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Giorno quattro a Corato.

Giorno quattro a Corato speso a vagare per casa.

Harry è uscito e non ho idea di dove sia andato o quando tornerà. Cosa posso fare? Di uscire non se ne parla, non voglio rischiare. Di cucinare nemmeno, sono tre giorni che mi sbizzarrisco in cucina mentre penso a delle possibili ragioni per cui io sia ricercata oltre a quella di mia madre.

I miei occhi cadono su una pila di gomitoli e due ferri poggiati dentro un semplice cestino di legno, mi avvicino e recupero un gomitolo marrone e i ferri.

Chi l'avrebbe mai detto, ventuno anni e l'uncinetto come hobby.

Sono a buon punto con le misure della coperta quando la porta di casa viene aperta e Harry fa il suo ingresso... e sarebbe tutto normale se non fosse per il fatto che il lato destro del suo viso è ricoperto di sangue e i suoi vestiti sono semi bruciacchiati.

"Harry!" esclamo preoccupata mollando la presa sui ferri. "Che ti è successo?" mi avvicino all'istante. "Sto bene." sospira liberandosi del cappotto ormai affumicato. "Cosa è successo?" ripeto guardandolo dritto negli occhi. "Sono stato a Taranto e mi hanno teso una trappola." risponde. "Chi?" "Non ti riguarda." mi sorpassa, dirigendosi verso il bagno in fondo al corridoio. "Tutto quello che ti succede mi riguarda!" esclamo seguendolo.

Stavolta non riuscirò a darmi pace fino a quando non mi avrà spiegato tutto.

"Sta zitta, Parker." sbuffa esaminandosi la faccia. "Zitta niente, Harry. Rispondimi." "Non sono affari che ti riguardano." ringhia. "Sei stato via per non so quanto, ti hanno teso una trappola, sei quasi morto per colpa mia e non sono affari miei?!" esclamo. "Tenermi all'oscuro non migliorerà la situazione e se non sarai tu a dirmelo... vedrò di scoprirlo da sola." aggiungo poi.

Non mi risponde, mi fissa arrabbiato e basta. Bene, evidentemente è così che andrà da oggi in poi. Lo ha voluto lui. "Sciacquati e disinfetta le ferite." dico per poi girare i tacchi e uscire dal bagno.

"Edoardo Servizi." la sua voce arresta i miei passi. "È a capo de Gli Eclissati, un'organizzazione che ti vuole." "Perché?" mi volto nella sua direzione. "Non lo so. Non credere che io sappia tutto di te solo perché parlo con tua madre." dice. "Non mi fido di te e non ci credo al fatto che tu non sappia niente del perché tutte queste persone siano interessate a me o a farmi fuori." mi avvicino.

"Non è un mio problema se non mi credi, ma farai meglio a cominciare a fidarti di me perché non sarà la tua insolenza a salvarti la pelle quando succederanno altre cose come a San Pietroburgo." non rispondo, mi accontento delle sue risposte e rilascio un sospiro.

"Togliti la maglietta." istruisco mentre recupero da sotto il lavabo un kit di emergenza. "Non sono molto in forma per-" "Ti prego." lo fermo alzando gli occhi al cielo. "Cos'è, sei fin troppo pura per sentire uscire dalla mia bocca la parola sesso?" ghigna per poi disfarsi della maglia. "No, sono fin troppo pura per farlo con te." sorrido poco divertita, poi premo un batuffolo di acqua ossigenata sul taglio che copre la sua spalla sinistra facendogli rilasciare un respiro tra i denti. "Ops."

Lego i suoi lunghi capelli in una crocchia così da avere maggior accesso al suo viso. Per fortuna non sembrano esserci bruciature, ma ci sono diversi taglietti e vanno disinfettati. "Potrei anche farlo da solo, lo sai?" sbuffa, gli occhi chiusi. "Questo è il minimo che posso fare considerato che stasera sei quasi morto." sospiro tamponando sotto il suo occhio destro. "Apri." mi allontano di poco annuendo per il lavoro svolto.

"Senti male sulle spalle o da qualche altra parte?" domando passando della crema per scottature sulla sua clavicola. Non sembrano esserci danni gravi, per fortuna, solo un po' di rossore, ma non voglio rischiare che si creino altri danni.

"Per saperlo dovresti sbottonarmi i-" "Harry. Sono seria. Mi sento già abbastanza in colpa, ti fa male altro?" "Smettila di sentirti in colpa, è il mio lavoro e no, va bene così." sospira.

"Ti preparo qualcosa per cena?" chiedo mentre lo guardo sistemarsi i capelli. "Non è necessario. Se ci sono avanzi di ieri me li faccio bastare." "Sì, è rimasto qualcosa." annuisco. "Bene. Non stare vicino alle finestre." dice poi. "Perché?" domando. "Non sono sicuro di essere riuscito a convincerli di essere rimasto bloccato in quel posto e non so se mi hanno seguito o meno." spiega. "Ti scaldo tutto e vado a dormire. Chiuderò la tenda." lo rassicuro. Harry annuisce e basta, poi comincia a slacciarsi la cintura e io capisco che ora di lasciare il bagno. 

Let's play a game. || H.S.Where stories live. Discover now