Capitolo 27

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"Abbiamo il cibo!" esultò Davide contento facendoci entrare nella sua camera.
C'era un grand disordine in quella camera d'albergo che sicuramente era stata perfetta il giorno prima, in più c'era anche uno strado odore ma non ero sicura di sapere da dove venisse.
"Prendetevi una camera!" gridò Roberto a Ludovica e a Cristian che si stavano beatamente baciando sul divanetto marrone "Se voi foste fidanzati capireste, amici miei" ribatté con un sorriso Cristian.
Beh, io ora lo ero e potevo capire, ma comunque rimasi in silenzio ridendo tra me e me, andandomi a sedere sul letto accanto a Teresa. Non volevo stare là molto, non avevo più molte energie e quello successo poche ore fa con Stefano mi aveva messa completamente fuori gioco.
"Domani voglio andare a fare shopping!" esordì Ludovica "Non ho ancora comprato niente per la mia famiglia e.."
"Questi discorsi li fate quando siete tra ragazze, ora non voglio sentire le parole vestiti, trucco, shopping o.." iniziò Roberto ma Teresa lo interruppe brutalmente "Capito, Roberto. Ora cosa volete fare? Perchè io ho fame e sono annoiata"
Non riuscii a trattenermi e mi buttai all'indietro sul letto ridendo come una pazza "Tu..tu.." non riuscii a finire la frase per le risate.
"Io ho sempre pensato che tu fossi pazza" mi disse Davide incrociando le braccia, poi aprii le buste di patatine e altre schifezze varie.
Cercai di calmarmi rimettendomi a sedere "Quelli della 3A non li sopporto"
"Puoi dirlo forte!" disse Cristian "Sono solo degli stronzetti che non sanno cosa fare"
"Vi immaginate se ci fosse stata la Friuli prima? Sarebbe diventata rossa dalla rabbia e avrebbe detto qualcosa come COME VI PERMETTETE?"
Io invece la immaginavo col fumo che le usciva dalle orecchie e il fuoco negli occhi.
"Ma se ci scoprono che succede?" chiese Ludovica "Ci rispediscono a Firenze"
"Amore" fece Cristian "Non possono rispedirci a Firenze, sicuramente ci ammoniranno o qualcosa del genere"
Teresa alzò le spalle "Ma non ci scopriranno, siamo pochi e di certo non facciamo tanto rumore. Mica stiamo facendo una festa con musica a palla"
"Stella ne sarebbe capace" commentai "Non capisco come ancora non abbia organizzato qualcosa"
"Forse l'ha fatto e non ci ha invitati" disse Teresa, non aveva tutti i torni.
"Nah, a me e Davide avrebbe invitato, penso che avrebbe invitato quasi tutta la classe" Roberto controllò il suo telefono mentre parlava "Ehi! Quest'anno le seconde sono andate a Malta! Noi l'anno scorso dove siamo andati?"
"A Siena" risposi io scocciata "È ingiusto"
"E che ci possiamo fare? Quest'anno siamo a Roma!" Ludovica cercava sempre di vedere il lato bello delle cose "Poi ci manca ancora la gita del quarto e del quinto, che sarà sicuramente all'estero! Poi Siena è bella!"
"Non sto dicendo che non sia bella!" mi giustificai "Sto solo dicendo che siccome noi non siamo usciti dalla Toscana l'anno scorso non capisco come mai le seconde di quest'anno vadano da tutt'altra parte"
Continuammo a discutere sulle gite mentre mangiavamo, mentre Ludovica e Cristian si lanciavano sguardi adoranti e quando nessuno li guardava si lasciavano sfuggire un bacio.
Iniziai a sentire tutta la stanchezza addosso e dopo circa un'ora da quando eravamo lì dentro mi alzai "Io vado a letto, ci vediamo domani!" salutai tutti e poi mi trascinai fuori dalla stanza, dimenticando che strada dovessi fare per tornare alla mia camera.
Rimasi nel corridoio ferma per almeno cinque minuti, come era possibile dimenticarsi la strada da fare? La mia stanza era la numero 226 e quella di Davide e Roberto la 217, forse sarei dovuta andare a destra. Ero troppo stanca per pensare e mi affidai al caso andando a destra; estrassi il telefono dalla tasca della felpa celeste e risposi ad alcuni messaggi dei miei e di mio fratello che continuava a chiedere come stessi.

Mamma, ore 21:05 : Ciao tesoro, io e tuo padre ci chiedevamo come andasse la gita, se hai bisogno di qualcosa diccelo.

Era davvero tardi e non potevo risponderle ora altrimenti chissà cosa avrebbe pensato. Aprii la chat con mio fratello e vidi che era ancora online perciò mi affrettai a digitare una risposta.

Luca, ore 23:29 : Come stai? Hai mangiato? Non hai rischiato di morire investita da qualche macchina, come solito tuo vero? I ragazzi si comportano bene o devo staccarli la testa? Non hai incontrato nessun bel romano (di certo non più bello di me) che ti ha fatto perdere la testa, vero? Altrimenti dovrei staccare la testa anche a lui.

Io, ore 00:25 : Sto bene, si ho mangiato pizza. Non ho rischiato la morte, c'era Teresa con me e in più per quanto strano sia IO SO ATTRAVERSARE LA STRADA. I ragazzi si comportano bene, anche se alcuni ragazzi dell'altra classe hanno iniziato una discussione sul fatto che fossimo sfigati ma tranquillo ho rifilato un pugno a quello che parlava :) Non ho incontrato nessun bel romano, ma Teresa sta fraternizzando con un amico di Marco.

Luca, ore 00:25: VOLEVO VEDERE! Tu che picchi qualcuno? FANTASTICO. Ora vai a letto che è tardi, buonanotte sorellina, ti voglio bene

Io, ore 00:25: Anche io ti voglio bene!! Buonanotte fratellone

Sorrisi rileggendo il messaggio di Luca, chissà cosa avevo fatto per meritarmi un fratello come lui.
Mentre rimettevo apposto il telefono vidi Stefano nel corridoio che veniva nella direzione opposta alla mia.
"Che fai ancora alzata?" mi chiese venendo verso di me con una faccia stanca.
"Che ci fai tu ancora alzato?" chiesi di rimando, sbattendo gli occhi per svegliarmi.
"Io e gli altri professori abbiamo fatto una riunione su discutere su quello che è accaduto con la 3A"
"Ah.." esclamai preoccupandomi un po'.
"Comunque ho provato a giustificarti e gli altri due erano d'accordo che quel ragazzo abbia esagerato e non è che tu gli abbia fatto chissà quanto male"
Lo guardai male "Perchè non avevo intenzione di fargli davvero male" in realtà ci avevo messo tutta la mia forza.
Stefano mi guardò con tenerezza, poi fece un cenno al mio telefono "Se per te va bene, posso mettere il mio numero tra i tuoi contatti?"
Spalancai appena gli occhi, ricordando il foglietto che mi aveva dato il vecchio fidanzato di Stella ad una festa col numero di Stefano sopra. Quel foglietto è andato direttamente nella spazzatura; annuii e gli diedi il telefono, osservandolo mentre digitava il suo numero. Quando me lo restituì gli feci uno squillo per dargli il mio numero.
"Non mi hai risposto, però" insistesse "Sta accadendo qualcosa che dovrei sapere? Non vi state drogando, vero?"
Feci una risata "Niente di illegale, tranquillo"
Sembrò sollevato "Ti accompagno alla tua camera"
"La 226" gli dissi io, iniziando a camminare accanto a lui.
Sentivo il cuore uscirmi di nuovo fuori dal petto e avevo la gola secca, ogni volta Stefano mi faceva sentire in questo modo e iniziavo a farci l'abitudine; ora io e lui stavamo insieme, davvero insieme. Ancora non ci credevo, anche perchè era successo solo poche ore fa. Ero fermamente convinta che dovesse accadere, abbiamo solo ritardato la cosa. Mentre camminavamo sentii la sua mano sfiorare la mia e subito intrecciai le mie dita con le sue, sentendo come una scossa elettrica tra i nostri palmi.
Non volevo allontanarmi di nuovo da lui, però eravamo arrivati alla mia camera che era più vicina di quanto pensassi e aprii la porta con una mano mentre l'altra era ancora unita a quella di Stefano.
"Temo di doverti dire buonanotte" si appoggiò allo stipite della porta lasciando la mia mano, poi sospirò "Buonanotte, buonanotte! Separarsi è un sì dolce dolore.." conoscevo quella frase.
"Che dirò buonanotte finché non sarà mattina" completati quella citazione di Shakespeare presa da Romeo e Giulietta.
"Il fatto che ti piaccia Shakespeare mi manda su di giri" commentai ricambiando il suo sorriso
"Solo questo?" si finse offeso e aggrottò le sopracciglia "Ho molte altre qualità che potrebbero farti impazzire"
"Ad esempio?"
"Le scoprirai" mi guardò malizioso, poi rise vedendo la mia espressione confusa.
Sarei potuta stare ore a parlare con lui così (ovviamente tra un bacio e l'altro) e non mi sarei mai stancata, non mi ero mai sentita così a mio agio.
"A che pensi?" dalla sua domanda potevo dedurre che mi ero messa a fissarlo persa nei miei pensieri come sempre. Scrollai le spalle "Solo che sono felice"
"Anche io" con la mano accarezzò la mia guancia "Non ho parole per descrivere quanto lo sia"
"Non importa" gli dissi "Mi basta il modo in cui mi guardi per sciogliermi, se aggiungessi anche le parole potrei morirci"
Lui ridacchiò, poi iniziammo a fare il nostro solito gioco di sguardi.
Quando ti trovavi bene con una persona, quando ti sentivi di poter dire tutto e non essere giudicata, quando quella persona era l'unica cosa che volevi vedere, allora dovevi stare con lei per tutto il tempo possibile. Stefano era quella persona per me.
Mi avvicinai e lui fece lo stesso, per poi lasciarmi lentamente un bacio sulle labbra che si fece sempre più intenso, avevo i brividi lungo tutta la spina dorsale.
Lo tirai a me prendendolo per la camicia, mentre lui posò le mani sulla mia schiena senza indugiare.
Sorridemmo entrambi, lui poi mi baciò la guancia, lo zigomo, l'angolo della bocca e poi ritornò un'ultima volta sulle mie labbra.
Ci allontanammo e io mi misi a sorridere come una stupida, sicuramente ero anche arrossata perchè percepivo del calore sul mio viso (e anche su tutto il corpo).
"Buonanotte, fidanzata" mi guardò di nuovo con quello sguardo irresistibile, quello che mi faceva rammollire le ginocchia.
"Buonanotte, fidanzato"

Amore ProibitoWhere stories live. Discover now