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2.1

Sono le sei del mattino, una lieve luce filtra dalle tende della finestra mentre mi affretto a portare i due zaini – uno acquistato ieri per il poco spazio disponibile – giù per le scale. Uno è già sulle mie spalle mentre l'altro lo tengo come fosse una sorta di borsa.

Entro in cucina dove trovo Harry intento a chiudere con dei coperchi due bicchieri, sicuramente, pieni di caffè. A proposito del moro, dopo il bacio di ieri sera non mi ha rivolto la parola e non credo mancherà poi molto al ritorno del suo caratteraccio. Sospiro, rendendo nota la mia presenza, ma lui se ne frega e si sbriga a cedermi malamente il bicchiere di caffè.

"Non sporcare la macchina." dice solamente. Non un buongiorno, un parliamo, niente... wow. È ritornato quello di prima e ad essere onesta, non mi mancava per niente l'Harry antipatico.

Finisco il mio caffè, attenta a non passare troppo tempo vicino alle finestre e poi recupero lo zaino pronta per salire in macchina.

Ho un senso di vuoto allo stomaco mentre cammino verso il jet di cui non so la provenienza, di certo non è mio. Il senso di vuoto non mi abbandona nemmeno quando il pilota ci annuncia che stiamo per decollare o quando atterriamo e vengo trascinata dentro un van nero.

"Felice di rivederti, Brookie." una voce a me familiare mi fa alzare lo sguardo, quasi non sbianco quando noto Daniel al volante.

"D-Daniel." balbetto incredula. Non riesco a capire le mie emozioni al momento: sono infuriata con lui, ma allo stesso tempo mi è mancato, lo consideravo un amico...

"Come stai?" domanda. "Sarei stata meglio se non mi aveste mentito sin dall'inizio. Roger è almeno il tuo vero cognome?" incrocio le braccia al petto poggiandomi sul sedile e mettendo altra distanza tra i nostri corpi. "Lo è, e... per quanto riguarda tutto il resto, non so come tu sia venuto a saperlo – anche se non mi è difficile immaginarlo – ma non è mai stata nostra intenzione mentirti, ti abbiamo sempre voluta proteggere." sospira. "Bugia non è sinonimo di sicurezza." ribatto. "Thomas ti aspetta." dice solamente. "Gli spacco il culo quando lo vedo." "Sarò lieto di godermi lo spettacolo quando lo farai." sbuffa una risata Dan.

Passano alcuni minuti di silenzio, Harry al mio fianco gioca con il cellulare mentre fissa fuori dal finestrino. Noto lo sguardo di Daniel posarsi su di me, ma scuoto il capo.

"Sputa fuori." dice non guardandomi. "Non so di cosa tu stia parlando." fingo. "Hai quello sguardo e stai sudando quando ci sono dieci gradi al sole. Cos'è che ti turba?" ferma finalmente la macchina sporgendosi lievemente. "C'è qualcosa che non va, è brutta, molto brutta." deglutisco, attirando persino l'attenzione del riccio. "A che ti riferisci?" domanda confuso Daniel. "È tutto strano, non capisco... ma c'è qualcosa che non va." ripeto. "Senti quel vuoto nello stomaco, vero?" "Sì." sospiro. "Tieni gli occhi aperti. E, Harry? Grazie per averla tenuta al sicuro questo mese." sorride per poi farci cenno di scendere dalla macchina.

Siamo proprio davanti la vecchia casa di Thomas e questo aumenta la nausea che mi perseguita da stamattina presto.

"Eccola, la mia ragazza preferita!" esclama Thomas aprendo la porta di casa mentre io aspetto che Harry tiri fuori il suo borsone dal bagagliaio.

Sto per salire il primo scalino quando noto un pallino rosso proprio sul petto di Thomas...

"Tommy!" urlo a squarciagola.

Poi succede tutto velocemente: uno sparo e il corpo senza vita di Thomas a terra, le urla di Harry di risalire in macchina e le mie lacrime mentre Daniel parte in fretta e furia facendo persino stridere le ruote sull'asfalto.

"Avverti Olivia che stiamo arrivando." blatera Daniel. Porto una mano al petto mentre continuo a singhiozzare disperatamente, fa malissimo. Per quanto mi avesse potuto mentire, lo consideravo comunque mio cugino e... vederlo senza vita ha spento un altro tassello del mio cuore. Perché al momento è così che lo vedo, il mio cuore, un organo formato da tanti tasselli illuminato che, man mano le cose accadono, si spengono lentamente. Prima mio padre, poi mia madre, Thomas, il progetto, tutta questa situazione... è troppo per me, è soffocante.

"Brook." mi richiama Daniel. "Brooklyn, per favore."

Forse la miglior cosa sarebbe farmi trovare perché se prima ci tenevo alla mia vita... adesso comincio a pensare che vederne spegnersi altre cento a causa mia è solo egoista e cattivo. Quante altre persone dovranno morire per colpa mia? E se il prossimo dovesse essere Daniel? O Harry? No, no, no, questo è sbagliato.

"Brook!" mi richiama ancora una volta. Alzo il capo, lo scuoto e non rispondo.

"Siamo arrivati." sospira Harry.

Riconosco casa mia e quasi non mi rimetto a piangere. In fretta usciamo dal suv per poi entrare subito in casa e... ad aspettarci seduta sul mio divano, con un bicchiere di vino in mano, c'è lei, Olivia Parker.

"Bentornata, Brooklyn."

Let's play a game. || H.S.Where stories live. Discover now