Capitolo 12

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L'ultimo giorno dell'anno era arrivato. 365 giorni andati.
Se ci pensavi bene era quasi triste come gli anni passassero velocemente, come bastava distrarsi un attimo e ritrovarsi grandi con tante responsabilità. Tra poco, l'8 gennaio, avrei compiuto 17 anni e mi sarei avvicinata sempre di più ai 18 anni, l'età adulta.
Sicuramente non avrei festeggiato in grande, non per mancanza di entusiasmo, ma perchè ritenevo che certe occasioni bisognava passarle con le persone che amavi davvero: la famiglia e gli amici più cari.
Ma oggi era l'ultimo giorno dell'anno e un po' di divertimento era concesso, anche se la tua migliore amica ti obbligava ad andare ad una festa.
Stella voleva festeggiare in un locale dove potevano andare le persone dai 16 ai 28 anni, perciò almeno non avremmo incontrato cinquantenni nel mezzo di una crisi di mezz'età; Teresa e io siamo andate in molti negozi (controvoglia) per cercare dei vestiti "adatti".
Ecco un'altra cosa inutile: perchè se dovevo andare in una discoteca non potevo indossare i jeans e un maglione? Di certo io e Teresa non andavamo per rimorchiare.
Dopo mezz'ora di ricerca (che per noi era già troppo) abbiamo deciso di prendere dei vestiti da un negozio e non cercare più, così poi avremmo potuto tornare e guardare un film prima della festa.
"Sono esausta" disse Teresa sedendosi su un sedile dell'autobus quasi vuoto.
"Mia sorella una volta mi ha portata a fare shopping per tre ore consecutive, ritieniti fortunata"
La mia amica sgranò gli occhi inorridita e io mi misi a ridere per la sua espressione.

Arrivammo a casa mia e siccome nessuno rispondeva al citofono constatai che non ci fosse nessuno, quindi presi le chiavi dalla borsa ed entrammo.
"Possiamo portarci il cibo in camera e guardare un film!" propose Teresa allegra.
"Oppure potremmo mangiare in sala guardando Netflix alla tv!" ribattei io allegra come lei.
Mettemmo prima la musica col volume al massimo e ci mettemmo a fare karaoke, sembravamo delle cantanti mancate.
Dopo ci preparammo i popcorn e ci guardammo "Interstellar" con tanto di pianto alla fine, ma ormai era una routine quella.
Mentre mi divertivo con la mia amica pensavo a quanto fossi fortunata ad avere un'amica vera come lei, sincera. Non era una di quelle amiche false che volevano stare nelle tue grazie solo perchè avevi una bella casa o bei vestiti.
No, a Teresa non importava degli oggetti, non le importava dei vestiti; per lei la cosa più importante era la fiducia reciproca. Sapevo che forse dirlo era banale, ma lei era davvero l'unica persona di cui mi fidavo veramente, l'unica a conoscere ogni mio segreto più oscuro.
Ero grata di avere lei come amica, ero grata di poter essere davvero me stessa con lei, cantando con voce stonata le nostre canzoni preferite, piangendo durante la visione di un film e la cosa di cui ero più grata era potermi confidare senza aver la paura di essere giudicata.
"Forse dovremmo smetterla di vedere questo film" la sua voce mi distrasse dai miei pensieri "Ogni volta che lo vediamo piangiamo"
Scrollai le spalle "È quello il bello" dissi mentre rimettevo nella sua custodia il DVD.
La musica iniziava a darmi fastidio perciò mi avvicinai allo stereo per spegnerlo "Stavo pensando.." iniziai a dire ma Teresa mi interruppe "Ah perchè tu pensi?" scherzò.
Alzai gli occhi al cielo "Questa battuta è fatta vecchia"
"Vecchia ma buona" commentò mettendosi in bocca una manciata di popcorn.
"Come stavo dicendo" feci "Stavo pensando che potremmo sempre presentarci alla festa in pigiama, tanto saranno tutti troppo ubriachi per notarlo"
"Per quanto mi tenti questa idea, no"
"Perchè?" mi buttai accanto a lei sul divano.
"Perchè tu potrai anche avere due pretendenti, ma io no"
"Ma a te non interessa avere un ragazzo!"
"Lo so ma.." provò a giustificarsi "Elena, mamma mia! Fammi divertire per una sera"
Alzai un sopracciglio "Se provi a toccare anche una sola goccia di alcol.."
"Sembri mia madre"
"Una delle due deve essere quella responsabile"
Si mise a ridere "Disse quella che andò a cena con uno sconosciuto!"
Rimanemmo ancora un po' ad oziare, poi Teresa guardò l'orologio "Cazzo! La festa sarà la festa sarà già iniziata"
"Che peccato, vorrà dire che dovremmo restare a casa" mi stesi sul divano ma Teresa tirò fuori la sua forza e mi costrinse a salire in camera mia dove avevamo appoggiato le buste dei vestiti.
"Non cambi mai" commentava mentre salivamo le scale.
Non so da chi avesse ereditato tutta quella agilità, ma in 10 secondi si era già sfilata pantaloni e felpa, mentre a me ne servivano 30 solo per trovare la forza di uscire da quei vestiti caldi.
Lei si era già infilato il suo vestito nero che arrivava fino alle ginocchia e aveva uno scollo a V, una cosa semplice.
Io invece siccome nutrivo poca fiducia delle persone che frequentavano le discoteche, avevo optato per una tutina a pantaloncino blu sempre con uno scollo a V.
Ci mettemmo solo un po' di mascara e un rossetto rosa e poi uscimmo di casa e ci avviammo a piedi verso il locale che era abbastanza distante da casa mia; per fortuna le nostre scarpe avevano solo 6 cm di tacco, altrimenti non ce l'avremmo fatta.
La giacca che mi ero portata era abbastanza calda, però mi si stavano congelando le gambe e mi maledissi per non essermi messa delle calzamaglie. Teresa era abbastanza tranquilla mentre io stavo già iniziando ad inventare delle scuse per andarmene via prima.
"Ora che ci penso, potevamo prendere un taxi!" esclamai.
"Camminare ti fa bene"
"Non ti sto riconoscendo stasera" commentai.
Fece una risata "Per tornare prendiamo i taxi"
"E ci credo! Sicuramente torneremo tardi e a quell'ora Dio solo sa chi c'è in giro!"
Teresa rise di nuovo e io tornai a camminare scacciando via le mie paranoie inutili.

La musica era così alta che non sentivo nemmeno i miei stessi pensieri, c'era gente già ubriaca e stavo attaccata a Teresa come se fosse la mia unica salvezza.
Non vedevo nessuno che conoscessi, nemmeno i miei compagni di classe, c'era troppa gente; per fortuna il locale era grande e c'era spazio almeno per respirare. In quel momento ricordai perchè non andavo mai in discoteca e mi divertiva vedere l'espressione di Teresa che pareva aver ricordato anche lei i suoi motivi.
Intravidi Giorgio e Stella ballare appiccicati, poi della mia classe vidi solo Roberto e Davide che cercavano di rimorchiare delle ragazze con scarsi risultati.
Il fatto che vicino a me avessi Teresa mi tranquillizzava e non le lasciavo il braccio per paura di perderla, in quel caso sarei stata fregata; "No, non voglio ballare" avevo ripetuto almeno una decina di volte a dei ventenni che provavano ad abbordarmi e Teresa gli aveva "delicatamente" mandati a quel paese quando si avvicinavano troppo.
Marco aveva detto che sarebbe venuto, perciò il mio prossimo obiettivo era trovarlo, anche se aveva detto che si sarebbe portato dietro degli amici.
Iniziai a guardarmi intorno, quando qualcuno mi toccò da dietro la spalla.
Mi girai e vidi Mattia che mi sorrideva e mi diceva qualcosa, solo che non sentivo per la musica troppo alta; lui si avvicinò al mio orecchio "Guarda chi si vede!"
Sorrisi "Non mi aspettavo di trovarti qui!" se avessi gridato così a scuola mi avrebbero come minimo sospesa.
"Questo dovrei dirlo io!"
"Teresa mi ha chiesto di accompagnarla!"
Lui mi sorrise "Vuoi ballare?"
Arricciai il naso "Non mi piace ballare, potrei far del male a me stessa o a qualcuno"
Lui come risposta mi prese la mano e mi portò sulla pista da ballo per ballare, ma quello non era un film dove la ragazza diceva che non sapeva ballare e poi stupiva tutti.
Se io dicevo che non sapevo ballare, significava che non sapevo ballare, perciò lo trattenni e lo portai al limite della pista da ballo dove la musica era "più bassa".
Mi guardò interrogativo e io scrollai le spalle "Ho detto che non so ballare"
Lui rise "Va bene, allora possiamo rimanere qui a parlare"
Per un attimo mi andò bene, poi però mi ricordai di Teresa e mi allarmai "La mia amica, devo trovarla"
"Sicuramente si starà divertendo"
"No!" esclamai "Devo stare con lei, potrebbe.."
"Elena, qui non ci sono violentatori, vedrai che tra poco la incontri di nuovo"
Lo guardai preoccupato ma poi mi rilassai, ero troppo paranoica.
"Sei qui da solo?" chiesi.
"Con degli amici"
Dopo aver parlato un po' vidi Marco avvicinarsi, solo che si rivolse a Mattia "Ehi amico ascolta.." il suo sguardo cadde su di me "Elena!"
"Ehi!" gli sorrisi, non pensavo che Marco e Mattia fossero amici.
"Non sapevo che vi conosceste" disse Marco.
"E invece si" replicai.
"Va bene, allora ci vediamo dopo amico, vi lascio soli" Marco diede una pacca sulla spalla a Mattia e poi ritornò dal suo gruppo.
"Sei amica di Marco?" mi fece Mattia.
"Da quando siamo piccoli" sorrisi pensando ai bei ricordi della nostra infanzia.
"Io e lui andavamo alle medie insieme, ci conosciamo così"

Con Mattia la serata stava procedendo bene e migliorò quando ritrovai Teresa, solo che poi vidi l'unica persona che non mi aspettavo di vedere quella notte.
"Teresa" feci preoccupata.
"Si?"
"C'è Stefano a due metri da me" dissi con una calma che non avevo.
"E ti preoccupa questo? Evitalo e basta"
Non era così semplice, ma continuando a guardarlo mi feci notare e fui costretta a salutarlo con una mano.
"10..9.." iniziarono a gridare le persone in coro e io mi resi conto che la mezzanotte era arrivata.
"6..7..5.." tra pochi secondi l'anno sarebbe finito e sarebbero partite tutte le battute come È da un anno che non ci vediamo.
"3..2..1.."
Tutti esultarono, l'anno era arrivato, tutti si abbracciavano e gridavano.
"Auguri!" mi gridò Teresa abbracciandomi e io feci lo stesso.
Mi girai verso Mattia per dargli gli auguri, ma lui invece mi baciò.

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