Capitolo 31

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"..E questa è la storia della colonna Traiana!" la donna ruba risposte concluse la sua spiegazione delle celebre colonna con molta più enfasi del necessario.
Ormai avevo rinunciato alla mia battaglia con lei, se voleva parlare lei andava bene, non ne valeva la pena sprecare energie per combatterla.
Finalmente era arrivata l'ora della nostra libertà e ci avviammo subito tutti a mangiare, eravamo tutti molto affamati e avevamo intravisto un McDonald quella mattina.
"Non ci vedo dalla fame!" si stava lamentando Marco "Se c'è fila faccio spostare tutti!"
"Si certo, poi ti arrestano" io e Teresa ridemmo alla battuta di Matteo, ma Marco fece un'espressione imbronciata "Divertente, Matteo.."
Quel giorno faceva caldo, altra cosa stancante perchè portavamo le nostre giacche appese al braccio e di certo non erano il massimo della comodità. Teresa se lo era saggiamente legato in vita, ma io mi ostinavo a volerlo portare a mano.
Era il nostro terzo giorno nella capitale, ma nonostante mi stessi divertendo iniziavo a sentire la nostalgia di casa. Mi mancava soprattutto Luca.
Teresa stava parlando con Matteo dell'uscita di questa sera e come sempre io mi rifugiai da Marco per lasciare la mia amica da sola con la sua nuova cotta "Ehi!"
"Ho fame" fu tutto quello che mi disse Marco.
"Il Mc è più vicino di quanto pensi!" gli indicai un cartello che diceva McDonald a tre minuti camminando "Che mi dici, Marco?"
"Che ti devo dire? Ho fame"
"Che novità"
"Già, quando ho fame non riesco a pensare"
Io risi rumorosamente e Marco mi guardò di traverso perchè tutti si erano girati a guardarci "Scusa" mormorai cercando di sopprimere la mia risata.
Feci un piccolo sorriso vedendo una famiglia probabilmente giapponese farsi dei selfie tutti sorridenti e abbracciati. La famiglia. Una delle cose più importanti nella vita.
Sarei stata persa senza mio fratello e (si, dovevo ammetterlo) mia sorella. Valentina, nonostante tutto, ha sempre cercato di aiutarmi a modo suo. Un suo "Quel vestito ti sta orribilmente" o un "Truccati che la tua faccia sembra quella di una malata" sarebbero potuti sembrare degli insulti, ma in fondo sapevo che me lo diceva per "avvertirmi" quando c'era qualcosa che non andava. Volevo ribadire: mi aiutava a modo suo.
Arrivammo finalmente al McDonald e ci precipitammo dentro come dei dannati e l'odore di fritto invase subito le nostre narici facendoci brontolare lo stomaco "Questo non è il cibo più salutare del mondo" commentò Teresa "Ma non mi interessa, ho fame e lasciatemi passare!"
Io le presi il braccio e la seguii mentre si faceva largo tra le persone, riuscendo ad arrivare ad uno di quei tabled giganti dove si ordina "Teresa, come si chiamano questi?"
"Touch easy order, credo. Ma che importa come si chiamano? Basta che mi fanno ordinare il mio cibo! Oh! Guarda quella ragazza con quel vassoio.. è pieno. Elena, non ce la faccio più. Ho troppa fame!"
Annuii concordando con lei e poi ordinammo il più velocemente possibile avviandoci alle casse, Marco e Matteo ci raggiunsero poco dopo con i loro scontrini in mano.
Le persone prendevano i vassoi ogni due per tre, stracolmi di cibo, mentre altri prendevano buste di carta marroni che emanavano un odore.. La fame mi stava uccidendo, non pensavo di essere così affamata.
Marco aveva un'espressione da psicopatico, molto probabilmente cercava di non dare di matto mentre aspettava la sua ordinazione.
Impaziente stropicciai involontariamente il mio scontrino, osservando in maniera compulsiva il monitor che segnava i numeri da servire o in preparazione.
Teresa, che si trovava alla mia destra, mi diede una gomitata "Non crederai mai chi c'è alle tue ore 2"
Lentamente girai la testa e vidi Stefano che aspettava anche lui da mangiare.
Per un secondo la fame scomparve e concentrai tutte le mie energie nell'osservarlo. Ammirai i suoi capelli leggermente in disordine e mi venne improvvisamente il desiderio di riordinarglieli e nel mentre lasciargli qualche bacio.
I suoi occhi erano fissi sul bancone e io ne approfittai per osservare il suo profilo, il suo bellissimo profilo. Da qui non potevo vedere la sua piccola cicatrice sulla guancia destra che desideravo toccare con le mie labbra.
Quando girò la testa, forse perchè si sentiva osservato, io non distolsi lo sguardo ma incrociai il suo; la mia gioia fu grandissima quando vidi i suoi occhi ravvivarsi facendolo sorridere. Era ancora più attraente quando sorrideva, questo tipo di bellezza sarebbe dovuta essere illegale. Sorrisi anche io continuandolo a guardare, assaporando ogni istante di quel momento.
La commessa lo richiamò per dargli una busta marrone con sopra una M gialla e Marco, invece, iniziò a parlarmi costringendomi a distogliere lo sguardo "Quella signora è arrivata dopo di noi! Perchè ha già il suo cibo?"
"Marco, rilassati" provai a liquidai per tornar al gioco di sguardi mio e di Stefano "Tra poco arriva il cibo"
Borbottò qualcosa di incomprensibile e attaccò discorso, per fortuna, con Matteo e Teresa.
Non riuscii più a trovare Stefano e dedussi che forse se n'era andato, probabilmente era affamato quanto noi.
Poi udii la sua voce dietro di noi "Salve ragazzi!"
Quasi sobbalzai e mi girai immediatamente, prima degli altri "Salve"
"Affamato, professore?" chiese Marco
"Si! Ho aspettato per almeno venti minuti" rispose lui con enfasi.
"E noi siamo arrivati solo cinque minuti fa!" esclamò Matteo alzando gli occhi al cielo.
"Ragazzi, vi devo chiedere un favore" fece Stefano "Potete tenermi questa?" fece un cenno alla busta piena di cibo "Devo andare un attimo in bagno e non so quanto sia igienico"
"Certo" rispose Teresa tranquillamente prendendo la busta, non fidandosi di Marco che avrebbe provato a scroccare qualcosa.
Stefano mi lanciò un ultimo sguardo prima di andare e io capii all'istante. Lo guardai allontanarsi scendendo le scale che portavano al corridoio del bagno.
Lanciai uno sguardo al grande monitor: il mio numero non era nemmeno in preparazione, sicuramente non sarebbe stato pronto prima di 10 minuti. C'era tempo.
Aspettai un paio di minuti e poi iniziai a lamentarmi "Devo andare in bagno! Non ce la faccio più! Ma quando è pronto il cibo?"
Marco scrollò le spalle "Dammi il tuo scontrino e vai in bagno, se chiamano il tuo numero prendo io il cibo"
Gli sorrisi "Grazie!" poi mi girai verso Teresa che, al contrario di Marco, aveva capito cosa stava succedendo. Lanciai anche un sorriso innocente e poi camminai velocemente verso le scale impaziente.
Scesi le scale con fretta e quando lo vidi in piedi nel corridoio, non aspettai un secondo prima di saltargli al collo e abbracciarlo.
"Ehi" mi salutò dolcemente baciandomi la guancia.
"Ehi" sorrisi nella sua spalla e poi buttai la testa all'indietro per baciarlo, con molta passione.
Ormai le sue labbra avevano un sapore a me familiare e da me così amato.
Mi morse lievemente il labbro mentre separavamo i nostri visi per riprendere fiato e io gli lasciai un piccolo bacio sulla sua cicatrice. Volevo chiedergli come se la fosse fatta, ma non avevamo molto tempo.
Stefano mi guardò con desiderio e mi fece girare appoggiandomi al muro. Mi rinchiuse con le sue braccia, le sue mani erano appoggiate alla parete. I suoi occhi erano pieni di entusiasmo e potevo scommettere che il mio sguardo non era da meno. Riprese a baciarmi e io tirai il suo maglioncino per diminuire al minimo la distanza tra noi.
"Mi fai impazzire" mi sussurrò tra i baci.
Come risposta io lo tirai ancora più a me, intensificando il bacio. Ogni cellula del mio corpo lo voleva.
"Sei fantastico" sussurrai inconsciamente io e lo sentii sorridere sulle mie labbra.
Lasciò dei baci lungo il mio volto per finire sul collo. Era una fortuna che in bagno non ci fosse nessuno in quel momento. Gemetti, sentendo le ossa più molli.
Ahimè, quel momento non poteva durare per sempre. Rimanemmo comunque in quella posizione a fissarci "Dovremmo andare" disse Stefano.
"Già.." mormorai "Purtroppo" il mio stomaco fece la cosa meno romantica che potesse fare in quel momento: brontolò.
Stefano mi sorrise divertito "Hai fame, vero?"
Annuii "E l'odore che c'era lassù non aiutava per niente!" l'odore di fritto si riusciva a percepire in tutto il locale.
"Esco prima io, okay? Sono entrato prima" mi liberò dalle sue braccia e io, controvoglia, mi allontanai di qualche centimetro da lui "Va bene"
Sospirò e poi, dopo avermi lasciato un ultimo bacio, salì le scale per andare a prendere il suo cibo da Teresa.
Mi appoggiai al muro ansimante, troppe emozioni in così poco tempo. Sapevo che era quasi banale ma sentivo già la sua mancanza.
Dopo circa due minuti ritornai dai miei amici, che non erano più alla cassa ma seduti ad un tavolo con i nostri vassoi e mi stavano aspettando.
"Cibo!" esultai felice sedendomi accanto a Teresa.

Ormai era sera e tra poco avremmo dovuto incontrare con Ludovica per la nostra uscita.
Teresa, stranamente, aveva deciso di indossare la gonna "Che evento!" esclamai.
Lei alzò gli occhi al cielo "Tu che ti metti?"
"Probabilmente quel vestito di Valentina, quello verde con lo scollo a V" mi sfilai la maglia e cercai il vestito nella valigia.
Quando partivo non toglievo mai i vestiti dalla valigia, era più forte di me. Preferivo tenerli lì dentro e prenderli quando ne avevo bisogno per poi rimetterli di nuovo dentro il bagaglio con cura.
Il mio telefono iniziò a squillare e la sigla di Friends risuonò per tutta la stanza.
"Quella suoneria è fantastica" era la cosa che diceva Teresa ogni volta che la sentiva.
Feci un balzo sul letto per prendere il telefono e mi stesi a pancia in su "Pronto?" non avevo nemmeno visto chi aveva chiamato.
"Non mi hai più scritto! Come so che sei viva, altrimenti?" la voce preoccupata di mio fratello mi fece ridere "Luca!" risi più forte "Me ne sono dimenticata.. Sto per uscire ora"
"Uscire?! A quest'ora? A Roma? Con tutta quella brutta gente in giro?!"
"Luca, sono le nove di sera!" scrollai gli occhi.
"E quindi? Se non torni a casa entro un'ora"
Chiusi gli occhi, avevo fatto l'errore di dirgli i miei programmi "Va bene"
"So che non farai come dico!"
"Infatti, ti voglio bene. Ti scrivo quando torno a casa" chiusi la chiamata prima che potesse ribattere.

"Ti vuoi muovere?!" mi stava urlando Teresa impaziente "Tra cinque minuti dobbiamo incontrare Ludovica!"
"Mi muovo! Mi muovo!" mi tirai su la zip del vestito e mi infilai velocemente gli stivali neri.
Teresa mi lanciò la giacca mentre io mettevo il portafoglio e il telefono nella borsa. In due minuti fummo fuori dalla stanza.
La mia amica mi trascinò letteralmente per tutto il corridoio, quando poi incontrammo Stefano e lei raggiunse il culmine dell'impazienza. Le lanciai uno sguardo veloce e lei alzò gli occhia al cielo sbuffando "Dico a Ludovica che sei ancora in bagno" poi si rivolse a Stefano "Buonasera, professore"
Prese l'ascensore e dopo io e Stefano rimanemmo da soli, ma per un tempo molto ristretto.
Lui mi stava squadrando della testa ai piedi deglutendo "Sei.." il suo sguardo era di nuovo pieno di desiderio "Sei stupenda"
"Grazie" sicuramente ero arrossita.
Si vedeva che era stanco, mi faceva tenerezza "Sei stupenda, però fai attenzione, okay?"
"Il fatto che ti preoccupi per me è dolce, ma non devi"
"Non ci posso fare niente" mi sorrise "Ti accompagno al piano terra"
Entrammo nell'ascensore e lui schiacciò il pulsante su cui c'era scritto 0.
"Torna per il coprifuoco e se hai dei problemi, chiamami"
"Parli come mio fratello" mi appoggiai alla parete dell'ascensore.
"Si ma tuo fratello non può fare questo.." si avvicinò a me e mi baciò, con la lingua.
Fu tuttavia un bacio breve perchè le porte dell'ascensore si aprirono poco dopo e ci separammo immediatamente.
Ci liquidammo con un rapido sorrisi e io gli dissi "Buonanotte" prima di raggiungere Teresa e Ludovica.
Mentre facevo quei pochi passi che mi separavano dalle mie amiche, cercai di ritornare lucida di nuovo dopo quel bacio.
"Ehi! Pronte per andare?" chiese Ludovica entusiasta "Andiamo a divertirci!"
E così uscimmo tutte e tre, pronte a passare una serata tranquilla tra amiche. Pronte ad avventurarci in una Roma notturna.

Amore ProibitoWhere stories live. Discover now