Capitolo 29

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Non avrei mai pensato di poter correre così veloce.
Nemmeno senza poteri, ma avevo una scarica di adrenalina tale che mi sembrava di aver appena introdotto nel mio corpo talmente tanti zuccheri da essere iperattiva.
Invece no, non era successo.
L'unica motivazione per la quale stavo correndo così veloce era perché Alan mi aveva chiamato, dicendo che mio fratello aveva una spada conficcata nel petto e Stiles stava peggiorando la cosa.
Nessuno, e dico nessuno, può toccare mio fratello.

Marceline sembrava una scheggia.
Talmente veloce, sui marciapiedi di Beacon Hills, per poco non la vedevi.
Non aveva più i suoi poteri, ma non poteva arrendersi, non in quel momento.
Finalmente, vide la clinica, sotto la pioggia battente che segnava un ritmo preciso sull'asfalto scuro.
Arrivó davanti all'entrata sul retro, e si affacció alla piccola finestra e la scena che vide rispecchió esattamente il quadro che le aveva descritto il veterinario al telefono: Kira era a terra, svenuta, la sua Katana caduta in un angolo buio, Scott con una spada conficcata nel ventre, appoggiato ad un lettino, e Stiles che gli parlava, dopo aver agguantato il manico della spada, la spinse più in profondità.
La rabbia di Marceline si stava notevolmente alzando, se pensava che il povero Stiles stava dicendo e facendo cose che non voleva fare solo per colpa di quello stronzo del Nogitsune.
Marceline guardó attentamente tutta la stanza, ma di Deaton non c'era manco l'ombra.
Void Stiles fece girare su sé stessa la spada, mentre Scott gemeva di dolore.
Ora o mai più.
Marceline spalancó la porta, sentendo le sue forze al massimo, doveva utilizzare i consigli che Chris le aveva dato, aveva solo quelli ormai.
Void Stiles e Scott si girarono in contemporanea verso di lei, mentre la ragazza li osservava.
<Stiles..> mormorò la mora, nonostante sapesse che ormai Stiles era solo un lontano ricordo.< Stiles, ascoltami>
Scott aveva gli occhi sbarrati, e guardava la sorella come per dirle di andarsene ed anche al più presto, ma lei lo ignorava completamente, tutta la sua attenzione era rivolta a Void Stiles.
Il ragazzo inclinó la testa verso Marceline, e la guardó da capo a piedi, constatando che non era armata, e non aveva più i poteri, non poteva fare molto.
Stiles lasció lentamente il manico della spada, fece un passo indietro poi ridacchió.
<Credi davvero che ci sia ancora Stiles qui?> domandó, con fare ovvio.
<A dire il vero no.> Sibiló la ragazza, sorridendo. <Credo, invece, che tu sia uno stronzo>
Void Stiles non fece in tempo a ribattere, Marceline era più veloce: gli tiró un pugno in faccia, e il ragazzo indietreggió con la mano sul naso.
Stiles alzó lo sguardo, tolse la mano dalla faccia e si scrocchió le dita delle mani.
<Fatti sotto troia> esclamó, con particolare enfasi, alzando le braccia per dirle di avvicinarsi.
Marceline sorrise, stando a significare che l'avrebbe fatto volentieri, ma poi si rese conto di star andando contro ad un ragazzo impossessato di uno spirito maligno e lei era pure senza poteri.
La faccia della ragazza cambió totalmente espressione, non aveva paura, né era terrorizzata, era solo in ansia, non sapeva cosa avrebbe dovuto fare.
Era ovvio che l'avrebbe asfaltata.
<No..> ansimó Scott, prendendo il manico della spada. <Marceline,no..>
Scott si alzó dalla sua postazione, ed andó davanti a Marceline,barcollante.
<Scott spostati> lo intimó la sorella, ma lui non la volle ascoltare.
<Avanti, levati coso> si lamentó Void Stiles, da dietro Scott.
<Ascoltami Marceline..> Gemettè il ragazzo, allungando una mano verso di lei.
<Ti Prego Scott, ti sei già fatto abbastanza male. Ora tocca a me>
<Non devi farlo per forza >continuó Scott, ignorando il commento della sorella.
<Oh avanti!>
Successe tutto in pochi secondi.
Marceline sapé solo che vide la spada che Scott aveva nel petto sparire piano piano, in un rumore di carne sfracellata,poi un altro rumore seguì: Scott che cadeva a terra, gemendo di dolore.
Void Stiles aveva tra le mani una spada insanguinata, e la guardava come se fosse la cosa più bella del mondo.
Si, quella era la spada che pochi secondi prima era nel ventre di Scott.
Marceline non aveva più paura, né ansia, ora era incazzata nera.
<Oh questa non la dovevi fare> disse, rabbiosa, stringendo entrambe le mani in due pugni.
Come se tutti i poteri le fossero appena tornati si incamminó minacciosamente verso Void Stiles, che sembrava non capire da dove fosse uscita tutta la sicurezza della ragazza.
Quando gli fu davanti la prima cosa che fece fu mettergli le mani al collo e sollevarlo da terra, lo tenne in aria e poi lo sbattè contro al muro.
<Nessuno tocca mio fratello, lo hai capito stronzo?> chiese, con aggressività, per poi sbatterlo contro al muro nuovamente.
Alla fine lo lasció cadere a terra, immerso nei dubbi: Marceline come poteva essere così forte se le aveva tolto tutti i poteri?
Stiles era steso di schiena, col petto rivolto sul pavimento, la ragazza gli si sedette sul sedere e lo tenne fermo con le mani.
Intanto, nel retro della stanza Deaton si mise in guardia, agguantó la siringa con il veleno e corse verso la ragazza.
<Oh finalmente, dove eri finito Alan?> chiese tranquillamente la ragazza, mentre spremeva tutto il liquido in un punto indefinito della schiena del ragazzo.
<Stavo solo aspettando il momento giusto.> rispose Alan, con sicurezza.<Ben tornata, intanto>
Marceline gli sorrise dal basso e si alzó, lasciando Stiles svenuto per terra.
<Il veleno non permetterà al Nogitsune di controllarlo per un po'>
<Quanto?> domandò Marceline, guardando gli occhi color pece del veterinario.
<Più o meno un giorno.>
La ragazza annuì, poi guardó Scott, che si era lentamente alzato con l'aiuto di Kira, che si era appena risvegliata.
<State bene?> gli chiese Marceline.
<Si> risposero un coro.
<Bene.> mormorò la ragazza.

What the Hell is happening to me? || Derek Hale Where stories live. Discover now