Capitolo 20

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"Camila?" La donna accarezzò il viso della dea, era contratto e la sua fronte era coperta da gocce di sudore.

"Lauren." Aprì gli occhi e sorrise amorevole alla sua corvina. Non lasciò più che il suo sguardo vagasse, Lauren era troppo bella per non ammirare quella sua qualità.

"Ti amo." Sussurrarono quasi all'unisono quelle parole, le persone attorno non potevo che assistere a quella scena così meravigliosa: l'Amore aveva fatto un regalo stupendo a una dei suoi sottoposti. Stavano soffrendo entrambe, ma volevano tanto solo stringersi fra le braccia per il resto della loro vita.

"Ora smettetela o mi si carieranno i denti." Dinah sorrideva come una scema mentre stringeva come un koala Angelo che piagnucolava.

"Rimettiti in sesto al più presto Suadela, bisogna ancora riferire tutto a Zeus." Tryon la guardò con una falsa superiorità, facendo trapelare comunque un sorriso. Il dio era nei suoi soli pantaloni, l'armatura l'aveva abbandonata al fianco dell'albero maggiore: una corporatura possente come c'era d'aspettarselo e anche qualche tatuaggio che molti spiegavano con un semplice "in fin dei conti sono interessanti questi disegni inventati dagli umani."

"Tryon grazie... mille."

Gli altri Dei passarono accanto a Camila per assisterla come potevano, presto furono costretti ad andarsene per raggiungere l'Olimpo: i feriti erano stati sistemati in una locanda vicino al bosco, gli elfi e Angelo avrebbero aiutato ognuno a trovare la famiglia o di tornare a casa e se non avevano nulla, sarebbero stati aiutati degli Dei, avrebbero trovato lavoro ma si sa che è una situazione pur sempre pericolosa entrare in contatto con gli umani: fortunatamente solo una persona si ritrovò in una brutta situazione.

"Touka, hai detto di chiamarti così, giusto?"

"Sì..." Angelo si accostò alla giovane donna che stava seduta vicino alle mura dal castello discostandosi dal resto.

Touka tremava dal freddo, era giunta la sera e in questi territori era facile che il tepore del giorno si trasformasse in aria ghiacciata.

"Da dove vieni?" Il ragazzo osservò i suoi lineamenti orientali trovandoli affascinanti, lui era stranamente innamorato di quei territori e un giorno avrebbe voluto lavorare anche lì, in quei luoghi incantevoli.

"Tokyo." La donna guardò le fronde degli alberi incontrare il tramonto e notò che si stava formando un bellissimo quadro: sorrise per pochi secondi.

"Mi piacerebbe visitarla un giorno." Angelo sgranchì le gambe e sistemò le sue vesti osservando che erano ancora sporche di polvere e sangue: avrebbe dovuto trovare del tempo per sé.

Guardò Touka e quando una sua ciocca dei capelli scuri le nascose il viso sentì il bisogno irrefrenabile di spostarla dai suoi occhi. Era proprio bella e il ragazzo biondo si sentiva strano: era avvolto da un misto di fascino e curiosità.

"Dovresti raggiungere i tuoi amici..." La donna portò lo sguardo su di lui, mai tradendo qualche sentimento. Angelo si alzò arrossendo a causa di quegli occhi, ma allo stesso tempo si sentì triste per il vuoto che quel volto celava.

"Vieni con me." La donna inclinò leggermente il capo e sorrise con ironia: non aveva un posto, dove andare e le piaceva essere libera, non sarebbe diventata schiava di nessuno.

"Chi siete veramente?"

"Anche se te lo dicessi come potresti credermi?"

"Prova a farlo."

"Angelo ti dispiace aiutarci?" Un elfo armato gridò verso l'angelo sperando che potesse raggiungerli verso la gabbia di Benjamin.

"Touka ti va di apprendere del mio mondo?"

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