9 giugno

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9 giugno 2018

Ieri Chanyeol è tornato, diario.
Mi ha chiesto cosa ho, che succede. Se ce l'ho con lui, se ha fatto qualcosa.
Ha appoggiato le mani alla mia porta e dopo un po' ha cominciato a piangere, esasperato, mentre alle sue parole rispondeva solo il silenzio.
Così per mezz'ora. Senza ricevere alcuna risposta da me, che singhiozzavo con la schiena appoggiata al legno freddo.
Prima di dirmi per l'ultima volta "ti prego", è andato via e di nuovo mi ha lasciato un biglietto.
"Cosa ho fatto, Helena? Non capisco nulla, ripercorro i nostri momenti insieme ma non riesco a ricordare niente che possa averti fatto male. O forse non sono riuscito a vedere qualcosa io? Ti prego, dimmi cosa non va. Ti amo troppo e vederti stare così fa troppo male"
L'ho stretto tra le mani per così tanto tempo che si è stropicciato e si è ridotto a una pallina di carta dalle parole quasi incomprensibili. L'ho stretto al petto come se fosse stato lui, quando triste abbandona il viso sul mio seno e inspira sulla mia pelle tra le mie carezze e le mie dita tra i suoi capelli.
Non resisterò a lungo, senza di lui. Non ce la faccio più a pensarlo triste per colpa mia. Devo risolvere tutto subito perché sopportare quest'agonia è come morire ogni secondo lentamente, tra mille paure e preoccupazioni, tra la mancanza di lui e il pensiero della sua voce affranta pronunciare il mio nome.

-

Ieri io e Alec non ci siamo né visti né sentiti. Non perché avessimo discussioni in sospeso o avessimo litigato; semplicemente è andata così, nessuno dei due ha sentito il bisogno di parlare con l'altro.
E la cosa che mi lascia perplessa è che non mi è pesato. Come se non mi si fosse stato tolto niente, come se lui non aggiungesse nulla alla mia vita. Non so come sentirmi riguardo i miei sentimenti, ma per adesso sono distratta da così tante cose urgenti che non ho avuto il tempo di preoccuparmi per altro.

E non è vero che non voglio sapere nulla, dei lividi che ho curato due giorni fa.
La causa dell'accesa discussione sono stata io e non posso esserne impassibile, soprattutto se i soggetti coinvolti sono il mio ragazzo e Chanyeol.
Per questo, quando Carla ieri mi ha chiamata con urgenza dicendomi che doveva raccontarmi qualcosa, non ho di certo reclinato. Devo avere chiara la storia, perché quello che mi è stato detto non è obiettivo, talvolta neanche vero.
Alec racconta le storie a metà, la metà per cui lui è innocente. L'ha sempre fatto consapevolmente, e per questo non è affidabile.
Chanyeol coinvolge me emotivamente. Non posso giudicare con saggezza le sue parole, solo con i sentimenti e per questo devo capire cosa è successo, ma non da loro.

Finalmente la personalità pettegola e invadente di Carla può essere utile e dirmi cosa è successo. Infatti, quando siamo sedute attorno al tavolino del bar, lei non se lo fa ripetere due volte.

«Devi dirmi qualcosa?»

«Helena, che fortuna che hai. Due uomini che litigano per te, ti devi sentire importante... A me non è mai capitata una cosa simile!»

La guardo schifata. «Chissà perché...» mormoro mescolando il caffè.

Lei mi guarda curiosa. «Come dici?»

«Non credo che dovrei sentirmi importante. Due uomini sono arrivati alla violenza, non è il caso di essere emozionata per una cosa simile o decantarla. Sono amareggiata, triste. Nessuno deve litigare per me»

«Guarda, se sapessi cosa si sono detti cambieresti idea... Suvvia non essere così drammatica»

Mi sto già pentendo di aver accettato il suo invito. Non l'ho mai sopportata e non sarei dovuta scendere al compromesso con me stessa di avere una pazienza che non ho pur di ascoltare un briciolo di verità. Mi ricordo che devo mantenere un tono gentile.

«Quindi li hai visti?»

«Se li ho visti? Io ho occhi e orecchie dappertutto, li ho visti e sentiti! Può darsi che abbia origliato, so che non si dovrebbe fare ma qualche strappo alla regola ogni tanto non fa del male a nessuno»

365 days // ChanyeolWhere stories live. Discover now