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Sto ancora tremando mentre osservo Harry muoversi frenetico per il salotto intento a parlottare con mia madre, credo. Sono stati in contatto, però non ha mai chiamato me, sua figlia, per sapere come stessi. Che meraviglia.

Non ho più intenzione di continuare a fare la fogliolina tremante, sarà meglio che mi avvi verso il bagno per potermi cambiare visto che non penso staremo qui oltre.

"Dove stai andando?" mi guarda il riccio. "In bagno." rispondo senza nemmeno guardarlo. Sono terrorizzata, ma devo anche sbrigarmi. Passo in camera e recupero un maglioncino rosso e un paio di jeans neri, poi entro in bagno.

Sciacquo il viso e do una pettinata ai capelli, poi indosso i vestiti e ritorno in camera. Metto degli stivaletti e mi avvicino alla valigia, sto proprio per cominciare a sistemare le maglie quando la porta viene aperta.

"Broo- Che stai facendo?" "Metto le cose in valigia." "Hai origliato?" corruga la fronte. "No, lo immaginavo visto che hanno tentato per la seconda volta di ammazzarmi." rispondo. "Hai dieci minuti di tempo, prendi più cose possibili e raggiungimi di sotto." ordina. Annuisco e basta. Lo conosco da nemmeno tre giorni e mi dà già ordini, fantastico.

Dopo poco scendo le scale raggiungendolo fuori, è già in macchina quando metto la valigia nel portabagagli e prendo posto al suo fianco. Non gli chiedo dove siamo diretti, perché in fondo non voglio saperlo nemmeno io... non ho idea di come io ci sia finita in questa situazione, sembra uno di quei stupidi film o libri d'azione in cui i protagonisti rischiano costantemente di morire e, in tutta onestà, non voglio ancora lasciare questo mondo, sono un po' troppo giovane.

Il viaggio in auto procede silenzioso: io gioco con il mio cellulare ed Harry guida lanciando di tanto in tanto sguardi allo specchietto. Noto che comincia a farlo sempre più spesso e, non appena volto il capo, mi rendo finalmente conto delle due berline nere che ci stanno seguendo. È impossibile che la loro presenza sia casuale visto che la strada vicino casa nostra conduce ad un vicolo cieco e le case affianco sono abbandonate.

Harry aumenta la velocità e il mio cuore prende a battere sempre più in fretta accompagnando le auto che si avvicinano sempre di più. Uno sparo. Poi un altro. Lancio un urlo quando un proiettile si conficca sulla vetrata principale, proprio accanto allo specchietto.

"Sotto al sedile c'è una pistola, prendila." mi guarda il moro. Faccio come mi dice, le mie mani impugnano per la prima volta in vita mia una pistola.

"Primo: sbarazzati della sim del tuo cellulare e spegnilo. Secondo: ho bisogno che ti metti alla guida mentre io mi disfo di quei tizi." un altro sparo perfora il mio udito nello stesso momento in cui annuisco alle parole del moro.

Spengo il cellulare e butto la sim dal finestrino, poi gli cedo la pistola e poggio le mani sul volante. Harry sposta il sedile e scavalca, io prendo il suo posto a fatica, ma riesco comunque a riprendere in fretta il controllo.

"Harry, ci stiamo avvicinando alla città." dico. Non risponde, si limita a sparare e basta. "Spagnoli del cazzo." lo sento borbottare mentre si rimette al suo posto. "Accelera, non so per quanto riusciremo a stare in vantaggio." mi guarda. "D-dove vado?" "Parcheggio dell'aeroporto, siamo già in ritardo."

Una volta arrivati Harry afferra in fretta le nostre valigie, poi mi guida verso l'esterno, dove il jet ci attende. "Sali." istruisce fermandosi a parlare con il pilota.

Prendo posto sul sedile chiudendo gli occhi e rilasciando un respiro tremolante. Cerco di fare ordine tra gli svariati pensieri che affollano la mia mente, poi è come se la classica lampadina si fosse accesa.

Se non c'entro io, è sicuramente mia madre.

Si collega tutto a quello che fa lei... forse vogliono uccidermi solo per farle dispetto.

Sapevo che prima o poi tutto questo le si sarebbe ritorto contro, lo sapevo. Adesso quadra tutto quanto.

"Rispondi solo di sì o no." guardo Harry prendere posto proprio di fronte a me. "Anche se conosco già la risposta." "Se la sai, perché me lo chiedi?" sembra infastidito.

"Vogliono eliminarmi a causa di mia madre, vero?" lo fisso. La sua risposta arriva dritta e confusa come uno schiaffo in pieno viso.

"Credevo di sì fino a ieri, adesso non lo so più."

"C-che significa?" balbetto sconvolta.

"Non lo so." ripete.

Let's play a game. || H.S.Onde as histórias ganham vida. Descobre agora