Capitolo 1 pt. 1 - Un pericolo nascosto

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7 mesi dopo

Per quanto proviamo a opporci, alcune cose accadono e basta

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Per quanto proviamo a opporci, alcune cose accadono e basta. Per questo non v'è da sorprendersi se alcuni credono nel Destino.

KATHERINE

Katherine aprì gli occhi di scatto, ansimante. Aveva la fronte madida di sudore e la bocca impastata. Si tirò su a sedere e prese la bottiglia ai piedi del letto per bere un sorso d'acqua calda e stagnata, dopodiché diede una veloce occhiata al cellulare per vedere che segnava le quattro e mezza del mattino. Sarebbe stata un'altra giornata in cui avrebbe perso il sonno, nulla di nuovo.

Ormai avrebbe dovuto farci l'abitudine. Da quando aveva ricevuto quel maledetto ciondolo il sonno era diventato un'utopia. Perché, sebbene riuscisse ad addormentarsi molto in fretta, gli incubi facevano modo e maniera di disturbarla.

Sempre.

Solo che non aveva più sette anni e non poteva correre nel letto dei suoi genitori quando ne aveva bisogno. Doveva trovare un modo di affrontarli da sola e perdere tempo sul cellulare, finché non si fosse fatta l'ora di prepararsi per andare a scuola, era la miglior opzione che in quel momento potesse venirle in mente.

Si tolse la coperta di colpo e volò giù dal letto L'abbazia di Northanger, il libro che stava leggendo quel mese per il gruppo di lettura del professor Davis. Aveva deciso di partecipare perché le servivano crediti extra, e alla fine aveva rivalutato i classici. Non era sempre stata un'amante della lettura, nonostante avesse la casa sommersa di libri, perché sua madre a differenza sua occupava gran parte dei suoi pomeriggi a leggere.

Sentì un lieve rumore provenire fuori dalla camera, come un rantolio che si fece sempre più insistente tantoché la porta iniziò a vibrare.

«Rex, basta» mormorò, cercando di non svegliare gli abitanti della casa.

Katherine aprì la porta e come una saetta, l'husky bianco e nero balzò sul suo letto fissandola con i suoi penetranti occhi azzurri. Gli bastò una gelida occhiata da parte della padrona per acquietarsi, accovacciandosi con la coda che gli copriva il muso, segno che le fece intuire che avesse percepito la sua lupa. Un piccolo vantaggio dell'essere diventata la guardiana del lupo era l'affinità che aveva sbloccato tutta d'un tratto con i cani. Non solo la ascoltavano, ma facevano qualsiasi cosa ordinasse loro; cosa che, per una proprietaria di un husky abituato a fare di testa sua, era meglio di un qualsiasi regalo di Natale.

Tolse il ciondolo per farsi la doccia, cercando di fare meno rumore possibile, dopodiché indossò le prime cose comode che le capitarono sottomano per portare fuori Rex, finché non avesse aperto il primo Starbucks più vicino.

Un altro aspetto dei ciondoli era l'adrenalina che covava in eccesso. Più cercava un modo di scaricarla e più ne accumulava, rendendola più incline a sbalzi d'umore repentini. Era la parte che più odiava, perché la facevano sentire sbagliata e a disagio con chiunque le stesse a meno di tre metri. Tuttavia, non poteva giustificarsi dicendo loro: «Scusate, ma vedete, sono diventata una specie di Superchicca con il temperamento di Mr. Hyde». Era certa che non l'avrebbero compresa del tutto.

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora