezza notte, mamma e papà te lo permettono"
Annuii e poi uscii di casa. Ci saremmo incontrate al duomo di Firenze, ma non ero sicura che ci saremmo viste subito; dopo volevamo andare a mangiare una pizza, Monica aveva già prenotato in una pizzeria.

"Teresa, dove sei?" dicevo al telefono. A quanto pare eravamo tutte là ma nessuna vedeva l'altra.
"Sono davanti al duomo" mi rispose Teresa.
"Sai quante persone ci sono qui?!"
"Aspetta... forse ti vedo!"
"Non mi muovo" chiusi la chiamata e un attimo dopo Teresa era davanti a me, mi abbracciò e mi diede una manata sul braccio "Sai quante persone ci sono qui?!" mi fece il verso "Certo che lo so, bischera!"
Alzai gli occhi al cielo. Qualche minuto dopo trovammo Monica, Ludovica e Stella.
"Dobbiamo scegliere un altro posto dove incontrarci, questo è troppo affollato" disse Monica
"Concordo" rispose Ludovica "Io propongo piazza Michelangelo"
"Certo! Perchè quella non è mai affollata" disse Stella.
"Non sempre, poi è vicino casa mia perciò.." risi
Teresa mi diede un'altra manata sul braccio "Sempre la solita pigra"
"Ehi!" esclamai "Non sono pigra, ma non è bello andare da sola fino al duomo"
Avevamo tutte e cinque molta fame perciò decidemmo che la prossima tappa sarebbe stata direttamente la pizzeria.
Stella provò a spettegolare un po' ma nessuno l'ascoltava, perciò rinunciò e iniziò a parlare di ragazzi, argomento, invece, più gradito. A Teresa non piaceva nessuno, a Monica piaceva un ragazzo di quinto e Ludovica era fidanzata con un nostro compagno di classe, Cristian. Stella ovviamente ha voluto ribadire più volte il fatto che lei fosse fidanzata con un ragazzo di quinto, Giorgio, nonché compagno di classe della cotta di Monica, Carlo.
Ludovica provò a chiedermi più volte se io fossi interessata a qualcuno, ma io continuavo a mentirle dicendo che non mi piaceva nessuno.
Firenze era davvero bella, soprattutto il centro; camminavo ammirando tale bellezza, poi però sentii Teresa esultare e capii che eravamo arrivate alla pizzeria. Ci sedemmo al nostro tavolo felici di aver smesso di camminare, poi iniziammo a ridere e a scherzare dopo aver ordinato da mangiare.
"Ragazze, sono così stufa di tutti voi!" fece Ludovica in modo plateale.
Ridemmo "Martina della 3A!" dicemmo noi altre, apprezzando l'imitazione di Ludo.
"Aspettate! Devo farmi un selfie perchè sto respirando!" scherzò Stella.
"Sei tu?" domandò Teresa ridendo.
Stella ci pensò su "Beh.. effettivamente" e poi si mise a ridere. Dopo tutto non era così male.
"L'amore di Dante si chiamava come me! Significa che sono speciale" imitai una nostra compagna di classe.
Monica mi indicò "Beatrice! Che odio! Spero che quando lo faremo con Ferrari non lo ripeta di nuovo! Alle medie fu un incubo"
Sospirai "Quando una è esibizionista.."
"Io ammetto di essere esibizionista a volte, ma lei lo è più di me" disse Stella.
Alzai le sopracciglia: Stella era quasi sempre esibizionista, ma rimasi in silenzio per non rovinare l'atmosfera giocosa che si era creata.
"Ragazze" fece Ludovica "C'è Ferrari con i suoi amici. Non giratevi"
L'istinto di girarsi era forte, ma provai a resistere. Io, Teresa e Monica eravamo di spalle. poi Stella mormorò "Viene verso di noi"
Quando vedemmo Stella e Ludovica alzarsi e sorridere, lo facemmo anche noi.
Lui era lì, in piedi davanti a noi e sorrideva. Era davvero bello, indossava una camicia celeste e dei pantaloni neri; evitava di incontrare il mio sguardo, perchè guardava tutte ma non me, nemmeno quando dissi "Salve, professore". Va bene, potevo capirlo.
"Ciao ragazze! Come state?" chiese con la sua voce melodiosa.
Lo stavo fissando sorridendo, perciò distolsi lo sguardo; sentii Stella rispondere "Affamate"
Si mise a ridere e mi sforzai per non guardarlo "Anche io" lanciò uno sguardo ai suoi amici "Ritorno dai miei amici, buon appetito"
"Anche a lei" disse Monica educata come sempre.
Lo guardai di nuovo e nello stesso momento lui guardò me; i nostri sguardi si incrociarono e lui aggrottò appena le sopracciglia. Non so descrivere quello che provai in quel momento, ma era una cosa sia bella sia brutta.
"Ele? Che fai ancora in piedi?" mi chiese Teresa.
Tornando sulla Terra, mi sedetti senza dire niente, in più dovetti sorbirmi tutti i commenti su Stefano da parte delle ragazze "Quanto è bello" diceva Stella.
"Concordo" rispose Monica "Chissà se sta insieme a qualcuno"
"Ragazze, basta" dissi io infastidita "Lasciatelo stare"
"Tutto bene Elena?" domandò Ludovica.
"Si" mi calmai e sorrisi "Tutto bene"
Le pizze arrivarono dopo 30 minuti e iniziammo a mangiare. Lanciai un occhiata dietro le mie spalle, per osservare Stefano, ma poi mi beccò a guardarlo e io mi voltai di scatto imbarazzata.
"Sapete" ci raccontò Ludovica "Io e Cristian siamo andati al cinema l'altro giorno, è stato così romantico"
Ero felice per lei, davvero, ma in quel momento non è che avessi molta voglia di sentir parlare di amore, relazioni e cose del genere.
"Che ha fatto?" chiese Teresa.
"Beh" rispose lei "Le nostre mani si sono toccate mentre prendevamo i pop corn, lui mi ha guardata negli occhi e mi ha baciata"
Guardavo un punto fisso sul tavolo, altrimenti mi sarei girata a guardarlo e questa cosa non andava bene.
"Voi due siete una così bella coppia!" esclamò Stella "Certo, lui dovrebbe vestirsi meglio ma.."
"Ehi! Non criticare il suo modo di vestire" Ludo difese il suo fidanzato "Non mi importa come si veste, lui è perfetto così com'è"
"Scusate, devo andare in bagno" mi scusai e mi alzai, però il mio sguardo cadde di nuovo su Stefano che mi stava guardando, perciò girai la testa di scatto come prima e andai veloce verso il bagno.
Non entrai nel bagno delle donne, rimasi nel corridoio appoggiandomi al muro, tanto non c'era nessuno.
Mi stavo comportando in modo molto stupido e plateale, però non ce la facevo ad ascoltare tutti quei discorsi sui fidanzati.
"Ehi" oh no, riconobbi subito quella voce.
"Salve"
"Elena, ti prego. Dammi del tu almeno quando siamo soli"
Lo guardai stranita "Perchè?"
"Perchè cosa?"
Mi raddrizzai "Perchè dovrei darti del tu? Infondo sono solo una tua alunna"
Serrò la mascella, poi parlò, ma sembrava che stesse parlando con se stesso "Già. Magari fossi solo una mia alunna"
Non risposi ed evitai il contatto visivo, ma lui continuò "Sei bellissima"
"Anche tu" lo dissi senza pensarci e sentii le guance in fiamme.
Alzai lo sguardo e vidi che mi stava sorridendo dolcemente. Sorrisi anche io.
Aggrottò le sopracciglia di nuovo, poi si avvicinò mettendo una mano sulla mia guancia. Guardò le mie labbra e poi i miei occhi, però si allontanò "Devo andare"
Lo seguii con lo sguardo e rimasi immobile, sospirando.

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