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-...e così io e Fede siamo tornati amici dopo averl...-Non finisco la frase che la porta di casa si apre e Sha entra come un fulmine facendo sobbalzare Jess sulla sedia.

-Scusate per il ritardo, il prof dell'ultima ora ci aveva praticamente sequestrati!!- esclama stizzita, buttando il cappotto sul primo divano libero a portata di mano e passandosi una mano sul berretto fradicio.-Cosa avete fatto di buono?- ci chede poi, venendo a sedersi vicino a me.

-Pasta al sugo -mi alzo e prendo il suo piatto per riempirlo mentre sento che parlotta con Jess. Ormai è una routine il fatto che venga a mangiare da noi. Praticamente siamo tutte e tre come una specie di sorelle anche se abbiamo età diverse e famiglie un pò diverse.

-Così tu e il Manga siete di nuovo pappa e ciccia?-mi chiede Sha quando ritorno. Alzo gli occhi al cielo -non chiamarlo così ! E poi non siamo mai stati proprio pappa e ciccia...- replico.

Entrambe mi guardano scettiche così io le ignoro. Sha non smette un attimo di parlare (quella ragazza non sa cos'è il silenzio ) e Jessy commenta tutto .

-E se per Natale andassimo a farci un viaggetto da qualche parte?-se ne esce fuori, ad un certo punto.

- Esattamente con quali soldi, Sha?-i suoi stanno bene ma non navigano certo nell'oro mentre strano a dirsi nostra mamma ha ancora un lavoro che le permette di avere questa casa.

-Con quelli che io e te ci siamo guadagnate con il centro estivo e Jess con le ripetizioni di Storia-replica.

Quei soldi che ci hanno dato per aver fatto da aiuto animatrici quest'estate non basteranno mai anche se sommati a quelli che Jess ha guadagnato con tutte le lezioni a casa dei Cantan. Ma chiedo comunque - E dove vorresti andare?-

-Non lo so, in un posto nuovo che non abbiamo mai visto, che ve ne pare Vienna?-ci chiede.

-Stai scherzando? Lì si muore di freddo a Natale..-è il commento di Jess.

-Ah, perchè qua fa un caldo ...-

-Ragazze..-richiamo l'attenzione -e se facessimo che Sha spara meno minchiate e Jess finisce la pasta?-

Entrambe mi guardano male -E se la lasciassimo dietro?- propone Sha e io le faccio il dito medio.

-Una rossa serve sempre- replico. -Ma visto che non andate da nessuna parte posso benissimo abbandonarvi qui e andare a studiare Tedesco- mi alzo compostissima e me ne vado dritta in corridoio.

Prima di raggiungere camera mia passo davanti alla porta di camera di mamma e mi blocco. Non entro lì dentro da tre anni ormai e mamma non esce da lì da altrettanto se non di notte fonda, come un vampiro, per andare a lavorare. Sono tentata di aprirla ma l'idea di trovare mamma al di là mi fa subito ritrarre la mano dalla maniglia. Mi dispiace che certa gente il dolore non lo superi mai, ma la vita è sua e lei può affrontarlo come gli pare. Come ho fatto io che, nonostante tutto sono andata avanti.

La porta di camera mia si riconosce, è quella che un tempo doveva essere di marrone scuro ma ora le foto appese ne ricoprono ogni singolo centimetro, come una seconda pelle.

Dentro ritrovo il solito caos di prima solo che stavolta la chitarra acustica non è più vicino alla scrivania ma sul letto. Ho iniziato a suonarla in prima elementare, non quella ovviamente ma una versione mini, perchè mamma mi aveva detto che anche mio padre la suonava. Così, sapere che stavo facendo qualcosa che anni prima faceva anche lui mi era sembrato un modo per tenermi in contatto con mio padre e continuare qualcosa che lui ovviamente non era riuscito a finire. Quando mia mamma mi ha dato la sua chitarra, a undici anni, ho capito di aver raggiunto il mio obbiettivo e che in qualche modo d'ora in poi lui sarebbe sempre stato dentro di me e dentro di lei. Le ho dato anche un nome, Rosy anche se lei è rossa come me. Sono esattamente tre anni che non la suono.

La prendo l'accordo e dopo un quarto d'ora i compiti di Tedesco sono ancora sulla mia scrivania a prendere la polvere mentre io mi esibisco in una bellissima cover di "Wonderwall" per un pubblico inesistente che mi applaude estasiato.

OUTSIDER: FiregirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora