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Odio gli aeroporti, eppure ci passo metà del mio tempo a causa di questo lavoro.

"Da questa parte, Brook." la mano di Tommy sfiora la mia schiena mentre mi fa cenno di avviarci verso l'uscita. Sorrido dolcemente a tutte le persone che mi si parano davanti e, dopo un paio di passi, raggiungo finalmente i sedili posteriori della mia adorata auto.

"Bentornata, Brookie." "Grazie, Dan. Come stai?" "Il solito. E tu, com'era Washington?" domanda immergendosi nel traffico inglese di Birmingham. "Meravigliosa come sempre." rispondo poggiando la testa sul sedile e chiudendo gli occhi. "Ti porto a casa." sento la voce di Daniel, poi mi concentro sui rumori che affollano le strade.

"C'è tua madre in casa." mi informa Thomas quando arriviamo. "Ah, sì?" "Sì, è arrivata ieri da Londra per assistere alla sfilata di stasera." risponde Tommy. "Mmh, bello."

Quando metto piede dentro casa sospiro sollevata, è bello potersi rifugiare qui, il mio luogo sicuro.

"Brooklyn, bambina!" esclama la voce di mia madre.

Olivia Parker, donna mozzafiato ormai ritirata e... mia madre.

"Ciao, mamma." sorrido. "Come stai? Ho saputo dei paparazzi ieri! Eri sola, come sempre e questa storia deve-" "Zia, Brook è appena arrivata." sbuffa una risata Thomas. "Oh, hai ragione." borbotta la donna.

"Vado a fare una doccia, ci vediamo dopo." sorrido loro per poi ritirarmi al piano di sopra.

"Va bene, dopo devo parlarti di una cosa!" sorride.

Entro in bagno, chiudo la porta alle mie spalle e rilascio un altro sospiro. Non è che io non voglia bene a mia madre o non la sopporti, ma diciamo che avevo un rapporto un po' più stretto con mio padre e in più mi infastidisce il fatto che finga di preoccuparsi così tanto solo quando ottengo la paga.

Con questo non voglio dire che mia madre sia un'approfittatrice, anzi, credo che mia madre abbia persino più soldi di me, ma... il fatto che si interessi a me maggiormente quando ci sono di mezzo cene, eventi o altro mi da su i nervi, perché io sono sua figlia sempre. E soprattutto sono quella che ha cresciuto, non un pupazzo da mettere in mostra.

Jenna - la mia make-up artist - e Sasha - la mia hairstylist - sono due delle persone che, da sempre, mi hanno seguita nel mio lavoro, per questo non ho nessun tipo di problema a confidarmi con loro o semplicemente girare per casa con una sola maglia addosso.

"Non l'hai ancora cacciata?" sbuffa Jenna riferendosi a mia madre. "Certo che no." sospiro. "Mi chiedo come sia possibile che lei abbia tutta questa pazienza." parla Sasha scuotendo i miei capelli. "Questo perché non è ancora scoppiata. O almeno credo. Sono anni che cerco di decifrare il suo carattere." risponde Jenna applicando uno strato di blush sul mio viso. "Già... è così misteriosa." concorda la bionda.

"Io sono proprio qui." ricordo loro facendole ridacchiare.

"Va a mettere il tubino nero, noi ti aspettiamo qui." sorride ampiamente Sasha.

*

La sfilata a cui devo partecipare non è poi così importante, ma mia madre e Thomas hanno insistito affinché ci fossi e così eccomi qui: pronta a sfilare nel mio abito lungo rosso.

"Brooklyn, tocca a te." una donna tocca la mia spalla spingendomi in avanti. Prendo un respiro profondo, poi le luci si puntano sulla mia figura e inizio il mio percorso.

Gli occhi di tutti sono puntati sulla mia figura mentre un lieve sorriso adorna le mie labbra e i miei piedi camminano sicuri sulla grande passerella a ritmo della musica che accompagna.

Poi è come succedesse tutto a rallentatore: urla riempiono la stanza, bicchieri in frantumi e il corpo privo di vita del presentatore - poco distante da me - steso sul pavimento.

Let's play a game. || H.S.Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz