Capitolo 4 - Il custode del puma

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Mutare è imparare ad ascoltare la propria coscienza per dimenticare tutto ciò che è di contorno, finché non rimane più nulla

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Mutare è imparare ad ascoltare la propria coscienza per dimenticare tutto ciò che è di contorno, finché non rimane più nulla.

RYAN

Era passato un anno ormai da quando il conte Altërfarvenne fatto decapitare per alto tradimento contro corona, e Ryan – suo unico figlio maschio – vi aveva assistito inerme senza poter fare nulla. La morte del conte rimase impressa nella mente e nel cuore del giovane, a tal punto che egli crebbe plasmando la sua personalità in conformità a quel fatidico giorno. Solo i suoi principi morali, gli stessi che gli avevano permesso di essere scelto come Custode del Puma, riuscirono a tenere sotto controllo la sua smania di vendetta, giacché giustizia non poteva ancora essere fatta.

Dopo la morte del conte Francis, sua madre si era ritrovata con le terre confiscate e di conseguenza non poté più partecipare attivamente agli eventi mondani. Erano stati messi da parte, caduti in disgrazia. Questo Ryan non poteva sopportarlo. Ecco perché suo zio lo nominò unico erede diretto del suo casato, in modo tale che potesse essere un candidato perfetto: una missione che richiedeva la massima attenzione, in quanto da essa dipendeva la vita dell'erede del regno di Lafyen.

Suo zio, il barone Daviston, lo aveva richiamato da Lafyen per la sua sicurezza, nella speranza che lontano da quel luogo, l'orrore negli occhi del nipote sarebbe presto sbiadito.

«Non è tempo di piangere, figliolo» aveva esordito la maga, che lo aveva trovato stanco e stremato.

Ryan si era alzato di scatto dalla panchina di legno posta di fronte la tomba fresca del padre, gli occhi gonfi ora erano spalancati per il modo in cui quella voce che aveva interrotto le sue preghiere. «C-chi siete? Che cosa volete?»

La donna si era abbassata il cappuccio del mantello, scoprendo una folta chioma ricci neri e si era avvicinata al ragazzo, studiandolo. «So bene cosa si prova a perdere un genitore e voi siete troppo giovane per soffrire così» aveva proseguito. «Il re ha tradito la vostra famiglia, un re che avete da sempre servito con la più devota fedeltà.»

Ryan aveva stretto i pugni, non badando alle unghie conficcate nei palmi che gli stavano sanguinando. «Rastus non è il mio re» aveva ribadito, con la voce impregnata di rancore.

La donna aveva accennato un piccolo sorriso di approvazione. «No, è vero. I Protettori non hanno l'obbligo di giurare fedeltà a nessun sovra...»

«Aspettate, avete detto i Protettori?»

Alayna aveva gli aveva stretto i suoi polsi tra le dita, mettendogli in mano un bracciale in cuoio. «L'amuleto che tenete tra le mani appartiene al Custode del Puma. E quello che vorrei che facessi è molto rischioso, ma se vi destreggerete bene, allora avrete la vostra vendetta e la tirannia del casato dei Bröwlord finirà una volta per tutte.»

A quelle parole, la morsa allo stomaco si fece più forte. «Che devo fare?»

«Al momento pazientare, e seguire gli ordini di vostro zio. Sfruttate l'occasione che vi si è presentata e diventate più forte. Quando sarà il momento e tutti i Protettori saranno riuniti, allora saprete cosa fare. Per il momento, non è necessario che sappiate più del dovuto.»

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora