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Dopo cena – abbastanza silenziosa e priva di sguardi – mi stendo sul divano e gioco un po' con il mio cellulare che adesso è abbastanza inutile considerato che non ha più una sim e non posso nemmeno utilizzare internet. Passano venti minuti, poi apro un libro in pdf – Black Ice – e comincio la mia lettura. Avevo in programma di cominciare un nuovo libro il giorno stesso in cui la mia vacanza sarebbe cominciata, ma adesso mi trovo in questo casino e non c'è molto da fare a parte aspettare di essere ammazzata e lamentarsi per il caldo. Caldo che, a proposito, adesso è stato placato dal condizionatore acceso.

Siamo al buio, c'è solo la luce del televisore ad illuminare la stanza, Harry sta guardando un documentario sulle falene e io continuo a leggere il mio libro.

"Come si chiamava tuo padre?" la sua voce e soprattutto la sua domanda, mi prendono alla sprovvista. "Perché ti interessa?" ribatto. "Curiosità. Allora?" "Josh." sospiro. Le mie labbra pronunciano il suo nome dopo anni ed è strano farlo ad alta voce, lo rende vero e questo mi fa male perché papà mi manca parecchio. "Tua madre..." esita prima di parlare e adesso la mia attenzione è tutta rivolta a lui. "Tua madre mi ha domandando se tu mi avessi parlato di lui. Cosa intendeva?" "Perché mai parlarti di mio padre sarebbe importante?" lo guardo confusa. "Questo devi chiederlo a lei, non a me." dice. "Se solo qualcuno avesse l'interesse di parlarmi, forse lo farei." "Hanno l'ordine di mantenere le distanze." "Quindi sai pure di chi parlo." "Certo. Sono Thomas List e Daniel Roger. Devo conoscere chi ti sta attorno." risponde scuotendo le spalle. "Thomas che?" mi metto a sedere. "List. Il tipo moro. Non è lui quello che ti ha accompagnata nello studio quando ci hanno gentilmente presentati?" "Forse ti confondi con qualcun altro... Thomas è mio cugino e come tale portiamo lo stesso cognome." parlo e la sua espressione spassa da confusa a sorpresa.

"Aspetta... tu non lo sai." è come se avesse appena realizzato qualcosa e la cosa mi spaventa. "Sapere cosa, Harry?" domando ansiosa. "Io credevo che tu lo sapessi, non mi sembra tanto-" "Harry, rispondimi." lo blocco. "List e Roger fanno parte della stessa organizzazione a cui si è rivolta tua madre per assumermi. Avevo sentito i loro nomi un paio di volte, ma non li conoscevo. Pensavo tu sapessi chi fossero, ma a quanto pare..." "A quanto pare a tutti piace mentirmi." finisco per lui. Il mio sguardo si inchioda alla televisione dove una stupida falena è intenta a svolazzare attorno ad una lampada. Perché mi hanno mentito? Perché non dirmi la verità e spacciarsi per mio cugino e il mio autista? Credevo fossero due delle poche persone di cui potermi fidare, ma a quanto pare non è più così.

"Perché con te non hanno usato nessun mascheramento?" domando. "Non lo so, forse perché adesso sei più grande." "Questo è davvero ridicolo. C'è modo di poter parlare con mia madre tipo... adesso?" lo guardo. "No e tu farai finta di niente." risponde piccato. "Che cosa?! Vengo a scoprire da uno sconosciuto che mio cugino non lo è veramente e dovrei pure fingere di non saperlo?!" alzo la voce. "Non urlare con me, Brooklyn. Non ci provare." mi fulmina con lo sguardo. Non rispondo, accumulo ancora un'altra tacca.

Spero solo non ci sia nessuno quando esploderò o rischierò di ferire qualcuno.

Dopo la sua ultima frase mi alzo dal divano e filo in camera mia, non ho intenzione di perdere altro tempo appresso alle sue frasi fatte da grande uomo qual è.

Accendo il condizionatore – visto che la camera ne è munita – e mi distendo a letto rilasciando un lungo respiro.

Perché papà è così importante per la mamma adesso? A cosa vorrebbe arrivare? O meglio, ha uno scopo?

Ma che me lo chiedo a fare... stiamo parlando di Olivia Parker, tutto per lei ha uno scopo. 

Let's play a game. || H.S.Where stories live. Discover now