Capitolo 24

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Oggi era un bel giorno. Avevo avuto la notizia dai miei che non mi sarei trasferita a Milano con loro, ma sarei rimasta con Luca qui a Firenze. Valentina, invece, era pronta a partire la prossima settimana e aveva iniziato a vedere i negozi nei dintorni della sua nuova casa.
"Verremo ogni fine settimana" ci aveva detto nostra madre "E dovete assolutamente chiamarci!"
Io e Luca avevamo acconsentito alle condizioni silenziosamente, anche se erano più per me che per mio fratello, visto che lui era maggiorenne e responsabile ormai.
In più oggi sarei partita per la gita tanto aspettata da noi studenti, la gita a Roma in cui ci saremmo divertiti come dei pazzi.
Le classi con cui andavamo, la 4B scientifico (ovvero la classe di Marco) non era una brutta classe, però mi preoccupava la 3A scientifico, perchè c'erano molte teste calde là dentro e la rivalità tra quella classe e la nostra è sempre stata alta. Anche i professori con cui andavamo, Campi e Friuli, non erano male.. non osavo pensare cosa sarebbe successo se ci avesse accompagnato quella di storia. Ah, poi ci sarebbe stato anche Stefano, che accompagnava la classe di Marco e non sapevo se essere felice, perchè sarei stata una settimana con lui, o nervosa, sempre perchè sarei stata una settimana con lui. Che cosa complicata che erano i sentimenti.
Il fatto che non accompagnasse la mia classe voleva dire che ovviamente avrei passato molto probabilmente più tempo con la Friuli che con lui, ma sicuramente le attività come visitare posti o musei le avrei fatte anche con la classe di Marco e quindi con lui.
Sicuramente avremmo avuto delle ore libere in cui andare in giro e fare le compere per i regalini da portare a casa e poi saremmo andati a mangiare (sicuramente il momento più bello della giornata).
"Hai preso tutto?" mi chiese mia madre prendendo la mia valigia.
Afferrai lo zaino dove avevo messo alcune cose come il caricabatterie e ci avevo anche infilato una borsa nel caso fossimo uscito la sera "Si, mamma"
"Sicura?"
"Si, mamma" la conversazione era così da almeno dieci minuti, lei che mi chiedeva se avessi preso tutto e io che le rispondevo di si invano.
"Nel caso avessi dimenticato qualcosa, comprala, okay? Io e tuo padre ti abbiamo caricato la carta di credito, però usa i contanti se si tratta di cose di basso prezzo"
"Si, mamma. Ho capito, però ora dobbiamo andare"
"Porto la valigia in macchina"
Annuii ed andai a salutare i miei fratelli e mio padre al piano di sotto. Scesi le scale e li trovai ad aspettarmi "Ciao, sorellina.. Anche se mi scoccia ammetterlo, un po' mi mancherai" Valentina era in preda ad uno dei suoi momenti dolci privi di acidità e mi abbracciò.
Mio padre dopo mi strinse nelle sue braccia "Se hai bisogno di qualcosa, chiamami"
"Va bene" poi rivolsi lo sguardo al mio fratellone e gli sorrisi abbracciandolo forte.
"Mi mancherai" mi sussurrò "Ti voglio bene, e se qualcuno di dà fastidio chiamami che vengo a Roma e lo sistemo per bene"
Mi fece ridere e gli diedi un bacio sulla guancia "Afferrato"
Lanciai alla mia famiglia un ultimo sguardo e poi mia madre mi accompagnò a scuola, dove la mia classe era raggruppata in una zona del grande marciapiede aspettando l'autobus.
A quanto pare, la 3A aveva avuto la fortuna di avere un autobus tutto per loro, visto che era la più numerosa.. La fortuna mia e di Teresa era che saremmo state sull'autobus con Marco, pensai dopo che ciò voleva dire condividere l'autobus anche con Stefano, però il pensiero mi rasserenava invece di mandarmi in panico e non me lo spiegavo.. forse stavo imparando a gestire l'ansia e sarei riuscita ad avere una conversazione con lui senza compromettermi troppo!
"Divertiti" mia madre mi abbracciò e poi dopo avermi lasciato a valigia se ne andò lasciandomi con Teresa "Ehi!" la salutai "Pronta?"
"Assolutamente!" mi rispose lei "Non vedo l'ora di partire!"
"Hai visto Marco, per caso?"
"L'ho chiamato e mi ha detto che stava arrivando"
"Bene! Voglio partire subito! Voglio arrivare il prima possibile"
"Ci credi che tra una settimana saremo di nuovo qua?"
Alzai gli occhi al cielo "Non pensarci, Teresa! Pensa che tra qualche ora saremo a Roma!"
"Dovremmo partire a momenti! Oh, ecco Ferrari con la Friuli.. Campi è arrivato prima di tutti"
"Avevo sentito che era un tipo troppo puntuale, meno male che non accompagna noi"
"E scommetto che pensi peccato che non ci accompagna Ferrari" guardai male Teresa perchè aveva parlato con un tono di voce troppo alto.
"Staremo comunque molto tempo insieme, Teresa" la voce di Stefano era chiara e limpida.
Lanciai una serie di maledizioni a Teresa per la figura appena fatta.
Mi girai a guardare Stefano imbarazzata e sicuramente tutta rossa in faccia, mentre lui se ne andò con un sorrisetto stampato in faccia "Ti uccido" le dissi.
"Scusa, non pensavo fosse così vicino a noi" si giustificò cercando di non ridere.
Bene, che bell'inizio.

Eravamo sul pullman, ansiosi di partire. Stavano facendo l'appello della classe di Marco, poi avrebbero fatto il nostro e saremmo potuti partire, finalmente.
Io e Teresa eravamo sedute in una fila al centro del pullman, con Marco e il suo amico, che aveva fatto l'occhiolino a Teresa settimane prima, seduti sui sedili davanti a noi.
La voce profonda di Marco riecheggiò per tutto il pullman quando gridò "Presente" per farsi sentire da Stefano che era seduto alcune file più avanti.
L'appello della 4B finì e iniziarono a chiamare i nomi della mia classe; eravamo tutti un po' sparsi: alcuni erano seduti dietro mentre altri avanti perchè altrimenti si sarebbero sentiti male. Teresa come sempre volle il posto vicino al finestrino e io l'accontentai, dicendole che al ritorno quel posto sarebbe spettato a me.
"Ricci Elena" la Friuli chiamò il mio nome e io mi affrettai ad alzare la mano e gridare "Presente"
"Tra poco partiamo! Tra poco partiamo!" cantilenava Teresa allegra e io le sorridevo, intenerendomi per la sua felicità.
Il pullman partì e tutti esultammo iniziando a cantare stupide canzoni da pullman per passare il tempo, a fare battute e altre cose, quando poi dopo circa mezz'ora ci calmammo tutti.
"Mancano 3 h e 30 min" disse Teresa guardando l'orologio per l'ennesima volta.
"Smettila di fare così o ti sembrerà di non arrivare mai" le dissi.
Alzò le spalle, poi Marco si girò verso di noi "Come va lì dietro ragazze?"
"Benissimo!" risposi "Il tuo compagno sta già dormendo?" il ragazzo vicino a Marco era caduto in un sonno profondo "Si" rispose lui "Ieri abbiamo fatto le ore piccole, ma io nonostante questo sono ancora in forma"
"Si, certo" disse Teresa "Scommetto che andrai a caccia di ragazze a Roma, vero?" la ragazza con cui si stava sentendo Marco un paio di mesi fa era sparita, a quanto pare avevano litigato e si erano lasciati.
"Non sono così spavaldo! Poi a che scopo? Preferisco le fiorentine"
"Perchè sai che in una settimana non riusciresti nemmeno ad avvicinarti ad una ragazza" mentre parlavo scoppia in una risata.
"Ehi!" ribatté lui "Se non ci conoscessimo, ti innamoreresti di me al primo sguardo"
Altra risata "Scusa Marco, ma non sei il mio tipo!" mi faceva male la pancia per quanto ridevo forte.
Lanciai una rapida occhiata involontaria a Stefano che stava parlando con Campi e notai anche che alcune ragazze della classe di Marco lo osservavano sognanti.
Marco seguì il mio sguardo che adesso era rivolto alle sue compagne di classe "E figurati se quelle non si infatuavano di un professore"
"Ah si?" dissi fingendomi indifferente.
"Si.. ma nella nostra scuola molte ragazze guardando speranzose Ferrari sperando di avere qualche possibilità" fece una risatina "Esultano ogni volta che le guarda anche solo per un secondo"
"Beh, scommetto che se non fosse un professore ci avrebbero già provato"
"Come se il fatto che insegni nella nostra scuola le fermasse" Marco guardò il ragazzo accanto a lui.
"Come si chiama?" chiese Teresa facendo un cenno al bello addormentato.
"Ti interessa per caso?" sorrise beffardo Marco "Si chiama Matteo"
"Non è che mi interessa.." arrossì "Solo che mi sembra carino"
Tempo fa Teresa mi disse che quel ragazzo dagli occhi verdi e i capelli di color marroncino chiaro l'avevano affascinata.. dopo settimane aveva avuto il coraggio di chiedere il nome a Marco.
"È single" la informò Marco.
"Non l'ho chiesto"
"Ma volevi saperlo" il nostro amico le fece un occhiolino "Gli parlerò di te"
Teresa lo ringraziò silenziosamente, poi si appoggiò alla mia spalla e chiuse gli occhi.
Presi il telefono e risposi ad alcuni messaggi di Luca dicendogli che eravamo sulla strada per Roma e che gli avrei scritto non appena arrivato.
Ammirai il paesaggio delle campagne fuori dal finestrino, pensando a quanta meraviglia ci fosse nel mondo e come noi molto spesso la ignoravamo completamente; questa gita era stata aspettata da tutti noi con molto entusiasmo, sarebbero successe tante cose belle, avevo un buon presentimento.
Feci delle foto a Teresa mentre dormiva perchè aveva assunto un'espressione davvero buffa, poi misi il telefono nello zaino cercando di fare meno movimenti possibili per non svegliarla e appoggiai la testa al sedile rilassandomi.
Stefano iniziò a passare tra i sedili parlando con alcuni studenti, tra cui le compagne di classe di Marco. Lo osservavo e non riuscivo a non pensare a come fosse possibile per un essere umano essere così bello. Ovviamente non era perfetto come un Dio greco, aveva anche lui alcuni difetti, ma a me piacevano anche quelli. Una volta notai che aveva sulla guancia destra una piccole cicatrice, visibile solo da una distanza ravvicinata, l'avevo notata quella sera alla pizzeria quando io e lui ci eravamo quasi baciati. Ripensare a quella sera fu un tantino doloroso, ma niente di insopportabile, se ripensavo a tutte le nostre conversazioni in cui mi aveva fatto capire che anche lui provava qualcosa per me.
Dopo un paio di minuti lo vidi avvicinarsi al mio sedile e mi preparai mentalmente "Salve" dissi, non potevo dargli del tu in quel momento visto che non eravamo soli.
"Tutto bene qui?" mi chiese appoggiandosi con la mano al sedile di Matteo.
"Si, non vedo l'ora di arrivare"
Mi sorrise "Già, praticamente è la frase che ho sentito di più da quando siamo saliti"
"Beh, l'attesa è sempre straziante"
"Non dirlo a me" replicò, mettendo in quella frase più di un significato.

Amore ProibitoWhere stories live. Discover now