Capitolo 1 pt. 2 - Un pericolo nascosto

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KATHERINE

Quel venerdì andarono a prepararsi a casa di Diana, i suoi erano fuori per tutto il fine settimana e, a parte Janae a cui Diana aveva accordato il permesso di far restare un paio di amiche per la notte, avevano la casa tutta per loro. Ogni volta che Katherine metteva piede in casa sua, riemergevano i ricordi legati alla loro infanzia. Le faceva piacere, ma le provocava anche una strana nostalgia.

Siccome le feste di Mindy erano famose per la qualità di alcool e la scarsa quantità di cibo, decisero di cenare con una pizza e poi andare alla festa a stomaco pieno. La sua villa era al confine con il bosco, e Katherine non avrebbe mai capito come i vicini sopportassero il chiasso e l'orda di liceali che entravano e uscivano da quella casa.

Già dal porticato l'odore di erba le aveva impregnato le narici, la musica a tutto volume invece le stava stordendo i timpani. Ed era sicura che, se si fosse tolta il ciondolo, la situazione non sarebbe migliorata. Superarono a fatica il gruppo di compagni di classe accalcati tra il salotto e il corridoio, per andare a cercare la padrona di casa e lasciarle la bottiglia di vino che avevano preso dalle scorte della madre di Sophie.

«Ce l'avete fatta, allora!» esclamò sua maestà, dalla scalinata che portava alle camere da letto. Era già completamente ubriaca e si teneva in piedi a stento. Katherine non osava immaginare quanto punch avesse ingerito prima che arrivassero; tuttavia, aveva ancora la forza per biascicare stronzate.

«Be' ci siamo dette che prima della fine dell'anno dovevamo provare almeno una volta le famose feste di Mindy» disse Diana, porgendo la bottiglia di vino alla padrona di casa.

Mindy l'afferrò come se stesse stringendo tra le mani il trofeo di un concorso di bellezza. Lesse l'etichetta e fece un'alzata di spalle. «Be' non sarà Cabernet, ma ci accontenteremo lo stesso» sintetizzò prima di sparire tra la folla, con Isabel e Jessica che la seguivano come una seconda e terza ombra.

«Io vado a prendere qualcosa da bere che non sia troppo alcolico, volete qualcosa?» domandò loro Katherine.

«Io ho necessità di andare in bagno, ho scordato di cambiarmi l'assorbente prima di uscire da casa» disse Sophie.

«Allora vengo con te.»

«No! Tu adesso ti butti alla ricerca di Damien, e cerca di non rovesciargli addosso nulla. Mi accompagnerà Diana.»

«Ma io volevo bere» mugugnò per tutta risposta.

«Berrai dopo, su», Sophie la prese per un polso e la trascinò al piano di sopra, mentre Katherine si diresse in cucina a prendere una coca fredda, o quantomeno non calda. Dentro quella casa faceva un caldo bestiale, con la cappa di fumo che si era propagata per tutto il piano terra.

Katherine sbirciò dalla finestra che affacciava al giardino: un gruppo di ragazzi intenti a divertirsi a bere dal fusto di birra a testa in giù. Niente di più idiota, visto i postumi che avrebbero avuto il giorno dopo. Cercò tra quei visi il volto di Damien, i suoi capelli castani, ma non lo vide.

Si aprì la coca e bevve un paio di sorsi e decise di uscire fuori, passando dalla porta sul retro. A dire il vero, sarebbe passata anche dalla finestra se questo le avesse evitato l'effetto sardina.

Dalla porta spalancata la corrente gelida della notte la raggiunse strappandole un brivido. Respirò a pieni polmoni l'aria notturna, fresca e pulita di fine gennaio, stringendosi il ciondolo tra le mani. Negli ultimi mesi non era successo niente di niente, nessun avvistamento di qualche strano essere proveniente da Lafyen né della donna che le aveva dato quei ciondoli. Se Sophie e Diana non indossassero a loro volta i loro, probabilmente si sarebbe convinta che fosse tutto frutto della sua immaginazione.

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora