1 luglio

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1 luglio 2018

Ieri sono andata da lui. Volevo lasciargli la lettera da sotto la porta, ma io non sono mai stata una codarda, così ho fatto un respiro profondo e ho suonato il campanello.
Me lo sono ritrovata di fronte un minuto dopo, con uno sguardo sconvolto alla vista di me. Due occhiaie profonde solcavano il suo viso e nell'afferrare la lettera ho visto le sue nocche viola, consumate.
Lui l'ha guardata per un secondo in cui gli si sono inumiditi gli occhi e poi ha cominciato a piangere. "Cosa stai facendo?" ha detto con la voce tremante.
Non gli ho risposto.
Sono corsa giù per le scale ignorando la sua voce che mi chiamava.
Ignorando che qualche secondo dopo lui stava correndo dietro di me.
Ignorando la pioggia che picchiettava violenta sulla mia testa e i tuoni così forti da scuotermi.
Lui mi ha raggiunta col suo passo svelto e mi ha afferrato il polso, con il fiato corto e la fronte aggrottata mentre le nostre lacrime si mischiavano alle gocce di pioggia.
Si è strofinato la mano sulla faccia, tremava anche lui, e io piangevo rumorosamente esattamente come ho fatto per tutti gli ultimi venti giorni in cui non l'ho visto, con la differenza che stavolta Chanyeol sentiva i miei singhiozzi.
"Non è vero che non ti amo, Chanyeol" urlavo. Volevo sovrastare il baccano del diluvio e quello delle mie bugie. Mentre i nostri vestiti diventavano zuppi io guardavo i suoi capelli neri gocciolanti sulla fronte. "Sei l'unica persona che potrei mai amare nella mia esistenza del cazzo".
Allora, è stato allora che l'ho visto piangere come mai prima.
"Perché mi hai mentito? Perché cazzo mi hai detto quelle cose? Hai idea di come sto, Helena?"
"Sì, ce l'ho. Perché io sto così e so che è colpa mia"
"No, non ce l'hai! Non ce l'hai cazzo! Prova a vedere com'è pensare di perdere la persona per cui daresti la vita. Prova a sentire quello che ho sentito io quando mi hai sbattuto la porta in faccia senza uno straccio di motivo, Helena. Ho sentito un vuoto dentro così forte che ho pensato di non poter respirare più. Smettila di respingere l'amore attorno a te per poi pentirtene ogni volta"
Stringeva i pugni così forte che i lividi sulle nocche diventavano bianchi. Ormai non si capiva più quali fossero le lacrime e quali le gocce di pioggia sul suo viso.
Poi gli ho detto che ormai era troppo tardi. Perché io lo so che dopo averla letta non mi amerà più. Io non me lo merito.
Sono sbagliata perché anche se provo amore non so darlo, e la cosa che mi addolora di più è che a soffrirne è lui, l'unico che non dovrebbe nemmeno sapere cosa è il dolore.

-

«Ma come ha fatto? Come ci è arrivato?»

Mio fratello sta cercando di dare senso ai ragionamenti di Sherlock, mentre io sono incantata dall'accento di Benedict Cumberbutch ma decido di schiodare dal divano perché lo stomaco brontola rumorosamente, e ancora non ho mangiato nulla. E poi Sherlock l'ho già visto due volte per intero.

«Che dici di spegnere la televisione e studiare qualcosa, anziché rimanere la capra ignorante che sei»

«E su quali libri dovrei studiare?» si alza e facendo vagare lo sguardo in cerca di chissà cosa, prende un libro pesantissimo che ho lasciato sul divano piccolo. Lo rigira tra le mani e lo guarda schifato, leggendo il titolo come se fosse scritto in aramaico. «Storia del diritto romano. Tu sei pazza, te lo dico io»

«Meglio pazza che ignorante. Prendi il computer e studia gli argomenti da lì, neanche lo voglio sapere in quante materie non hai la sufficienza»

«Cinque materie» dice senza remore, avvicinandosi e mordendo un tozzo di pane.

«Ecco, infatti. Ringrazia che è sabato altrimenti saresti andato a scuola»

Lui ha la testa china sul cellulare mentre mormora un "se se come dici tu" non troppo convinto. Io mi siedo di fronte a lui e do uno sguardo alla televisione, all'estremo opposto dell'open space salone-cucina. Sono completamente persa tra i pensieri mentre le immagini alla tv scorrono, e non mi accorgo che qualcuno ha appena fatto il suo ingresso.

365 days // ChanyeolDonde viven las historias. Descúbrelo ahora