19 marzo

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19 marzo 2018

Oggi ho visto Chanyeol star male come mai prima di adesso. Ed è stato insopportabile vederlo fragile, vulnerabile, mentre io avrei voluto prendere tutto lo schifo che provava e metterlo sulle mie spalle per vederlo di nuovo sereno.
Lui merita soltanto amore, e vederlo piangere mi spacca il cuore a metà. Non posso sopportare di sapere che soffre. Mi provoca un malore quasi fisico.
Non avevo mai provato una cosa simile.
Tornata alle otto di sera dal tirocinio, stanca morta e nervosa perché ero convinta non avrei visto Chanyeol per oggi e per i giorni seguenti, ho messo su un cd e sono stata sul divano a guardare il tetto in attesa che arrivasse il sonno.
Ho preso il libro di diritto penale e ho letto di nuovo un capitolo intero, per poi gettarlo sull'altro divano, frustrata e contrariata semplicemente perché non potevo vedere Chanyeol.
E più mi proponevo di rinsavire, di non dipendere dalla sua presenza, più la mia espressione diventava crucciata. Senza capire da quando io fossi diventata quel genere di persona la cui serenità dipende da quella di un'altra.
Finché, quasi alle undici di sera ho sentito suonare. Fuori c'era un diluvio completo di lampi e tuoni e non avevo idea di chi poteva essere. Mi sono avvicinata alla porta leggermente in ansia e in punta di piedi, mi rendo conto adesso della scena comica.
Ma di certo non mi aspettavo che aprendo la porta avrei trovato Chanyeol.
Inzuppato d'acqua dalla testa ai piedi con un'espressione in viso che mi ha fatto tremare il cuore. Ed era fermo sulla soglia, senza fare un passo con la testa bassa e il viso bagnato pure dalle lacrime, finché non gli ho preso la mano e l'ho portato dentro.
Lui mi ha chiesto scusa. Mi ha detto che aveva bisogno di fare due passi e invece si è ritrovato davanti casa mia. Il cuore mi batteva all'impazzata per la preoccupazione.
Gli chiedevo cosa fosse successo ma lui faticava a parlare, totalmente afflitto. Con un'espressione così triste che sentivo male al petto e desideravo con tutta me stessa annientare qualsiasi cosa lo stava tormentando.
Ho preso le sue mani e le ho strette fortissimo. Lui mi ha guardata con i suoi occhi scuri tristi, grandi e profondi come un pozzo. Con i capelli mossi bagnati che continuavano a gocciolare, vestito solo con un jeans e una felpa bagnati fradici.
Poi mi ha raccontato cosa è successo.
Il suo migliore amico Dylan, con cui sognava da una vita di mettere su una casa discografica, dopo mesi di comportamenti strani se n'è andato. Ha firmato un contratto con una casa discografica vera e propria a cui ha venduto alcuni testi scritti da Chanyeol. Lo ha lasciato solo adesso a pagare un locale che avevano affittato con un contratto firmato solo da Chanyeol. Sarebbe stato il loro punto d'inizio.
"Quando l'ho chiamato per avere spiegazioni mi ha detto semplicemente che non siamo mai stati veramente amici, o almeno da quando abbiamo cominciato a fare musica. Che insieme eravamo soltanto un trampolino e adesso deve fare la sua strada. Mi ha detto che era stanco di vivere nascosto dalla mia ombra. È stato male con me per tutto quel tempo e io non me ne sono accorto, Hel. Non ho visto cosa gli stavo facendo, è colpa mia. Adesso mi ha voltato le spalle. Non me me frega niente di quei testi, e neanche che abbia approfittato di tante cose che abbiamo fatto insieme, solo per trovare un'occasione per andarsene e guadagnare davvero... pur facendomi credere che avremmo realizzato insieme il sogno di una vita. Bastava che me lo avesse detto... Ho perso il mio migliore amico"
Chanyeol piangeva e io con lui, stringendolo con le mie braccia esili ma con tutta la forza che avevo in corpo, con la paura che non servissi a nulla per placare la sua delusione. Con la paura di non essere una spalla degna del suo pianto, di essere inutile. Eppure sembrava che davvero avessi racchiuso al mio petto le spalle larghe di Chanyeol, che si aggrappava a me come se avessi potuto scappare via da lui.
Io intanto gli parlavo piano. Gli ho detto che doveva conservare i ricordi con Dylan, che doveva conservare i bei momenti passati insieme. Che adesso ce la farà da solo, perché lui ha una forza immensa e niente può fermarlo. Che quello che ha ricevuto da questa amicizia lo deve preservare ma adesso andare avanti. Perché le persone vanno e vengono e passano dalla nostra vita per darci qualcosa, non per rimanere per sempre.
Lui intanto tirava su col naso quasi come un bambino e mi stringeva forte, seduto e io in piedi con la sua testa sul mio petto.
Poi gli ho detto che lo amo. Allora lui si è alzato, finalmente sovrastandomi. Mi ha carezzato la guancia e poi mi ha baciata. Già serio, di nuovo saldo e sicuro di sé, consapevole di poter fare qualsiasi cosa.
Dopo qualche battuta scema sul fatto che aveva bagnato anche i miei vestiti, il suo umore si andava distendendo già nel tragitto verso il bagno per asciugarsi i capelli.
Io ho così tanti suoi vestiti a casa che non è stato difficile trovare una tuta e una felpa di ricambio.
Poi sono entrata in bagno e l'ho aspettato seduta sul water, guardandolo passare il phon sui capelli mossi che si andavano quasi ad arricciare. Immensamente sollevata di vederlo sereno in viso.
Lui ogni tanto, anzi più di ogni tanto, mi guardava dallo specchio con una sorrisetto furbo che mi faceva chiedere cosa pensasse. Ma poi tornava subito a guardare il suo riflesso senza dire niente.
A un certo punto mi sono alzata e completamente presa dall'istinto l'ho abbracciato da dietro. Chanyeol emanava calore e sapeva di casa. Non so come altro descrivere la sensazione. Come se fossi stata nell'unico posto dove potrei stare per sempre. Abbracciata alla sua schiena, con la guancia sulla curva di chissà quale muscolo sopra il tessuto di felpa.
Ho chiuso gli occhi e sono rimasta in quella posizione finché lui non ha finito.
Poi Chanyeol ha spento il phon e si è girato, ma io non mi sono staccata da lui, l'ho abbracciato frontalmente. Ho alzato la testa e gli ho chiesto se stesse meglio.
Lui mi ha guardata in un modo così intenso che mi è sembrato di cadere, di avere le budella un groviglio. Non ha risposto alla mia domanda, mi ha detto una cosa che mi ha fatta tremare.
"Io non potrei sopportare di perdere te. Me ne andrò solo se me lo chiederai tu. Ma sarebbe come annientarmi. Non averti sarebbe un tormento, ma perderti... Non sopravvivrei"
Il giorno dopo mi sono svegliata circondata dalle sue braccia e con la sua testa sul mio petto. Mentre anch'io ricambiavo l'abbraccio e affondavo il naso tra i suoi capelli, ho pensato che sì, perderlo sarebbe insopportabile.

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