Capitolo 14

1.8K 120 18
                                    

"Capitano?"

"Dimmi Nelly."

"Abbiamo un problema: la divinità Suadela ha infranto più di una restrizione."

"Grazie Nelly, da qui prendo le redini della situazione puoi andare."

- - - - - - -

Camila entrò quindi nel salone sperando di potersi riprendere da tutte quelle scosse causate da in parte quell'uomo-fulmine, ma anche dalle rivelazioni.
Purtroppo la vita non volle nemmeno darle un momento di pace e si ritrovò una donna che conosceva troppo e temeva altrettanto.

"Dinah Jane Hansen."

"Suadela aka Karla Camila Cabello Estrabao."

Era una divinità dalla chioma dorata e la sua aurea era immensa impossibile non notarla. Era lontana discendente da Atena e la sua specializzazione era la sicurezza delle divinità: veniva chiamata Capitano e si occupava della organizzazione del battaglione e della disposizione delle guardie sui territori dell'Olimpo. Il suo braccio destro, Nelly, le forniva informazioni direttamente dalla Terra anche se non era il suo compito controllare gli affari e spostamenti delle divinità in quel territorio.
Infatti aveva avvertito subito Dinah della condotta della sua migliore amica Camila: già, queste due principesse si sono incontrate da piccole e l'essere intrepide regalava loro molto divertimento durante gli anni a palazzo: era un periodo in cui i figli delle maggiori divinità abitavano al castello dell'Olimpo, un edificio immenso e bellissimo. Le sue cime, i suoi tetti, splendevano sotto il sole e con il loro colore dorato illuminavano i dintorni anche di notte. Le due fanciulle andarono presto d'accordo e nacque una simpatia diffusa anche in altre ragazzine, nonostante ci fossero le figlie di gente esigente e restrittiva, incapaci di giocare come loro per timore di infrangere le regole.
Dinah, Normani, Camila e Juno correvano nel cortile, sull'erba appena tagliata, venivano sgridate e ridevano di nascosto, poi la sera quando era ora di dormire si ritiravano in una stanza di loro e passavano nottate a parlare e scherzare sui servi e padroni del castello. Certo, condividevano anche segreti e costruirono insieme una bellissima amicizia, una alleanza fedele e forte contro il mondo... ma tornando a noi:

"Che cosa ci fai tu qui?” Chiese con agitazione la dea guardandosi in giro.

"Questa domanda dovrei fartela io." Dinah avanzò lentamente e a pochi centimetri da Suadela le disse in volto:

"Sei stata forse con un'umana signorina Estrabao?"

"Ma che dic-?"

"Dico bene. Hai un profumo non tuo, il tuo rossetto è sbavato"- e Camila a quelle parole si coprì la bocca- "e per finire..." Attese qualche secondo prima della rivelazione:

"Angelo mi dice tutto a differenza tua!"

"Ah! Maledetto poppante!"
La bruna si guardò attorno, insultando nella mente il suo collega pettegolo.

"No lui ha fatto bene, sei in guai seri Mila." Abbassò la voce e poi fece una giravolta, schiaffeggiando con i capelli la faccia di Camila, e si allontanò di nuovo.

"Stammi a sentire intrepida ragazza: sei fuori dall'Olimpo da giorni, senza consenso, hai interagito con un essere umano e sei stata attaccata da una succube senza riportarlo. Forse ti mancano i problemi? Vuoi scatenare l'ira dell'onnipotente Zeus e lui, l'altissimo signore saprà-"

"Basta. Ho capito, dammi solo un secondo." La bruna guardò l'amica con stanchezza e con passi lenti e striscianti si lasciò cadere sul divano di Lauren.

Oh dannata Jauregui, poteva portare tempeste senza fare niente e farti sentire in paradiso con un bacio o con solo uno sguardo.
Dinah, a conoscenza di tutto, imitò la voce di Camila nella sua mente, immaginando di riprodurre i suoi veri e più intimi pensieri, ma in realtà la testa della dea era vuota.

La dea dell'amore mi perseguita!Where stories live. Discover now