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Comincio a sudare freddo, avvolta dall'imbarazzo mentre fisso una piccola me sorridente sullo schermo del televisore. "Che lo spettacolo abbia inizio." mormora Harry al mio fianco facendomi sussultare. Preme play e quel poco che rimaneva della mia dignità finisce anch'esso nel cestino.

"Allora, Brook, che ragazzi ti piacciono?" è chiaramente la voce di mio padre.

Sullo schermo ci sono io, all'età di nove anni circa e sorrido felice della domanda che mio padre mi ha posto. Mi scosto i capelli e sbatto le ciglia con espressione vanitosa mentre mio padre ridacchia.

"Ecco con chi avrete a che fare." borbotta divertito a bassa voce.

Una risata abbandona le labbra di Harry e questo non mi fa rilassare di certo.

"Il mio ragazzo ideale non deve essere un principe azzurro, bleah!" sono totalmente schifata e la cosa rimane invariata ancora oggi. "Io voglio un ragazzo alto, con tanti tanti tanti tan-" "Brook..." il tono di avvertimento che utilizza mio padre mi fa ridacchiare. "-tanti tatuaggi! I tatuaggi sono belli, proprio come i tuoi, papi!" "E poi?" "Mmhh... i capelli marroni o neri e gli occhi verdi o marroni- però, mmh... meglio verdi. Deve essere bello come me e muscoloso come te, papà." "Guarda che io ho un po' di pancetta, Brookie." ride mio padre. "No, bugiardo... sshhh!" mi porto l'indice sul naso zittendolo. "E voglio che mi dia tanti tanti baci!" "Brooklyn Parker!" tuona mio padre per poi posare malamente la telecamera sul tavolino, forse. Si avvicina a me e adesso guarda dritto l'inquadratura anche lui.

"Spero che il futuro ragazzo di mia figlia veda questo video perché ho due cosine da dire: partiamo dal fatto che se farai soffrire la mia bambina, io ti ucciderò in qualsiasi modo possibile-" "Papà, così lo spaventi!!" mi imbroncio. "Brooklyn, fa silenzio. Come dicevo... falle del male e io ne farò a te. La mia bambina merita di essere trattata al meglio, non voglio vederla piangere a causa tua e non voglio che provi nessun tipo di sofferenza, perciò farai meglio a proteggerla o anche stavolta, ti ammazzo. A parte tutto questo... spero tu sia davvero un bravo ragazzo e- e sarai molto fortunato a stare con la mia bambina. Buona fortuna, è un tantino vanitosa." ridacchia alla fine, poi mi abbraccia e il video finisce. È chiaramente tagliato perché papà odiava lasciare anche il pezzo in cui si alzava e riprendeva la telecamera.

"Alto, moro, occhi verdi e tatuaggi, eh?" Harry mi osserva divertito. Asciugo qualche lacrima versata durante il video e ridacchio. "Sono stata fortunata." scrollo le spalle. "Beh, direi di sì." dice. "Il mio primo ragazzo l'ho avuto alle superiori ed era moro con gli occhi verdi, poi c'è stato Julian... moro e occhi marroni e poi- beh, basta così per ora."

Harry mi fissa dritto negli occhi, poi si schiarisce la gola e finge di grattarsi la mascella. "Tuo padre sembrava una brava persona... cioè, era molto diverso da tua madre." dice. "Lo era. In effetti mi sono sempre chiesta com'è che loro due fossero finiti insieme... voglio dire, litigavano quasi sempre, ma non si sono mai lasciati definitivamente." mormoro pensierosa. "Magari si amavano." "No... mia madre ha sempre amato essere l'unica e sola protagonista, è per questo che mi fa strano il fatto che lei mi abbia tenuta e pochi giorni fa ti abbia persino chiesto di me e mio padre. Che significa? Perché sta facendo tutto questo per me?" porto una mano tra i capelli sempre più confusa.

"Che domanda è, Brooklyn? Quella donna è pur sempre tua madre, è logico che voglia proteggerti." ribatte il riccio. "Mi ha rivisto dopo un mese d'inferno e tutto quello che ha fatto è stato schiaffeggiarmi. Non si è degnata di spiegarmi di Daniel e... Thomas, di Servizi e Rojas... niente. Io la conosco e ti assicuro che sta tramando qualcosa. Tutto quello che ha fatto per me... lo ha fatto affinché ne beneficiasse anche lei, Harry. Lei non mi ama. Non l'ha mai fatto e- l'ho realizzato troppo tardi, ma almeno ci sono riuscita. Non fidarti di lei." lo guardo, accorgendomi solo adesso della vicinanza tra i nostri corpi e soprattutto di star accarezzando distrattamente la sua gamba sopra al tessuto dei jeans. 

Let's play a game. || H.S.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora