Capitolo 13

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Fred se ne andò dopo aver discusso della parcella con la padrona della dimora. Angelo sparì dalla loro vista, disse che doveva occuparsi delle essenze mentre lasciava le donne a riposare.
Camila restava a cinque passi dalla corvina, non si faceva sentire, ma la sua presenza era impossibile da non percepire. Dopo aver ascoltato quella rivelazione, sembrava che fosse cambiato tutto: anche Lauren come lei aveva perso il padre. Aveva un desiderio
inspiegabile di parlare con lei, con una persona che poteva capirla almeno in parte: fino ad ora non si era resa conto di quanto avesse bisogno di una persona con cui condividere i propri dispiaceri e sentirsi capita.

Lauren si ritirò nella sua stanza per il resto del pomeriggio, ma presto la dea dell'amore la raggiunse:

"Ehi Lauren, posso entrare?" Si appoggiò col corpo alla porta e mimò con la mano sul legno il gesto del bussare; la corvina alzò gli occhi da un fascicolo che stava guardando e dopo averlo chiuso con cura e posto sulla scrivania, fece segno con riluttanza a Camila di entrare. Poi si sedette sul letto e a sorpresa della ragazza divina, passò la mano sul lenzuolo nella zona accanto a lei, per invitarla a sedersi.

"Vuoi dirmi qualcosa?" Nel suo tono di voce c'era malinconia, non più quella energia che pur essendo maliziosa o di scherno riusciva a far vivere l'aria intorno a sé, comprese le persone.

"Ho sentito quella frase sussurrata e-"

"Ora provi pena? Compassione? Non ho bisogno di quello, né da un mio simile, né da un dio."
Lo disse con amarezza riportando gli occhi alla scrivania, Camila seguì il suo sguardo e sorrise con tristezza.

"Anch'io ho perso mio padre, credo sia un po' diverso dalla tua situazione... avevo solo due anni quindi, non posso comprendere la sua perdita, perché non me lo ricordo."

"Che cosa è successo a tuo padre?"

"Scomparso. Almeno questo lo dice mia madre, non vuole darmi speranze, dice che non arriverà mai. Io credo... che ci sia qualcosa sotto."

"Anche mio padre è scomparso all'improvviso, dopo una nostra lite in cui..."
smise di parlare e abbassò lo sguardo nascondendo il volto tra le mani.

"... ho detto delle bugie, io... io non pensavo quelle cose." Una lacrima rigò quel volto angelico e Camila sentì scattare qualcosa dentro: sembrava una forza interna stesse comprimendo il suo petto e aveva il forte desiderio di far sorridere di nuovo Lauren.

"Sono convinta che anche tuo padre l'avesse capito. Ti ha cresciuto e i genitori stando accanto ai propri figli li possono capire profondamente. Sono convinta che in qualsiasi parte del mondo egli sia, ti stia ancora osservando."
Lauren finalmente posò i suoi occhi di smeraldo su quelli della dea, profondi e scuri ma vivi. Quelli della corvina erano lucidi ma qualcosa era cambiato e lentamente, in modo impercepibile, si avvicinò sempre di più a Camila che le stava accanto.
Una scintilla: entrambe  guardarono le labbra dell'altra. Camila alternava lo sguardo tra gli occhi della tigre e quella bocca rosea, pronta per essere baciata.
Lauren, invece, non riusciva a non volere quella labbra per sé.
Camila lasciò andare una delle sue difese per pochissimi secondi, ma bastarono alla corvina per agire.
Prima passò la mano dietro al suo collo spostando parte dei capelli e solo dopo catturò le labbra della donna fra le sue con avidità. Il loro era un bacio di brama, fame per la comprensione, una passione accesa quanto un faro nella notte.

Perché sembrava diverso dagli altri? Perché entrambe si sentivano sull'orlo di esplodere per l'emozione?
Sì, era un bacio speciale, uno guidato dall'amore. Le labbra che si toccavano, un piccolo contatto ma pieno di sensazioni che raggiungevano tutto il corpo.
Camila era confusa, non aveva mai provato nulla di simile: strano dite? La dea delle seduzione che si sente infatuata da una umana. Lei lavora per l'Amore e lui la ricompensa.

La dea dell'amore mi perseguita!Donde viven las historias. Descúbrelo ahora