Le scelte che compiamo determinano la nostra vita, ma non è del tutto esatto. In verità, a determinarla è la capacità di portarle a termine.
KATHERINE
Quando Katherine aprì gli occhi, era ormai pomeriggio inoltrato. Aveva dormito più di quanto avesse previsto, e se i raggi del sole non fossero entrati dalla portafinestra del balcone, probabilmente avrebbe continuato a dormire ancora un poco. Era raro che dormisse così tanto, e ancor più raro era che il suo sonno fosse stato privo di incubi. Tuttavia, non avrebbe dovuto sottovalutare gli improvvisi capogiri. Se Alayna fosse stata ancora viva, di sicuro glielo avrebbe domandato, perché sentiva che c'era una specie di collegamento tra i ciondoli e il modo in cui agivano sui corpi dei loro portatori.
Katherine si tirò a sedere, emettendo un lungo e profondo sbadiglio. Si passò una mano tra i capelli, cercando di districarli dalla collana con il ciondolo del lupo. Finì per strapparsi qualche ciuffo e dovette toglierli dal gancetto.
Mentre si tolse la coperta di dosso, sbatté contro un braccio e sussultò. Si girò e vide Ryan disteso sul fianco, accanto a lei, una mano sotto al cuscino. Si incantò a guardarlo. I capelli biondi erano schiacciati sul cuscino, formandogli dei ricci scompigliati. Gli occhi leggermente a mandorla erano appena socchiusi e le labbra, rosa e carnose, erano piegate all'insù formando un piccolo sorriso. Katherine dovette ammettere che ne era inevitabilmente attratta.
Katherine si aggrappò a una colonna del baldacchino e sentì i fiori intarsiati sotto le dita. Si alzò in piedi, con il timore di venir sorpresa da un altro capogiro, ma questa volta sembrò avere il controllo del suo corpo. Con il gomito, sfiorò il velluto verde delle tende del baldacchino, mentre gironzolava per la stanza alla ricerca di qualche dettaglio che potesse farle conoscere Ryan più intimamente. Dopotutto, non avrebbe avuto una seconda occasione per stare in camera sua con il suo consenso.
Tenendo l'orecchio pizzo verso il letto, per paura che Ryan si potesse svegliare da un momento all'altro, Katherine si avvicinò allo scrittoio posto accanto alla portafinestra, dove erano sparpagliati dei fogli, che Katherine dedusse fossero lettere scritte in lafyennese. Ne prese qualcuna in mano e provò a leggerle, ma la lingua era piuttosto difficile. Avrebbe dovuto aspettare di unirsi con il Giuramento, per poterlo finalmente comprendere, ma non era ancora pronta a condividere i suoi pensieri. Con Diana e Sophie era ancora accettabile, ma al pensiero che nella sua testa potesse gironzolarci Ryan o ancor peggio Braiden... provò un moto di repulsione.
Mentre riposò le lettere sullo scrittoio, da una delle buste cadde a terra una fotografia in bianco e nero. Katherine la raccolse, studiandola. Raffigurava due bambini, di cui il più grande doveva avere al massimo cinque o sei anni, seduto su una poltrona teneva tra le braccia un neonato. Girò la foto ed ebbe un tuffo al cuore, quando lesse la scritta riportata a penna, ormai sbiadita.
Ryan & Katherine
Ryan la conosceva già da prima. Com'era possibile? Era convinta che il loro primo incontro fosse stato da Starbucks, o quantomeno che lui l'avesse conosciuta solo di recente. Invece per tutti quegli anni sapeva della sua esistenza, eppure non si era mai fatto vivo.
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IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANE
FantasyLa Tefstalia è a un passo dalla distruzione, poiché è minacciata dalla tirannia del rejhyli di Lafyen. La prospettiva del caos imminente, spinge le maghe a invocare i Protettori, entità create per difendere il reame e ristabilire l'ordine. Come far...