Capitolo 24

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Chris scese dalla sua auto, chiudendo sonoramente la portiera.
Marceline si tolse il casco, annaspando per un secondo un po' di aria, dato che dentro al casco faceva un po' fatica a respirare, poi girò le chiavi e le estrasse dalla toppa.
Scese cautamente dalla sua Harley Davidson e poggiò il casco accuratamente sulla sella, intanto il signor Argent apriva il baule ed osservava i vari tipi di armi che aveva portato, pensando con quale iniziare.
<Chris, volevo solo avvertirla, ho qualche potere sovrannaturale, che ovviamente non deve essere accennato al branco> disse Marceline, dura, marcando la parola 'ovviamente'.
<Certo, che poteri hai?> domandò Chris, prendendo in mano l'arco, per poi guardarlo attentamente.
<Super forza.> rispose la ragazza, evitando tutti gli altri poteri che aveva, che al momento non servivano.
<Nient'altro?>
<Si, ma non è il momento di dirglielo>
<Ok... >mormorò l'uomo, porgendo l'arco di legno scuro a Marceline, poi cercando la faretra con le frecce.
<Hai mai lavorato con gli archi?>
<Si, da piccola facevo tiro con l'arco, ma è probabile che sia un po' arrugginita, ecco..>confessò Marceline, mettendosi in posizione e guardando l'arco, per ricordarsi un pochino come si faceva.
<Oh wow.. Beh, vediamo cosa sai fare allora.> disse Chris, allontanandosi dal baule dopo aver dato a Marceline una freccia. <Devi colpire quella colonna lì, la vedi?>
I due si trovavano in un parcheggio abbandonato, dove c'era un atmosfera cupa ma allo stesso tempo accogliente.
<Si>sibilò, intenta a mettere la freccia sul filo e a prendere la mira.
Chiuse l'occhio sinistro e focalizzò l'attenzione sulla colonna.
BANG.
La ragazza scoccò la freccia, che prese perfettamente la colonna.
<Beh, che dire, sei parecchio brava>
<No dai, non è nulla>
<Come non è nulla? Hai preso una colonna di cemento da almeno dieci metri di distanza, era difficile eh! Mia figlia forse non ci sarebbe riuscita>
Marceline gli sorrise, grata dei complimenti, e lui le rispose con un altro sorriso.
Cominciava a fidarsi di lui, ma non voleva ammetterlo.
<Bene, ora prova a prendere quell'altra colonna> ordinò Argent, indicando una colonna ad una ventina di metri da loro, mentre andava a recuperare la freccia a passo lento.
Marceline annuì, e scoccò un altra freccia, però sbagliò di poco, infatti la freccia cadde a destra della colonna.
<Argh, cazzo>imprecò la ragazza, serrando la bocca e arricciando il naso.
<Ehi, tranquilla, sbagliare è umano. Riprova, dai!>la rassicurò il suo "coach", estraendo la freccia dal cemento, che sembrava essere andata proprio in profondità.
Marceline prese un gran respiro, poi afferrò un altra freccia dalla faretra e lentamente la mise sopra il filo dell'arco, tese il filo ed avvicinò l'arco alla faccia, per mirare meglio.
Si concentrò al massimo, cercando di calcolare la traiettoria della freccia che avrebbe dovuto essere quella vincente.
Con un colpo secco tolse la mano dal filo e la freccia, con uno stridulo rumore, si conficcò nel cemento della colonna.
Marceline fece un verso di approvazione, accompagnato da un annuizione.
<Hai visto? Sai, sei molto brava>si complimentò Argent, sorridendole.
<Grazie.>
<Ok,però vai tu a prendere quelle due frecce>
La ragazza scoppiò a ridere ed annuì fra le risate, poi si avviò a passo abbastanza veloce per andare a prendere le ultime due frecce scoccate.

What the Hell is happening to me? || Derek Hale Where stories live. Discover now