20-Il grande ritorno.

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-Portami due pagram belli caldi e due tazze di licto.

Pagram? Licto? Di cosa stava parlando? Mi diede un'occhiata come per dire "Tranquilla, fidati di me".

-Arrivano subito!

Quello che presumo fosse Arien scomparve dietro la porta, per poi tornare poco dopo con un vassoio circolare nero in una mano. Lo posó sul tavolo.

-A voi!

Poi entró di nuovo nella stanza dietro al bancone.
Guardai il pagram e il licton. La tazza era un boccale di birra, con dentro un liquido color argento e non avevo idea di cosa fosse, invece il pagram era un saccottino soffice, con dello zucchero a velo sopra. Heimdall prese il suo boccale e mandó giù un bel sorso di licton.

-Oh sì, mi ero dimenticato di questo sapore. Andromeda non è veleno, assaggia.

Mi incitó a bere. Presi il boccale con entrambe le mani e bevvi un sorso. Era la cosa più...non esistono aggettivi. Sembrava latte caldo mischiato a biscotti al cioccolato, con l'aggiunta di miele e carrettate di zucchero a volontà. Un sapore divino, stavo rinascendo.

-Ehi vacci piano, se no non ti godi il pagram.

Mi avvertì Heimdall con i baffi pieni di zucchero a velo. Era buffo. Posai il boccale e iniziai a ridere, indicando la faccia di mio padre.

-Cosa c'è? Ho..ho qualcosa sulla faccia?

Annuii, continuando a ridere. Prese un fazzoletto e si pulì i baffi.

-Sai, mi ricordi tanto tua madre...Hai la sua risata.

-Davvero?

Non mi commuovo facilmente, ma lo stavo per fare.

-Oh sì e sarebbe orgogliosa di te. Sai, ci siamo incontrati proprio qui. Lei aveva ordinato un pagram e io un boccale di licton, solo che ci avevano scambiato le ordinazioni e da lì abbiamo iniziato a parlare e ci siamo conosciuti.

-Per una pura casualità il destino vi ha fatto incontrare.

Sussurai. Poi presi il pagram e gli detti un bel morso. La pasta era morbida e soffice, e un ondata di cioccolato si riversó nella mia bocca. Fantastico. Suonate le fanfare, avevo trovato il cibo fatto a mano dagli Dei!
Finito di magiare presi altri quattro pagram da portare via, pagammo il conto ad Arien e tornammo al castello di Asgard. Heimdall mi lasció davanti alla porta della mia camera.

-Sai, ho una casa qua vicino e se vuoi puoi venire a stare qualche giorno da me...

Disse Heimdall.

-Grazie..padre.

-Chiamami papà.

Poi ci abbracciammo e andó via. Ci voleva un po' di normalità.
Aprii la porta della stanza, ma qualcosa era cambiato, o meglio, tutto era cambiato, sembrava che fossi entrata in una casa estremamente elegante: c'era un divano nero di classe, una televisione enorme ad alta definizione appesa alla parete bianca di fronte al divano, un tappeto in cachemere verde e nero posava sul parquet marrone scuro e un tavolino di vetro sotto il televisore era pieno di joystick e console. Avevo sbagliato stanza, quindi mi girai, per aprire la porta e andarmene, ma la porta era scomparsa. Panico. Battei un pugno sul muro dove avrebbe dovuto esserci la porta, imprecando.

-Andromeda...

Una voce mi chiamó. Quella voce. No, non era possibile, stavo impazzendo. Mi girai di scatto con le palpitazioni al massimo.
Loki era davanti a me in piedi, i capelli neri erano più lunghi e gli arrivavano alle spalle, gli occhi verdi scintillavano. Indossava una felpa nera a maniche lunghe, con una cerniera bianca nel mezzo, jeans neri che gli andavano alla perfezione e scarpe bianche da ginnastica con scritto "Nike" su un lato. Stava mangiando un pezzo di pizza margherita.

-Loki? Sei un fantasma?! Dove sono? Come sei vestito?? COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?!

Stavo andando in escandescenza. Lui era morto davanti ai miei occhi, e ora stava lì, mangiandosi la pizza come se niente fosse. Presi un cuscino dal divano e glielo lanciai. Gli arrivó in faccia e poi cadde a terra insieme al pezzo di pizza.

-Ma cosa fai? La mia pizza!

Gridó infuriato.

-TU DOVRESTI ESSERE MORTO! TI HO VISTO PRECIPITARE NEL NULLA!

Raccolse il cuscino e lo mise sul divano e si sedette.

-Ci sono mille modi per ingannare la morte. Ora posa quel sacchetto che hai in mano in cucina, prendi uno straccio e pulisci a terra, dove mi hai fatto cadere il pezzo di pizza!

Scossi la testa in preda al panico.

-Nonono tu sei un pazzo!

Mi girai e iniziai a battere i pugni sul muro.

-AIUTATEMI! AIUTOO! CHE QUALCUNO MI AIUTI!

Loki mi prese per le spalle, mi giró verso di lui e poi mi attaccó al muro.

-Devi stare calma, smetti di distruggermi casa e fammi spiegare.

Sussurró tappandomi la bocca con una mano. Gli presi il polso e allontanai la sua mano dalla bocca. Ci guardammo negli occhi. Come una calamita gli lanciai le braccia attorno al collo, mi prese in braccio tirandomi su per i fianchi e iniziammo a baciarci famelici.

 Come una calamita gli lanciai le braccia attorno al collo, mi prese in braccio tirandomi su per i fianchi e iniziammo a baciarci famelici

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Così è iniziato "The Avengers", quindi altri personaggi si aggiungeranno presto alla nostra storia

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Bye😜

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