Capitolo 6

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"Cross my hearth, hope to die

to my lover, I never lie."

Lauren canticchiò mentre beveva un altro sorso dal bicchiere osservando l'ennesimo cantante provare a fare il karaoke delle canzoni di Halsey.  Il locale era poco attivo a quell'ora, d'altronde era ancora presto per scatenarsi.

"Che cosa hai Laur? Una bella ragazza ti ha rifiutata?" Jack, che lavorava come barista nel locale di Demi, stava passando lo straccio sul bancone per pulirlo e sistemava i bicchieri lasciati vuoti dai clienti. Aveva ancora quel sorriso affascinante che stregava ogni ragazza che entrava da quelle porte di vetro delle discoteca e quella curiosità che Lauren non sopportava... almeno non ora che era priva conquiste di cui vantarsi.

"Magari..." sospirò abbandonando il suo drink per stendersi sul bancone con una stanchezza sia fisica che mentale.

"Uhh, non dirmi che la nostra tigre ha trovato pane per i suoi denti!" Il ragazzo aspettò una risposta, forse pure un insulto, ma Lauren non emise nemmeno un suono.

"La cosa è preoccupante, ma so che cosa ti ci vuole!" Jack le fece l'occhiolino e andò a servire delle ragazze che si erano avvicinate al bancone. Mentre la mora si sollevava dal tavolo per guardare il telefono, il ragazzo sussurrò qualcosa nell'orecchio della bella rossa che stava servendo. Nel locale la musica d'inizio serata aveva cominciato a riempire tutta la sala e le luci illuminavano la pista da ballo. Delle urla euforiche si sollevarono tra i giovani quando sul piccolo palco, che ospitava l'apparecchiatura da DJ, comparve Demi Lovato.

"Ragazzi siete pronti a scatenarvi?" Disse con energia nel microfono e poco dopo iniziò a suonare nelle potenti casse nere del locale "Like I do". Presto, però, tutta questa euforia fu rimpiazzata da qualcos'altro per la nostra cara "succube".

"Ehi, sei Lauren giusto?" La focosa rossa si era accostata alla mora cogliendola completamente di sorpresa. Riuscì comunque a sfoggiare il suo bel sorriso e mostrò la sua totale attenzione. Da dietro il bancone Jack le aveva rivolto un occhiolino ed era subito tornato a servire la folla sempre più fitta.

"Sono io, chi mi cerca?" Quella depressione che a inizio serata l'aveva resa noiosa ora era completamente svanita con la voglia di conquistare. Lauren aveva bisogno di togliersi dalla testa la dea dell'amore ed era sicura che con una tipa del genere sarebbe bastato un solo bacio. Poteva provarci almeno...

"Mi chiamo Alea..." Si avvicinò ancora di più e sussurrò nell'orecchio della tigre il suo nome con una tale voce sensuale che alla mora bastò per capire di aver fatto colpo.

"Che ne dici di conoscerci meglio in un posto più... privato?" La donna non se lo fece ripetere due volte, ma era strano per lei ottenere una conquista in nemmeno cinque minuti. Questo pensiero le occupò la mente anche per le prossime due ore in cui aveva ottenuto ciò che voleva, una bella dose di anti-stress meglio conosciuta come sesso per la mora arrapata e tempo per riflettere in solitudine insieme al suo pacchetto di sigarette preferito.

Alea era la perfetta donna per Lauren: entrambe volevano divertirsi senza legami e non le dava pressione come faceva Grace. Infatti, era bastato fare un saluto e uscire dalla porta come se niente fosse, non doveva parlare di nulla, far finta di interessarsi a lei.

In quel preciso momento si trovava fuori dall'appartamento della sconosciuta, con una sigaretta tra le labbra, il freddo della notte a rinfrescarle le idee e la luna. Si chiese se quel profumo le aveva dato qualche tipo di fascino, se aveva permesso che le sue azioni fossero troppo attraenti da rifiutare.

Portò una mano nella tasca della giacchetta di pelle e si allontanò dal muretto su cui era seduta per raggiungere la via per la sua residenza. Fece un altro tiro e scalciò un altro sasso, insieme alla nuvoletta di fumo che abbandonò le sue labbra, uno sbuffo annoiato si sentì in quella via illuminata dalla luce calda e arancione dei lampioni.

La dea dell'amore mi perseguita!Where stories live. Discover now