Capitolo 22

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"Sguardo dritto, non girarti e non fare domande" mi diceva Teresa facendomi venire voglia di fare tutto l'opposto di quello che mi diceva.
La scuola era diventata una trappola quel giorno: troppi fiori, cuori e frasi d'amore "Non voglio vedere Stefano oggi"
"Lo vedi quasi tutti i giorni, non fa differenza"
"Si che la fa! Ah.. lascia perdere, finiamo questa giornata e poi torniamo a casa"
"Scommetto che a casa vorrai vederti film romantici così ti deprimerai per tutta la faccenda di Stefano"
Sorrisi alla mia amica che aveva capito tutto di me "Esattamente!"
Mentre percorrevamo il corridoio per entrare nella nostra classe intravidi Stella e il suo ex parlare, però sembrava più una discussione. Un po' mi dispiaceva per lei, Giorgio sembrava piacerle proprio tanto e non si poteva definire un cattivo ragazzo.. era il classico ragazzo belloccio intelligente ma che non si voleva applicare.
Molte ragazze fissavano sognanti dei ragazzi di quinta, anche quelli che abbracciavano la loro fidanzata e ciò faceva molto ridere; Teresa non si preoccupava così tanto per San Valentino e normalmente nemmeno io me ne sarei preoccupata, ma questa volta era completamente diverso.
Tutto era diventato complicato da settembre, ma ormai non ci potevo fare più niente.
"Mattia lo hai più sentito?"
Posai lo zaino sul banco "Si, a volte ci scambiamo dei messaggi"
"E..?" si sedette sul banco impaziente di essere aggiornata.
"E niente, siamo amici e ha capito di non avere molte possibilità di andare oltre" inizia a tirare fuori il libro di chimica con la tavola periodica "D'altronde penso che avesse capito anche a capodanno"
"Forse, comunque io continuo ad essere felice di essere single e di non aver problemi come i tuoi"
"Grazie, Teresa" mi sedetti iniziando a ripetere mentalmente la lezione del giorno.
"Scusa, eh! Però.." iniziò a imitarmi "Non voglio vederlo! Oh mio Dio! Eccolo! Quanto è bello! Perchè non posso stare con lui?" era così brava che mi stupii "Scusa, ma non ce la farei proprio"
Scrollai le spalle "Non è qualcosa che cerchi"
"Si, certo.. ma provo almeno ad evitarla"
Il professore di chimica entrò in classe e alla frase "Oggi interrogo" scoppiammo tutti un po' nel panico.
Daniele non poteva nemmeno offrirsi volontario perchè aveva già un paio di voti mentre noi altri iniziammo velocemente a ripetere tutto il programma in cinque minuti, una cosa apparentemente impossibile da fare, ma non si doveva mai dubitare di uno studente in preda al panico pre-interrogazione.
"Oggi non accetto volontari, anche se dubito che ce ne siano" wow professore, che lampo di genio.
"Estraiamo a sorte.." prese una piccola sacca dove aveva dei numeri da uno a trenta e inizio a mescolarli.
Ti prego, non il mio numero, non il mio numero, non il mio numero "Chi è il 5?" dentro di me esultai come una matta.
"I-Io, professore" disse Davide maledicendo la sua fortuna che lo aveva abbandonato "Devo venire lì alla cattedra?"
"Certamente" alla risposta del professore vidi qualcosa rompersi dentro gli occhi di Davide e per quanto "triste" fosse quella scena, al tempo stesso mi veniva quasi da ridere guardando l'espressione contenta dell'insegnante e quella disperata di Davide.
Ero una cattiva persona, ne ero consapevole.
Quella giornata si rivelava già dall'inizio un disastro.

Storia mi piaceva, la trovavo interessante, era la professoressa ad essere pesante.
Aveva una voce monotona che era perfetta per cantare una ninna nanna; nel biennio avevamo una professoressa che faceva sembrare la storia bellissima e semplice, mentre questa otteneva l'effetto contrario.
Vedevo Teresa che a volte chiudeva gli occhi e non ci avrebbe messo molto ad addormentarsi, nonostante continuassi a tenerla sveglia dandole leggeri pugni sul braccio "Teresa!"
"Stavo sognando di governare il mondo! Perchè mi hai svegliata"
"Io più vado avanti e più penso che tu sia una psicopatica, però ti voglio bene lo stesso"
Brontolò qualcosa che non capì e poi usò le mani come visiera per gli occhi, così la professoressa non l'avrebbe beccata. Avevo detto che la professoressa era pesante, ma non stupida.
Mi guardai attorno per osservare i miei compagni e notai che anche loro non erano messi benissimo: Cristian stava facendo dei piccoli massaggi alle braccia di Ludovica, che si stava addormentando come Teresa, Roberto e Davide giocavano a Tris sul banco, Stella si guardava allo specchio e Monica provava a prendere appunti, ma tutto quello che riusciva a fare era scarabocchiare sul quaderno. Daniele era l'unico che seguiva e io continuavo a pensare che venisse da qualche pianeta alieno, ma questo era un mistero che sarebbe rimasto tale.
Non riuscivo più a resistere e alzai la mano per andare in bagno, almeno mi sarei svegliata camminando un po'; uscii dalla classe e rimasi un po' in piedi fuori dalla porta, però poi mi avviai verso il bagno per sciacquarmi la faccia e sarei restata lì per un paio di minuti.
Il bagno delle ragazze era più piccolo di quello dei ragazzi, non che fossi mai entrata nel bagno dei ragazzi, però una volta Cristian ci disse che c'erano sette bagni, mentre a noi solo cinque.
La maggior parte delle ragazze andava in bagno durante la ricreazione, ma io preferivo andare durante le lezioni perchè almeno non c'era tanta gente, anzi, non c'era nessuno.
Mi sciacquai il volto con dell'acqua fredda, poi mi asciugai con un fazzoletto per poi buttarlo nel cestino. Mi affacciai alla finestra che dava sul cortile deserto ed ebbi un gran desiderio di scappare.
Uscii dal bagno per tornare in classe e affrontare la fine di quella noiosa ora di storia, poi avrei avuto letteratura e dopo sarei potuta tornare a casa.
Mentre percorrevo il corridoio incontrai Stefano. Ormai non ero nemmeno più sorpresa, perchè sembrava che l'universo ce l'avesse con me "Ciao" lo salutai.
"Ciao" mi salutò lui di rimando avvicinandosi "Come stai?"
"Bene, anche se non vedo l'ora che questa giornata finisca" ed ecco qua la mia parlantina irrefrenabile.
"Perchè?" alzò le sopracciglia sorridendo.
"Penso che San Valentino sia sopravvalutato" ti prego, non parlare più del dovuto.
"Ah si?"
"Se due persone stanno insieme, non si scambiano fiori o parole dolci solo oggi"
"Sai, la penso come te, ma non siamo tutti uguali" mentre parlava non smisi di guardarlo "Pensa a qualcosa di bello così il resto ti sembrerà secondario"
"Penso che tra poco andremo in gita!" dissi allegra "Almeno faremo qualcosa di diverso""
"A proposito, io accompagnerò un'altra classe, però starò comunque anche con la tua classe"
"Ah" provai a sembrare sorpresa, come se non ci avessi pensato da quando la Friuli ci aveva dato la notizia "Allora ci vedremo spesso!" sgranai gli occhi realizzando cosa avessi appena detto "Scusa, non intendevo.. insomma.. cioè.."
"Ho capito" gli scappò una risata e mi guardò con dolcezza "In effetti hai detto una verità, ci vedremo molto spesso"
Annuii piano fingendo di non essere felice della cosa e, infondo, speravo che anche lui fosse contento della cosa, ma non lo avrei mai saputo "Si, certo e.."
"Perchè sei così nervosa?" mi guardò interrogativo e divertito.
Sospirai "Perchè parlare con te, soprattutto quando non so cosa dirti per non compromettermi troppo, mi manda un po' nel panico"
"Comprometterti?" perchè gli sembrava una cosa divertente?
"Non devo spiegartelo! Parlo troppo e finisco sempre per dirti qualcosa di inappropriato"
"Fidati, devo sforzarmi anche io" si grattò la fronte quasi imbarazzato "Ma tu non dovresti tornare in classe?" volle cambiare il discorso.
Guardai la porta della mia classe dispiaciuta "Si.."
"Ci vediamo a dopo" mi sorrise un'ultima volta, poi io mi avviai verso l'aula, dove mi aspettava una compagna di classe addormentata.

Amore ProibitoWhere stories live. Discover now