Capitolo 18

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Marceline si stava impegnando per raccontare come era andata la faccenda della sera prima evitando il sovrannaturale a Jordan, omettendo i dettagli sul tentato stupro di Peter.
Era quasi arrivata al momento in cui si svegliava urlando che venne interrotta dal tintinnio del suo cellulare.
Fece segno con la mano al suo migliore amico di aspettare un attimo, e, dopo aver visto il nome della persona che la stava chiamando perse un battito, cosa che non passo per niente inosservata a Derek, che stava ascoltando tutto.
<Jordan scusa, ma è urgente, faccio subito> si scusò la ragazza, un po' dispiaciuta per dover lasciar cadere la conversazione col suo migliore amico.
Egli, per tranquillizzarla sorrise ed annuì, allontanandosi di qualche passo per lasciarle la sua intimità nel parlare al telefono.
Marceline osservò Jordan camminare verso la sua postazione e guardare dei fogli in mezzo a pacchi di scartoffie, poi sospirò ed accettò la chiamata.
<Pronto?> sibilò, nervosa.
<Marceline> sentì dire dall'altro capo del telefono, una voce ferma e profonda.
<Dimmi>
<Ho finito, qui è tutto pronto> annunciò, alludendo al piano dapprima stabilito insieme alla McCall.
<Ok , grande> commentò la ragazza, guardandosi un po' intorno, per controllare che nessuno stesse ascoltando. <Ho solo un piccolo dubbio...>
<Eh?>
<Come fai ad essere così sicuro che Stiles vada nella clinica?>domandò Marceline, stranita dalla sicurezza che aveva emanato Deaton quando erano ancora assieme.
<Non lo sono, infatti.>
La ragazza aggrottò le sopracciglia e voltò leggermente la testa, preparò mentalmente un discorso ma poi stette zitta, ascoltando il resto della risposta del veterinario.
<Ci sarebbero mille posti in cui potrebbe andare, ma se i miei calcoli non sbagliano verrà qui.>
<Come fai a... No, non voglio saperlo. Quindi, se sta sera Stiles sarà davvero alla clinica chiamami appena è nei paraggi, arriverò in qualche minuto.>
<Va bene>
La ragazza allontanò il telefono dall'orecchio, ignara del fatto che Derek avesse ascoltato tutto, se lo rimise in tasca, poi si prese un secondo per pensare.
Veramente, come faceva Alan ad affermare che Stiles si sarebbe trovato nella clinica?
Nella stazione di polizia regnava il silenzio più totale, e con il suo udito da creatura sovrannaturale poteva sentire tante cose.
Sentiva i cuori che battevano all'unisono, le matite scrivere, i respiri ed anche uno strano ticchettio...
Uno strano ticchettio?
Le bastò poco per collegare.
Il Nogitsune...stiles...bomba.
Stiles era già andato.
Stiles non era più Stiles, ma era Void Stiles.
<Oh merda..>sussurrò, preoccupata, allarmando parecchio Derek,che era ancora in ascolto.
Si guardò intorno, e cercò una possibile soluzione veloce che potesse salvare tutti.
La base sarebbe trovare la bomba e farla disinnescare, ma il tempo stringeva.
Il ticchettio diventava man mano più veloce e costante, mentre la preoccupazione cresceva nel sangue di Marceline.
I suoi battiti ed i suoi respiri aumentarono in un colpo, doveva salvare almeno Jordan e Derek.
Senza di loro cosa avrebbe fatto?
Non poteva nemmeno immaginarlo un mondo senza di loro.
La paura di perderli si impossessò di lei.
Un odore di paura e preoccupazione riempì l'aria nella stazione.
Si concentrò al massimo, chiedendo gli occhi e aguzzando l'udito per riuscire a capire da che parte proveniesse il ticchettio.
Aprì gli occhi e voltò la testa di scatto, sapeva dove era la bomba.
Derek e Chris erano i più vicini, infatti erano ammanettati alle sedie proprio attaccate al muro dove stava per esplodere una bomba.
Marceline corse verso di loro, si chinò e disse solo: <State zitti e fate tutto quello che vi dico>.
Derek e Chris si scambiarono uno sguardo stranito, mentre la ragazza con un colpo rompeva entrambe le manette.
<Alzatevi>ordinò, poi si girò verso Jordan, che stava scrivendo delle cose su un taccuino.
<Marceline, che stai facendo?> domandò Jordan, che aveva visto tutta la scena.
<Jordan alzati> disse, anche.
<Cosa?>
<Jordan, ti prego, ascoltami>
<Cosa sta succedendo Marceline? >
<Jordan! Fai quello che ti dico!>
Il ticchettio era sempre più insistente nelle orecchie di Marceline, e sapeva che la bomba sarebbe esplosa intorno a trenta secondi.
La ragazza guardò Chris e Derek, con velocità gli mise le mani sul petto e lo spinse dietro di sé.
Si fiondò verso Jordan, ordinando ai due di restare immobili dove erano, afferrò il braccio di Jordan e a forza lo fece alzare.
Posizionò anche lui dietro di sé, paralleli al muro, in modo che se la bimba fosse esplosa li avrebbe centrati in pieno.
<Cosa stai facendo Marceline? > chiese Derek, sporgendo la testa verso di lei.
Marceline lo ignorò momentaneamente, chiuse gli occhi e fece uno strano movimento con la testa, quando li riaprì brillavano di un viola metallizzato.
<Sta zitto> disse, con voce autoritaria, a Derek.
Il ticchettio era all'apice della velocità, la bomba stava per esplodere.
Marceline protese le mani in avanti, aperte, e cominciò ad urlare da Banshee non appena la bomba esplose.
Una specie di barriera di un azzurro trasparente si estese davanti a lei, che copriva anche Jordan, Chris e Derek, che osservavano la scena strabiliati.
Tutte le schegge di vetro o di legno non li colpirono, ma si fermarono allo scudo, poi caddero a terra.
Anche se la bomba era già esplosa Marceline continuava ad urlare a sguarciagola, sembrava come se cinque Banshee stessero urlando insieme, e l'urlo durò almeno un minuto.
Tutto questo richiamò l'attenzione del branco, che si apprestò a fiondarsi li.
Mentre l'urlo finiva, la gola di Marceline cominciò a bruciare e le forze la stavano abbandonando.
Cadde sue ginocchia, con le mani sulla gola dalla quale non usciva alcun suono, poi stramazzò a terra, lasciando che le entrassero nella pelle schegge di vetro.
Era come se si fosse svuotata, se tutti i pensieri l'avessero abbandonata, ma sembrava anche come che tutte le forze  e anche la sua voce se ne fossero andati.

What the Hell is happening to me? || Derek Hale Where stories live. Discover now