Capitolo 10 - Nel cuore della foresta

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Quasi tutti i ricordi d'infanzia sono felici, caldi giorni di primavera pieni di luce e di gioia, con la certezza che anche il peggiore dei temporali sarebbe passato

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Quasi tutti i ricordi d'infanzia sono felici, caldi giorni di primavera pieni di luce e di gioia, con la certezza che anche il peggiore dei temporali sarebbe passato.

DIANA

Diana stava cercando di allontanarsi a grandi falcate, il sangue le ribolliva nelle vene. Non c'era bisogno che uno come Braiden, che nella vita era da sempre circondato da qualunque tipo di sfarzo, le ricordasse che i suoi comportamenti non erano degni del ruolo che ricopriva. Ma era a tutti gli effetti ancora una ragazzina, benché si sforzasse di comportarsi come un'adulta. Su questo non poteva ribattere, ma il modo in cui l'aveva guardata, con un tale disprezzo, le aveva fatto accapponare la pelle.

Si era sentita in trappola, braccata dalla pantera del ragazzo. Aveva portato abbastanza a lungo il ciondolo del cavallo da sapere che tutti i sentimenti più intensi che venivano dai Protettori, in realtà erano opera degli animali che giacevano in loro.

Tuttavia, c'era qualcosa in Braiden che le aveva fatto dubitare che fosse esattamente come la sua pantera. Katherine le aveva detto che la famiglia reale aveva tenuto il bracciale per secoli, sin da quando il primo portatore, il rejhyli James I, era diventato custode della pantera nera. E con molta probabilità, parte del carattere di Braiden era proprio dovuto al periodo prolungato a cui, i suoi antenati prima di lui, erano stati sottoposti.

Era quasi arrivata alla macchina, quando venne raggiunta dalla possente voce baritonale di Peter. «Aspetta! Diana!»

Diana si voltò per vedere perché mai quel perfetto sconosciuto la stesse seguendo. «Non sono in vena di altre paternali» lo avvisò Diana. «Perciò, qualsiasi cosa tu voglia dirmi, ti consiglio di ripensarci perché non mi importa.»

«Mï dülch. Non... voglio paternalizzarti» disse Peter, non molto convinto delle sue parole. Diana non poté fare a meno di scoppiare a ridere. «Ho detto qualcosa di sbagliato?»

«Perdonami, il tuo accento è davvero buffo. E poi, paternalizzarti non è nemmeno una parola».

Peter sembrò ignorare del tutto la critica che gli aveva appena mosso, concentrandosi sull'oggetto che teneva chiuso in mano. «Sono venuto per riportarti » disse, il fiato corto. Aprì il pugno verso di lei, mostrandole lo splendente ciondolo del cavallo.

Diana si irrigidì. «Non lo voglio, riconsegnalo ad Alayna» asserì, dandogli le spalle. Aveva ripreso ad avanzare verso la macchina, ma Peter aveva deciso di pedinarla.

«Si può sapere che cosa vuoi ancora?»

«Tu... ma gaadian». Diana lo guardò accigliata e confusa, e Peter indicò dapprima il ciondolo, per poi scoprire il bracciale della tigre che aveva al polso. «Protettori» disse, indicando entrambi.

Si avvicinò a lei e Diana non indietreggiò come aveva fatto fino a quel momento. Si era messo dietro di lei, spostandole la sua chioma afro per allacciarle il ciondolo del cavallo che ora le scendeva freddo sul petto. In un istante sentì nuovamente il suo animale, un brivido le percorse la pelle come un'onda sottile.

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora