20 giugno

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20 giugno 2018

"Questa tua smania del cazzo di stare sempre da sola di fronte alle cose, alla vita, ai problemi. Vuoi mostrarti la più forte del mondo ma così sei la più debole, non lo capisci? Non lo capisci che facendo così mi stai facendo soffrire così tanto che certe volte mi manca il respiro? Parlami, Helena. Spiegami che succede"
Mi ha detto Chanyeol oggi pomeriggio.
Dopo giorni di silenzio è tornato e stavolta la sua voce era così affranta che ho sentito la morte dentro, così ho ceduto.
Quando ho aperto la porta lui ha respirato per il sollievo, incredulo. Mi ha guardata così intensamente negli occhi che mi sono bloccata sul posto, incapace di distogliere lo sguardo.
E lì ho capito. Questa volta dovevamo parlare, senza se e senza ma. Questa volta Chanyeol aveva troppo dentro e se non gli avessi parlato, avrei rischiato di perderlo; ho avuto così paura che il cuore batteva così velocemente da pulsarmi nelle orecchie.
Con le mani tremanti ho lasciato che entrasse e dopo ci siamo vomitati così tante cose addosso. Alcune cose che non pensiamo, altre tremende che non voglio nemmeno ricordare, altre che, magari, in fondo abbiamo sempre saputo ed erano rimaste segrete.
"Ti prego, spiegami. Non riesco a trovare ragioni per cui tu possa stare così male da non volermi vedere. Non capisco se ne sono la causa. Sto impazzendo, parlami" ha detto implorante.
Io gli ho detto che è un brutto periodo, che desidero stare sola. Che in un modo lo supererò e tornerò a stare bene.
Ma Chanyeol mi conosce, in profondità e in ogni mia intimità, e ha capito che non sono né depressa né in conflitto con me stessa.
Mi ha detto parole forti e io gli ho risposto alla stessa maniera, finendo per piangere e scacciando le lacrime tra le nostra urla.
"Mi stai nascondendo qualcosa", ha detto col respiro accelerato e gli occhi spalancati dal nervosismo. "Ti conosco, non devi nasconderti. Abbiamo condiviso le parti più profonde di noi, perché mi respingi?"
Chanyeol mi stava toccando nel profondo così tanto da sconvolgermi. Stava toccando tutti i miei punti deboli e le mie difese stavano cadendo.
Siamo arrivati a urlarci contro in maniera violenta.
Gli ho detto che non lo amo. Volevo respingerlo, ma il secondo dopo me ne sono pentita così tanto che volevo morire.
È calato un silenzio desolante e io ho cominciato a tremare. A chiamarlo per nome, mentre già piangevo di nuovo mentre il suo respiro era pesante tanto gli mancava l'aria. Con gli occhi lucidi mi ha sorpassata ed è andato via, è scappato con un'urgenza spaventosa e un dolore negli occhi che mi ha fatta cadere con le ginocchia a terra.
Poi ho pianto così tanto che stavo per avere una crisi nervosa, ho dovuto prendere dei sonniferi o mi sarei sentita veramente male.
Se ripenso alla sua espressione quando, in modo così falso gliel'ho sputato addosso, una morsa al petto minaccia di inghiottirmi.
Continuo a fargli male e a star male per questo, pentendomene con tutta me stessa e odiandomi così tanto che vorrei non mi avesse mai conosciuto. Eppure continuo a farlo. Continuo a nascondermi.
Perché ormai gli ho mentito e dicendoglielo lo deluderei così tanto. Lo perderei.
Ma lo sto già perdendo, lo sto già perdendo... dio mio devo tornare a dormire, non posso reggere.


-

Quando apro la porta rimango dieci secondi buoni a fissarlo.
Sta di fronte a me con quel suo solito sguardo pesante, come se avesse sempre davanti agli occhi il più grande rimorso della sua vita.
In fondo Chanyeol mi vede come un fallimento, e ha ragione. Sente di dovermi proteggere perché si sente in colpa, anche se non so per cosa. Quella che ha sbagliato sono io, eppure lui continua a guardarmi così. E vorrei dirglielo, smettila.
Non guardarmi come se mi desiderassi e questo fosse la cosa peggiore che ti sia capitata.
Non guardarmi Chanyeol. Vattene via.

Lui alza il braccio e mi porge una sciarpa grigia. «L'hai dimenticata a casa mia» dice con la sua voce profonda, atono. I suoi occhi scuri sembrano due pozzi.

365 days // ChanyeolWhere stories live. Discover now